mercoledì 29 ottobre 2008

una Gelmini non basta

In Italia si studia una lingua straniera mediamente per una decina d’anni di scuola: poi quando si va all’estero si gesticola. Gli anni in cui si studia musica basterebbero per un diploma di conservatorio, e invece non portano – scusate – a un piffero. Il latino, per fortuna, si dimentica appena venduto il dizionario da 5 kili. Quanto alla Geografia chiedete pure ad un passante, dovunque vi troviate, quanto è lungo il ponte tra Trento e Trieste o il capoluogo della Calabria. C’è qualcuno cui ciò che ha imparato a scuola serve davvero, al lavoro? Se si fa eccezione per qualche materia degli istituti tecnici e per qualche geometra in molti, davanti a una scrivania o su un motorino consegnando pizze, di parabole, sintassi e Giulio Cesari avrebbero fatto a meno. Risparmiando tempo e denaro. Lo stesso vale per moltissime facoltà. Einaudi voleva togliere valore legale alla laurea: invece di un lasciapassare, renderla un attestato di un apprendimento comunque sempre da dimostrare. Invece oggi la laurea, il “pezzo di carta” si compra con cinque o sei anni di tasse senza rappresentare la garanzia di nulla, né di un sapere né di un’occupazione. Come per il titolo da avvocato, da conquistare al di là del sapere, comunque e dovunque, come insegna il ministro. C’è chi dice che oltre al sapere la scuola debba fornire una specie di appartenenza, un insieme di valori che fa del bimbo un cittadino. E allora la Tv che ci sta a fare? E lì, con i modelli offerti dalla pubblicità, con i miti dei film, con le vincite dei quiz e i loro scatoloni, con le chiappe al vento delle vallette che si forgiano i rapporti tra i generi e tra i ceti, il credo delle nuove e vecchie generazioni. Non certo con la Costituzione, che tra gli italiani chi non disprezza ignora. Calamandrei, Saragat, Nenni, De Gasperi, Rossi, Togliatti quanto a peso sulle coscienze non valgono un partecipante al grande Fratello. È per questo che sono contrario ai tagli approvati oggi alla scuola: perché sono troppo pochi.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

post tristemente vero, sob

Daniele ha detto...

La scuola secondaria (eccezion fatta per gli istituti tecnici) non ha l'obiettivo di formare lavoratori. Fornisce un metodo di ragionamento, insegna come apprendere, sollecita lo spirito critico.
Che poi a volte fallisca, è un dato di fatto.
Per quanto riguarda il titolo d'avvocato, mi permetto di dissentire totalmente.
E' un esame durissimo, da sostenere dopo 2 anni di praticantato (ossia di lavoro) quasi sempre gratuito.
Non si puà fare ovunque, la regola è stata cambiata da qualche tempo.

Anonimo ha detto...

concordo con Daniele, ma capisco che il post è amaramente ironico.
Purtroppo si sta svaccando tutto: ci si lamenta dei ragazzi, ma io mi ricordo che già ai miei tempi (ho fatto medie e superiori negli anni '90) c'erano docenti che facevano davvero pena, o perché ignoranti come capre o perché nient'affatto professionali... a volte entrambe le cose. C'erano anche molti insegnanti bravi, o quantomeno decenti, però erano quasi sempre osteggiati dai colleghi stronzi e da presidi poco seri.
La mediocrità al potere non può generare altro, ma chi le ha permesso di arrivare al potere? Altri mediocri, col beneplacito degli ignavi.

Gaia

Anonimo ha detto...

Per Daniele:
a quanto mi consta l'esame da avvocato (so che le migrazioni sono state impedite) resta duro come una roulette russa: da far tremare i polsi ma senza vero riscontro con capacità e sapere.
Troppo spesso l'ennesimo imbuto per l'ennesima casta. (In spagna, ad esempio, non è previsto).

silvano ha detto...

La chiave di volta sarebbe stato togliere valore legale alla laurea. Ma si sà in un paese dove son dottori tutti è un po' difficile.
Quanto al resto apprezzo la durissima ironia di poldino di cui sono un assiduo lettore, ma poi resto basito dal livello dei commenti, un po' di luoghi comuni, un po' di cazzate i soliti professori impreparati e scemi e tutto come prima.

Rouge ha detto...

Se il post è ironico non credo si colga l'ironia.
Da tagliare ci sono molte altre cose in Italia, a cominciare dai costi dei ministeri, senza andare a intaccare sempre chi lavora.
Un saluto.

musa capricciosa ha detto...

In Italia tutti sanno fare satira, tutti sanno fare ironia politica, tutti sono fini analisti della strategia di interesse nazionale.

Già, peccato che nessuno sappia cosa sia.

Non ho colto nemmeno io l'ironia, specialmente quella del triste commento di Silvano.

silvano ha detto...

Nemmeno io ho colto nulla del tuo.

musa capricciosa ha detto...

La scuola non deve aver fatto il suo dovere. Ripartiamo dall'analisi logica e grammaticale Silvanus?

Daniele ha detto...

Per quanto riguarda l'esame d'avvocato, ribadisco che la preparazione è davvero dura. E' così, c'è poco da discuterne. E' certamente vero tuttavia che esistono avvocati poco capaci, come esistono professionisti di qualsiasi genere (medici, presentatori tv, astronauti, attori porno) più o meno bravi.
Per Silvano: Non so se si riferisse al mio intervento, nel momento in cui alludeva al basso livello dei commenti.
Me ne dispiaccio, ed al contempo prendo atto della sua illuminata proposta: togliere valore legale alla laurea. E' opinabile, specialmente se il proposito viene avanzato da chi scrive "si sà", con l'accento. Cultura robusta.

Anonimo ha detto...

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