venerdì 20 aprile 2007

Turisti in Trentino Alto Adige

1) Il milanese Arriva con al naso un arbre magique all’essenza di policarburi. A colazione sniffa marmellata ai mirtilli ma gli assicurano trattarsi di puro catrame del ’76. Fa tutto di corsa. Dopo la prima escursione ha già visto: il lago di Misurina, i forti austriaci, un unicorno, l’Himalaya e un infermiere che gli diceva di stare calmo e fare attenzione al sole, che qui la nebbia non c’è. Torna sconvolto in albergo dopo che alle richieste “dov’è il centro?” e “dov’è la periferia?” gli hanno risposto in successione “qui” e “pure”. Poi si rinfranca, “in fondo è come a Gallarate”. Così, a modo suo, il milanese si ambienta e fa shopping prendendo a modello un tizio molto trendy che ha incrociato proprio ieri nel bosco. Torna a Milano brucando, con una coda appesa allo specchietto retrovisore e uno all’osso sacro.
2) Lo scroccone Usa la doccia per lavarsi i denti, intasca il buffet e un cargo di depliant. Colla giacca così gonfia chiede di leggere la posta elettronica e già che c’è va su questo sito. Sobbalza, si offende, fa i bagagli e se ne va. Lo fermano all’uscita: il comodino non è compreso nel prezzo.
3) Last minute Arriva chiedendosi se il treno era per Dobbiaco o per Dubai. Perciò alla stazione si aggira con fare indifferente facendo di tanto in tanto dei piccoli buchi nel terreno. Golfista? Gli chiederà una signora di Cortina. Petroliere, correggerà entrando istantaneamente nell’alta società. Non avendo mai visto né l’uno né l’altro ma preferendo essere stato in Alto Oriente piuttosto che in Medio Adige (o viceversa, ora non ricorda bene) racconta sulle cartoline di cammelli dai cappelli piumati e di un odore di greggio che, non ci crederai, ricorda quello della stalla di mia nona, buon anima. A casa, a Borgo Valsugana, dirà probabilmente di soffrire di Jet Lag.
4) Quello che ci prova colla cameriera Tanto frequente da costringerci a catalogare il suo contrario: il turista che non ci prova colla cameriera ha dalle 7 alle 28 zampe, insiste per pagare anticipatamente e lascia la stanza in orario. Rimane deluso del paesaggio, si lamenta del servizio, assicura che non tornerà. Non esiste? Infatti.
5) Quello che “qui non succede mai niente” Davanti allo tsunami s’è addormentato. Al carnevale del Rio s’è lamentato del via vai, al Colosseo ha chiesto dov’era l’uscita, durante la finale dei campionati del mondo ha sbadigliato di gusto. In Trentino svolazzano farfalle, si sciolgono ghiacci, germogliano margherite, luccicano laghi e amoreggiano caprioli. Se fa l’indifferente ditegli che il noioso è lui.
6) Lo schivo Il primo giorno fa ingresso in albergo, prende le chiavi, entra in camera e chiede scusa del disturbo al signore nello specchio. Il secondo scende a pranzo coi bagagli, che distribuisce sulle sedie del tavolo. A chi si avvicina intima: mi dispiace, ho un amico che sale alla prossima. Se lo speck nel piatto lo fissa arrossisce al punto che i due vengono serviti insieme, per cena, a tutti gli ospiti. Per evitare di chiedere la chiave alla reception si dà all’arrampicata; verso la finestra della sua camera. Quando lo hanno invitato in un rifugio ha detto di preferire i bunker. Un orso gli ha chiesto di fare due chiacchiere. Lui lo ha pregato di non prendersi confidenze. L’orso ha chinato la testa: va bene, papà.
7) Il tu-rista lei-rista Si capisce dal nome, è uno che mantiene le distanze: sorseggia il consommè con la cannuccia, chiama il cameriere con un fax, accende la tv e la moglie col telecomando. Se va di sopra prende la seggiovia, per allacciarsi le scarpe usa le prolunghe, a volte per fare prima applica direttamente la seggiovia alle stringhe che governa comodamente dall’alto delle cime del Brenta mentre indica ai compagni di strada i suoi splendidi scarponcini laggiù, al Grand Hotel, stanza 36.
8) Il turista souvenir Non mette nello zaino solo le tre cime di Lavaredo, ma anche il cielo tra l’una e l’altra. Riprende tutto: tranne suo figlio, che con i suoi pianti provoca sommosse e slavine. Fotografa l’odore di muschio e l’alito di un vignaiolo, registra le cascate, la propria soddisfazione di aver raggiunto la cima e quella di aver trovato parcheggio.
9) Il turista sciovinista A disagio con tutto ciò che funziona, dopo il primo giorno ha già fondato un movimento insurrezionalista al grido di “pasta la victoria!”, si nutre di strudel al peperoncino e mozzarella di scoiattolo, si aggrega ad una compagnia di schützen chiedendosi dove andranno tutte quelle controfigure di Padre Pio, se c’è una celebrazione di Mahler afferma di ammirarlo ma di non ricordare in che squadra giocava.
10) Quello che una volta qui era meglio Trovano difetti ad ogni angolo di città. I ristoranti sono più cari, i musei mostrano sempre le stesse cose ma peggio, i vigili danno indicazioni meno precise di un tempo. Hanno saliva in surplus. Perciò amano sputare nel piatto in cui vengono a mangiare.

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