giovedì 1 dicembre 2011

Che la morte ci trovi vivi

Lucio Magri si è suicidato. In una clinica svizzera. Luigi Crespi ha scritto che ciò nega il senso della morte. Che invece sta probabilmente in una affermazione come questa, nella sensazione da decomposizione celebrale che lascia, simile, all'incirca, a quella che ci darebbe vedere schopenauer sbeffeggiato dal Gabibbo. Chi critica un suicida dovrebbe spiegare, prima, dove sta, la forma, il peso, l'odore del senso della vita. Convincerci che il mal di denti, le angosce, la noia, la solitudine, le delusioni, sono più dolci da mandar giù di una soluzione definitiva. Ci sono, è vero, quelli che non lo negano: la vita in larga parte è sofferenza, affermano, e scapparne è da vigliacchi. Saranno orgogliosi eroi con crisi di panico ad ogni colpo di tosse. Verà l'ultima crisi. E anche per loro, di fronte ad una porta d'ospedale, dopo aver saputo che non c'è nulla da fare, i parenti un giorno chiederanno al dottore di farli soffrire il meno possibile.

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