È balzato sulle pagine della cronaca nazionale il caso De Barba. Oggi (23 settembre) fortunatamente L'Adige ci propone anche modi diametralmente opposti di fare turismo, come quello "responsabile" di Tremembè. Sconcertante è la sicurezza con cui leggiamo nell'articolo che nei paesi e nelle nostre valli si annidano molti turisti sessuali e che chi sa non denuncia né smaschera.
Charter bestiame
Dopo aver fatto un viaggio in Brasile con atterraggio a Fortaleza, una delle capitali del turismo sessuale, posso raccontare lo sconcerto di trovarmi su un volo charter pullulante di maschi italiani di varia età e provenienza, averne osservato l'aspetto "qualunque" ed essermi sentita rabbiosamente impotente di fronte alla certezza del motivo fondante del loro viaggio. Erano tutte facce che avrei potuto incontrare al supermercato, alla posta, in ufficio.
Al ritorno, in coda al check-in, fra questa sublime progenie di miei connazionali, lo schifo era forte, l'incazzatura a stento contenibile. Devo ringraziare la mia amica, D., che saggiamente mi ha trattenuta dal dare fuoco ai miei cannoni: se avessi espresso a voce più alta le mie considerazioni schifate, avrei preso delle gran botte, visto che ero in netta minoranza e che questa gente non si vergogna.
Avrei voluto registrare i discorsi provenienti dai sedili intorno al mio. Il vanto delle "avventure" e gli elenchi di numeri telefonici, i racconti delle bravate conditi con baggianate del tipo "mi sa che è innamorata; speriamo che non mi assilli di telefonate in Italia e quando torno in Brasile…".
Ci vuole un fisico bestiale
In viaggio in Brasile abbiamo anche incontrato meninos de rua, uomini, donne, bambini e anziani che vivono in favelas, storie di povertà e disperazione. A Fortaleza un'amica brasiliana ci ha raccontato di sua sorella, prostituta, che all'epoca si trovava proprio in Italia, per guadagnare di più. Abbiamo attraversato piazze dove genitori portano in vendita bambini e bambine al mercato del sesso; bambini ci hanno avvicinato, senza che riuscissimo a capire se stessero chiedendo l'elemosina o offrendosi. Attraversando zone malfamate di Fortaleza, la nostra amica brasiliana ci ha spiegato che le donne che vedevamo si stavano vendendo a brasiliani per 5 reais (circa 2 euro) ovvero l'equivalente di un pasto: donne che per età, fisico cadente, occhi di vetro, sono fuori dal mercato della prostituzione internazionale.
Chi ha il fisico, si aggira sul lungomare – nei ristoranti e negli hotel per turisti. L'adescamento è continuo, silente, scivola cadenzato come le onde, e nessuno sembra farci caso. Il problema è complesso e articolato: mi risulta che nemmeno le agenzie di viaggio abbiano gli strumenti necessari a controllare i potenziali turisti del sesso.
Ho visto uomini e donne - europei e americani - adescati da aitanti giovani brasiliane/i. Non c'è abbastanza spazio qui per considerazioni etiche, politiche o psicanalitiche. E comunque, avrei cannoni ma non risposte. Ho sospetti, su cosa pensa e fa gente all'intorno; sospetti che finchè ci sarà gente tanto povera da non poter vendere nulla se non il proprio corpo, lo sfruttamento sessuale, minorile e non, non avrà fine.
Kriptonite contro De Barba?
Eppure mi limito, qui, ad esternare il mio stupore: come fa gente come De Barba a credere di essere scelta perché affascinante, suadente, irrestistibilmente fascinosa? Come fanno questi "ommenicchi e quaquaraquà" a sentirsi eroi di conquiste amorose?!? A non rendersi conto del male che fanno?
Dobbiamo sperare che cadano preda della propria vanità e si sbrodolino delle proprie vanterie? Per uno che viene smascherato, tanti altri continuano le loro scorribande sessuali. De Barba non è che uno squallido esempio; un altro triste, piccolo, numero. Eppure, ne basta uno perchè ogni bambino, adolescente o adulto, ne esca devastato.
martedì 25 settembre 2007
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