giovedì 29 ottobre 2015

Roma pitale

Se i film uscissero, come una volta le canzoni, a coppie, sul lato B del candidato per l'Italia al premio Oscar, Non essere cattivo, meriterebbe di comparire Viva la sposa, di Ascanio Celestini. Ciò che si trascina, ai margini della grande bellezza, a Ostia o nella periferia sud dell'urbe, è una gigantesca, minuscola meschinità. I protagonisti sono stralunati alla Chaplin nel caso di Celestini, strafatti alla Trainspotting in Caligari, che racconta il diffondersi dell'avidità come unico valore all'inizio di quel ventennio che il protagonista di Celestini chiude accelerando, contro un muro.
L'ultima inquadratura di entrambi è sul più giovane dei personaggi;  loro, poveretti, hanno ancora tutta la vita davanti.  





lunedì 12 ottobre 2015