domenica 30 dicembre 2007

Gustosa-mente Angi

Checchè ne pensino i miei detrattori, ho una vita sociale abbastanza intensa; ieri sera, dopo oltre un anno dall'apertura, sono stata alla Trattoria Angi , a Canale di Pergine. Molti conoscono questo locale, un tempo pub scalcinato e trasformista, che ospitava improbabili band e alternativi giovinastri. Oggi, Angi è un'accogliente, calda ed elegante trattoria. Abbiamo seguito il consiglio di Davide, il titolare, aromatizzando gustosamente le chiacchiere in entrée con pinzimonio in bagna cauda e poi gustando ottimi assaggini e morbide vellutate di carote e di cavolo rosso; il tutto scivolando su un suadente sottofondo jazz, al volume giusto per orecchiare la melodia, farla piacevolmente sopravanzare mentre assaporavamo le pietanze e senza urlarci addosso nell'alternanza di parole e forchetta. Tenetevi un posticino per il dessert: fra meringhe, tortino caldo di cioccolata ed altre prelibatezze che non vi svelo, non resterete delusi né appesantiti. La cucina non è da trattoria tamugna di campagna. Potete coccolarvi con una cenetta all'Angi persino alternandola ai cotechini di natale e i prodromi dello zampone di capodanno! Bello, dopo la cena, scoprire l'angolo biblioteca: mensole in legno e ferro battuto morbidamente arzigogolato ospitano decine di libri – si va dalla dieta vegetariana a ricette di alghe, passando per Noam Chomski, numeri di Limes e un approdo su Burgess (per chi non lo ricorda, il padre di "Arancia Meccanica"). … Quando il destino ti sospinge verso ciò che cerchi e basta allungare la mano per coglierlo: ero proprio in cerca di un altro romanzo distopico, quindi ho preso con me " 1984&1985", di Burgess, appunto, (che sembra riprendere dove Orwell ha chiuso "1984"). Non troverete questo romanzo, dunque, al momento, ma un Davide disponibile a prestarvi qualche volume, in una sorta di biblioteca informale, e, perché no? potreste portare voi qualche libro che non trova più posto sui vostri scaffali, per nuovi avventori curiosi e affamati. Di cibo e lettura. Bon appetit!
Informazioni utili: Trattoria Angi - Canale di Pergine – Tel. 0461 534002. http://www.trattoriaangi.it/ (chiuso il lunedì).

martedì 25 dicembre 2007

Viaggi di Natale

Produci Consuma Crepa

Dirmi "buon natale" equivale a dirmi "ho visto un UFO": guardo stupita il mio interlocutore, senza sapere cosa rispondere. Per me, natale non ha valenza religiosa. E se l'avesse, mi riterrei offesa di tanto smaccato paganesimo capitalista. Quest'ultimo mi urta ugualmente, poiché lo ritengo un'offesa all'intelligenza. Per fortuna siamo quasi al capolinea dell'annuale tripudio della spesa inutile e della pantomima degli auguri. Quest'anno ho colto l'occasione di nuovi colleghi e conoscenti per informarli che non festeggio il natale, ergo non mi facciano regali né auguri (né se li aspettino).

Psicopatologia della regalistica Siccome non ho mandato una circolare, ai colleghi dell'ufficio che sta nell'altro edificio, la notizia non era giunta ad A., che lavora nell'ufficio distaccato. Teoricamente, nulla osta un rapporto di buona colleganza, ma causa lontananza, orari, mansioni e vite diverse ci siamo scambiate circa 20 parole in 3 mesi. Dunque 1) non mi aspetto un regalo di natale da A., (non ci conosciamo) 2) non ipotizzo che si senta in dovere di farmene uno, per non mettermi in imbarazzo con altre colleghe con cui scambia i doni ed è in amicizia da anni. Mio malgrado, invece, trovo un pacchettino natalizio sulla scrivania. Presumo A. abbia ritenuto che me lo aspettassi. Il gesto rivela che – lungi dal ritenermi degna di un eventuale regalo dedicato se un bel dì ve ne sarà motivo, mi ritiene conformista, ipocrita o gretta. Oppure non ha condotto un ragionamento articolato in merito, ma ha agito per automatismo consumistico natalizio. Ritenendo che rifiutare il suo regalino l'avrebbe offesa (forse ho sbagliato), ora devo destreggiarmi fra le ipotesi sulla sua psicologia di consumatrice senza tradire la mia coerenza, trovandomi al contempo in obbligo di comprarle un regalino. Un dono che non so come scegliere, perché non la conosco, che eviterei volentieri e che non servirà a nulla. Ne usciamo entrambe più impoverite e tristemente lontane. Fortunatamente ho fermato in tempo gli altri colleghi. Addirittura, uno, dopo, si è scusato per avermi fatto gli auguri – come se avesse cucinato maiale per un musulmano.

Fiera dell'inutilità Questo è un caso, minuscolo, particolare. Proviamo a moltiplicarlo per decine, centinaia di persone. Per esempio, all'inaugurazione di MediaWorld a Trento: ho letto che il 20 dicembre, (ovviamente la data è stata studiata ad hoc dai direttori marketing dell'azienda), il traffico era in tilt, la gente rigurgitata dal nuovo mega-store vi ha speso 650mila euro! Ovviamente i titoloni dei giornali locali inneggiavano al successo dell'operazione commerciale. A me sembra una scena dei Simpson's. Quanti pensieri, doni e regalini acquistati per "senso del dovere" /rispetto di una tradizione consumistica che ormai nulla più ha di religioso / gara al regalo per non sfigurare (c'è un fantastico slogan "Io regalo Collistar" che ti fa sentire donatore esclusivo, ricercato, ammirato) / gara al regalo compiacente (verso il capo, un collega, un direttore, uno/a che è sempre bene tenersi in buona….) /inerte abitudine

Scendiamo dalle stelle? In un Paese che si vanta d'essere fra i Grandi 8 della Terra, milioni di italiani allevano figli e nipoti nella cieca credenza di personaggi fittizi, quali babbo natale, la befana & Co., rabbuiando le coscienze della nuove generazioni a suon di Jingle Bells, Oh Tannenbaum, Tu scendi dalle stelle. Fermiamoci a ragionare su queste medievalistiche fòle, sul tam tam pubblicitario della "gioia di regalare", sulla falsità di "sentirsi più buoni" (ma che vuol dire???). Sul regalo avvolto nel narcisismo del donatore, sul minuetto della compiacenza. Smascheriamo queste ipocrisie. Abbiate la schiettezza di dirmi, piuttosto, che natale è una scusa per intascare la tredicesima, abbuffarci, fare qualche giorno di ferie, sentire vecchi amici.

Effetto domino Concludo dicendo a chi, come me, non ne può più, che Non festeggiare il natale è possibile. Possibile sottrarsi all'orgia dei regali. Dire alla famiglia, ad amici, conoscenti e colleghi, che te ne chiami fuori. La mia speranza nel dirlo e scriverlo è dare sollievo a chi, come me, finora si sentiva solo e ingabbiato in questa consumistica ipocrisia, ma soprattutto provare ad innescare una reazione: se il mio comportamento sarà imitato, se incomincerà a girare e diffondersi, si ripercuoterà e forse il mondo potrà cambiare.

Ho visto un UFO. Cordialmente, La Donna Cannone

mercoledì 19 dicembre 2007

Scribendi recte sapere est principium et fons*

Un'alleanza tra le chiese del Nord Est contro il maligno

- "Centinaia di trentini ricorrono all'esorcista" titola il Trentino Corriere delle Alpi lunedì 17 dicembre. Di primo acchito, penso ad una trovata natalizia, spero in una mossa di marketing emozionale del PR di Ratzinger, un colpo di reni autoironico per portare più gente in chiesa col sorriso…. Spulcio l'articolo, con tanto di intervista all'esorcista: macché! la cosa è "seria" (?). Per tentare di entrare in questo tema mondiale, è necessario intendersi almeno sul significato comune di alcune parole (senza pretesa di considerazioni teologiche): "esorcismo": da "esorcizzare" dal greco exorkizein 'scongiurare', composto di ex- rafforzativo e horkizein 'giurare'. Relig.: liberare, purificare dal demonio mediante esorcismo; cacciare, espellere dall'indemoniato o dall'ossesso mediante e. " Esorcismo": in molte religioni, rito generalmente magico, per mezzo del quale si allontanano demoni o spiriti malefici o li si espellono dalle persone di cui si ritiene che si siano impossessati. Nel cattolicesimo e nella chiesta ortodossa, rito per mezzo del quale si espelle il demonio dal corpo dei battezzandi, ovvero dal corpo degli ossessi o da oggetti, cibi, animali, luoghi. Demonio: nelle religioni ebraica e cristiana, spirito maligno che incita l'uomo al male. (…) (Lo Zingarelli 2001, ed. Zanichelli). Abbocchereste? Mi trovo un po' in difficoltà: 'spirito maligno, male, purificare dal demonio', sono concetti vaghi, c'è addirittura un riferimento a riti generalmente magici.. Potremmo proseguire ad libitum questa catena lessicale, giungere ai confini della realtà, abbracciare Asimov, Giordano Bruno o il parroco di Besenello. Non resisto alla tentazione di fare le pulci a questo articolo (sarà il maligno che si vuole impossessare di me?).

Vi invito a seguirmi, il percorso è gustoso: I vescovi del Triveneto, riuniti a Zelarino, in provincia di Venezia, hanno deciso di unire le loro forze per aiutare "i fedeli in grave situazione di sofferenza, attraverso la presenza di sacerdoti ed esperti", ricorrendo "ove necessario, all'esorcismo". (…)La prima fase dovrà essere "di ascolto e discernimento dei singoli casi per definire la vera natura del disagio", allo scopo di capire se derivi da "motivi di carattere psichico-psichiatrico o superstizione o reale azione del maligno". Ma l'esorcista della curia di Trento, attivo da oltre 10 anni per nomina vescovile, intervistato svela " non ho studiato psicologia o psichiatria". Ribatte il giornalista: Se non ha studiato queste materie perché è stato scelto? «Il vescovo mi ha chiamato perché non fuggivo la preghiera». La contraddizione tra una pratica pluriennale e gli intenti vescovili è palese. Andiamo oltre: Giornalista: Esiste il diavolo? Esorcista TN: «Che esista non c'è dubbio. Che in questi casi sia il diavolo ad agire ho sempre il dubbio. Mi piace averlo. Non si sa mai come è fatta la psiche umana. Con una certa sicurezza l'ho avuto di fronte un paio di volte» Giornalista: Come fa ad essere sicuro che fosse proprio il maligno? Esorcista TN: «E' una certezza che ho solo dopo, quando vedo che un problema grosso si risolve per il mio semplicissimo intervento». Non sono particolarmente convinta, e voi? L'esorcista non ha dimostrato né l'esistenza del diavolo, né cosa avvenga nei fumosi episodi in cui se l'è trovato di fronte. Provo piuttosto pietosa comprensione per le persone che li hanno vissuti: nei casi di grave sofferenza l'essere umano si rivolge a chiunque gli palesi un seppur minimo sollievo o giovamento (e non entro ulteriormente nel merito).

Vediamo, ora, un interessante parallelo fra l'intervista Giornalista: A cosa si riferisce quando parla di problemi grossi? Esorcista TN : «A maledizioni ricevute ad opera di parenti o dagli stessi genitori e dai nonni». Giornalista: Addirittura dei genitori. Hanno influssi anche fisici? Esorcista TN : «Psicologici in primo luogo e a lungo andare anche fisici. Sarà per suggestione o chissà quali motivi (…)». Giornalista: Qual è il suo modo di operare? Esorcista TN: «Io prima le ascolto (le persone). Lascio che dicano quello che c'è dentro il loro cuore. E poi cerco di aiutarle a rivolgersi al Signore. Prego con loro». e quanto leggevo giusto un paio di sere fa su "Sappiamo cosa vuoi – Chi, come e perché ci manipola la mente" di Martin Howard, Ed. Minimum Fax, Roma, 2005: Le sette e i metodi che utilizzano (…) Le sette reclutano l'85% dei nuovi adepti attraverso le famiglie. L'85% delle persone entrano in una setta perché gliene ha parlato un amico o un conoscente. (…) I membri della setta sono incaricati di portare un amico, un collega o un familiare alla proiezione di un filmato introduttivo sulla setta o a una cerimonia. (…) Secondo il modello BI-TE le sette agiscono anche sul controllo delle informazioni: inganno, pesante censura sulle informazioni interne ed esterne, spionaggio, propaganda e sollecitazione a rivelare i propri segreti. (pag. 138 e segg.) Dubium sapientiae initium Che dire? Presa fra l'incudine di minacciosi amici e parenti e il martello di suadenti guaritori, vi lascio un concreto e attualissimo pensierino natalizio: nei periodi festivi, con picchi a fine luglio e prima di natale, si registra l'escalation di omicidi in famiglia. Fra le cause, intolleranza allo stress, depressione e un generico moto di rivolta dell'ego frustrato che pensa "a me non la si fa" (testuali parole, servizio in onda su Radio Rai1 alle 19.00 ca del 17.12.07). tanto lavoro, ancora, per esorcisti, maghe e magoni. Che volete che vi dica? Ho gli occhi verdi e i capelli rossi: prima che scatti la nuova caccia alle streghe vado a farmi la tinta! Buone feste! La Donna Cannone * Il buon senso è il principio e la fonte dello scrivere. (Orazio)

lunedì 17 dicembre 2007

CCCP Curami

A Ja Ljublju Sssr

A Ja Ljublju Sssr – BIG BROTHER I'M WATCHING YOU - In the year 1984 there was not as yet anyone who used Newspeak as his sole means of communication, either in speech or writing. The leading articles in the Times were written in it but this was a tour de force which could only be carried out by a specialist. (Orwell George, Nineteen Eighty-four) Fedeli alla linea. Del declino. Se fosse stato un gesto di autoironia, saremmo un grande Paese. Di cui andare fieri, dove girare a testa alta. Se a ragion veduta, badaloni (la minuscola è d'obbligo), al TG1 di domenica 16 dicembre avesse invitato baglioni a cantare "strada facendo" o persino "questo piccolo grande amore" in cazzuta risposta al NY Times, tendendo le braccia, afferrando la sorte e schiaffeggiandole la faccia* -, saremmo un Paese di cui vantarsi in giro. Pigro di testa e ben vestito La canzonetta di baglioni, invece, serve a promuovere - sul TG1! - il cofanetto di 4 dischi di baglioni, che ovviamente esce prima di natale. badaloni invece gli chiede come mai abbia avvertito la necessità di fare un punto sulla sua carriera proprio ora. Poi gli chiede scherzoso se davvero l'Italia sia un Paese in declino come afferma il NYTimes. baglioni imbraccia la chitarra, badaloni si sbrodola, incredulo e godurioso di aver sottratto la scena a baudo &Co., e tutto esaltato annuncia che mai nessuno aveva cantato al TG1, è un onore, finalmente questa sera una svolta epocale. Al vilipendio dell'intelligenza italiana, che so per certo resistere in qualche anfratto del paese, rispondo con i CCCP*, risorti alle mie voglie musicali con l'approssimarsi del natale: Onoro il braccio che muove il telaio – Non questi artistucoli meretrici Onoro la forza che muove l'acciaio* - Non quella che muove queste lubriche e sciocche telecamere Io non venero quello che voi venerate – Questo è solo un esempio. Il gioco volge al termine … La posta sei tu – Finchè possiamo, Tifiamo rivolta. A Ja Ljublju Sssr* Va peggio va meglio non so dire non lo so Conforme a chi Conforme a cosa Conforme a quale strana cosa Va meglio Va peggio Non so dire Non lo so Socialismo e barbarie*, CCCP, 1987

Oh Jingle Bells

Altra notizia molto importante del TG1 di domenica 16 dicembre 2007: una non meglio identificata catena alberghiera britannica offre notte gratis in hotel alle coppie che si chiamano Giuseppe (John? Joseph?) e Maria (Mary) nel periodo natalizio. Promozione riservata ai sudditi reali. Dal punto di vista del marketing alberghiero, l'operazione ha del geniale: ad oggi si sono presentate circa 30 coppie. Un numero che non sbancherà gli hotel, (anzi, gli ospiti probabilmente consumeranno molti extra, magari si fermeranno qualche notte in più…). Si potrebbe obiettare che, pur così, questo numero limitato di persone non arricchirà la catena. Sparagna e cumparisci Il guizzo di genio non sta nel guadagno immediato derivante dalla promozione, quanto dall'aver fatto parlare di sé a livello internazionale - con una notevole dose di pubblicità gratuita - per la trovata natalizia. Spero per i concittadini europei che gli altri TG non abbiano dedicato spazio alla notizia, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Non sono praticante e trovo la cosa molto kitsch. D'altro canto, quest'apoteosi del consumismo natalizio, a cui constato sempre più a malincuore, non si sottrae pressochè nessuno, (e io pure ci vado con i piedi di piombo per non "offendere" amici e parenti!), è così gretta in sé, che non c'è bisogno, per me, di spendere troppe parole. Si commenta da sola questa schizoide e vanesia società sempre più indefinibile. Buone feste!! ahahahahahahah

sabato 15 dicembre 2007

Noja istituzionalizzata

ความเบื่อหน่าย จากวิกิพีเดีย สารานุกรมเสรี ไปที่: ป้ายบอกทาง, ค้นหา ความเบื่อหน่าย (Boredom) หรือ เบื่อ (Boring) เป็นภาวะ อารมณ์ หนึ่งของ มนุษย์ ที่รู้สึกไม่พึงพอใจกับสภาวะที่เป็นอยู่ หรืออยากเปลี่ยนแปลงสภาวะแต่เปลี่ยนไม่ได้ หรือการไม่มี สิ่งเร้า หรือ แรงบันดาลใจ มากระตุ้น หรือเป็นสภาวะที่ไม่ยินดียินร้ายกับสิ่งใด จึงทำให้เกิดความเบื่อหน่าย ซึ่งภาวะอารมณ์นี้จะเกิดแต่เพียงช่วงหนึ่ง แต่ก็อาจหายไปได้เอง นอกจากนั้นยังมีคำที่มีความหมายคล้ายกันเช่น เซ็ง, กร่อย เป็นต้น ( http://th.wikipedia.org/wiki/%E0%B8%84%E0%B8%A7%E0%B8%B2%E0%B8%A1%E0%B9%80%E0%B8%9A%E0%B8%B7%E0%B9%88%E0%B8%AD%E0%B8%AB%E0%B8%99%E0%B9%88%E0%B8%B2%E0%B8%A2) L'idea iniziale era scavare interlinguisticamente nei significati di "noia", alla ricerca di incroci ed elementi culturali interessanti, ma mi sono talmente annoiata, che mi sono limitata a un copia/ incolla dopo i primi due. Noia : 1) senso di fastidio o insoddisfazione che assale a causa di inerzia materiale, mancanza di interesse o ripetizione monotona delle stesse azioni. 2) Molestia, disgusto, senso di avversione 3) seccatura, fastidio, guaio. (Lo Zingarelli, 2005). Noia : senso molesto causato da inerzia o da monotonia o da un senso di estraneità e indifferenza rispetto alla vita. (Novissimo Dizionario della Lingua italiana, Palazzi Folena, 1980) Bore/Boredom: 1) a dull uninteresting person, whom other people quickly become tired of, esp. one who talks continually or repeatedly in an uninteresting way; 2)something which is rather unpleasant or annoying (Longman Dictionary of Contemporary English, 1987) Досада је стање неукључености у садржаје који окружују личност. Праћена је расутом пажњом, осећањем нестрпљивости и незадовољства, тежњом да се избегну услови који не пружају могућност за психолошко везивање. Са све већим слободним временом, као и са цивилизацијским условима који са много страна угрожавају интегритет личности, досада се јавља као озбиљан проблем појединаца и савременог друштва. ( http://sr.wikipedia.org/wiki/%D0%94%D0%BE%D1%81%D0%B0%D0%B4%D0%B0) Langeweile: (früher lange Weile) ist in der Grundbedeutung das Gefühl, dass die Zeit ungewöhnlich langsam vergeht, hervorgerufen durch völlige Untätigkeit und fehlende Ablenkung. Diese subjektive Wahrnehmung führt häufig zu Empfindungen der Unlust. Der Zustand der Langeweile ist negativ konnotiert, im Unterschied zur Muße. In der Philosophie des Existentialismus ist Langeweile ein Grundzustand der menschlichen Existenz. Potrei continuare all'infinito questa pedantissima introduzione, che nessuno leggerà mai e che funge da tortuoso corridoio per entrare in sala e assistere al filmato "38100" proiettato ieri sera in anteprima al Centro Teatro di via degli Olmi a Trento ( http://progettofilmato.blogspot.com/). Posto di cui non conoscevo l'esistenza, descrittomi come fucina di teatro sperimentale, dove pregustavo di tuffarmi finalmente alternativa in una serata urban underground, sognando milano, bologna, new york, chicago.... Una fumosa introduzione del "regista" Kogoj ci ha informato che per motivi di CENSURA l'evento non era stato pubblicizzato, ergo tutti gli astanti (decisamente numerosi) erano riflusso del passaparola. Alla parola "censura" ho iniziato a scalpitare come mi si confà – pregustando infocati scenari di protesta. Non vedevo l'ora di fiondarmi a suggere dettagli dal regista! Orbene....in realtà il filmato – così come il centro – è finanziato 1) dall'Assessorato alle Politiche Govanili Þ qui sorge una perplessità: l'età media di "attori" e "registi" era decisamente over 30, sebbene, ok, l'aspetto "giovanile"; 2) dalla Fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto Þ seconda perplessità: data l'accoppiata di sponsor decisamente istituzionale, sono curiosa di vedere quanto si sono spinti oltre questi teatranti nella loro critica sociale, in un filmato che ci narrerà della noja – che, si sa, sta a trento come "La Nausea" a Sartre. Finito il filmato, ove, ahimè, nulla ho rilevato di alternativo, provocatorio, underground, grunge, critico-sociale, ruggente, graffiante, nuovo, stimolante, mi sono comunque precipitata a farmi raccontare di più sull'episodio "censura". Un presuntuoso e annoiato "attore" mi ha risposto "Non so bene, mi pare che non abbiamo scritto bene il nome dell'assessorato sul comunicato".... e si fionda sul buffet. Colpa mia: alla mia età, tanto naïf da aspettarmi che esistesse un'officina treatrale? E che, finanziata da un assessorato e da una cassa di risparmio, potesse essere provocatoria e sovversiva?????? Dans la ménagerie infâme de nos vices, II en est un plus laid, plus méchant, plus immonde ! [...] C'est l'Ennui ! Questo è Baudelaire, ma scrivendo a mente il brano che ora riverso sulla tastiera, stanotte ho scalciato sotto le lenzuola come Sandra Mondaini: che noja, che barba! Vi lascio il seguito internazionale, vado a cercarmi uno sponsor..... Aburrimiento: tedio o hastío es un estado de desinterés o de falta de energía, como reacción a estímulos que se perciben como monótonos, repetitivos o tediosos. Se produce por la falta de cosas interesantes para ver, oír o para hacer (física o intelectualmente) cuando se desea estar activo. Es lo contrario de la diversión o del entretenimiento. Puede causar bostezos. Puede resultar de limitaciones externas (confinamiento solitario, privación sensorial, trabajo monótono) o de una inhibición interna. Aquellos que se encuentran temporalmente aburridos pueden considerar su estado como una mera pérdida de tiempo, pero generalmente lo consideran aún peor. Por otra parte, puede pensarse que tener mucho tiempo libre causa aburrimiento. De hecho, el tiempo parece transcurrir más lento cuando alguien sufre de aburrimiento. El aburrimiento también puede ser un síntoma de depresión clínica. Aburrimiento (latín: ab- prefijo «sin», horrere «horror») es la existencia desprovista de sentido, cuando ya no queda nada por perder, nada a que temer. Ejemplo de su uso en el siglo XIV: «mas los enemigos eran assi aborridos que nenguno no se tiraua atras, antes cadascuno era uolenteroso de morir». El aburrimiento también puede llevar a acciones impulsivas o excesivas sin sentido, o incluso que perjudiquen los propios intereses. Por ejemplo, hay estudios sobre el comportamiento financiero que muestran que los accionistas pueden comprar o vender sin una razón objetiva simplemente porque se aburren y no tienen nada mejor que hacer. Algunos psicólogos coinciden en afirmar que una de las razones que mueven a los jóvenes a entrar en el mundo de la droga y el alcoholismo es precisamente el aburrimiento. La respuesta del ser humano más aceptada y extendida al aburrimiento es realizar tareas que no requieran apenas esfuerzo (ni físico ni psíquico) y que le mantengan concentrado y absorto -y por tanto evadir el aburrimiento. La forma más común son los llamados pasatiempos. Se ha constatado que el primer pasatiempo fue pensado como tal por el periodista Arthur Wyne en la segunda década del siglo XX. Sin embargo, no fue hasta la siguiente década cuando se publicó el primer libro de pasatiempos del que se vendieron 750.000 unidades en sólo una semana. ( http://es.wikipedia.org/wiki/Aburrimiento) Langeweile entsteht oft durch Monotonie im Alltag, also durch sich wiederholende Ereignisse, die aus subjektiver Sicht nichts Interessantes oder Aufmunterndes mit sich bringen. Oft wird Langeweile auch mit Innerer Leere und Monotonie gleichgesetzt. Langeweile zeigt sich hauptsächlich durch die oben beschriebene Symptomatik, kann jedoch mit individuellen Gefühlen wie Verdruss und Sinnlosigkeit des eigenen Seins einhergehen. Im Allgemeinen zeigt sich dieses auch dadurch, dass Langeweile oft als das Gegenteil von Spaß, Freude und Abwechslung angesehen wird. Es liegt eine Bewertung zugrunde, was "sinnvolle Zeit" und was "Zeitverlust" sein. Das Gegenteil der Langeweile bezeichnet man als die Kurzweil. Bei der Langeweile wird die Zeit als ausgedehnt empfunden, d. h. dem Betroffenen kommt es vor, als würde die Zeit langsamer als normal vergehen. Bei der Kurzweil hingegen empfindet ein Betroffener die Zeit als sehr schnell vergehend. Sofern hat der Zustand des Langweilens auch Gemeinsamkeiten mit der Ungeduld, bei der die Zeit, die für eine Tätigkeit benötigt wurde, zuvor zu kurz eingeschätzt wurde. Alle drei haben somit gemeinsam, dass sie mit einer Veränderung des Zeitempfindens einhergehen. (http://de.wikipedia.org/wiki/Langeweile) Tédio : O tédio é um sentimento humano, um estado de falta de estímulo, ou do presenciamento de uma ação ou estado repetitivo - por exemplo, falta de coisas interessantes para fazer, ouvir, sentir etc. As pessoas afetadas por tédio em caráter temporário consideram este estado muitas vezes como perdido, perda de tempo, mas geralmente, não mais do que isto. Alternativamente, alguns acham que ter tempo de sobra também causa tédio. Para as pessoas entediadas, o tempo parece passar mais lentamente do que quando elas estão entretidas. Tédio também pode ser um sintoma de depressão. O tédio pode levar a atitudes impulsivas e às vezes mesmo excessivas, que não servem para nada e podem causar danos. Por exemplo, estudos mostram que acionistas da Bolsa de Valores podem vender ou comprar ações sem nenhuma razão objetiva para tal, simplesmente porque eles sentem-se entediados por não terem nada para fazer, onde o tédio é desencadeado por uma situação de saída de uma atividade rotineira de fazer contas, verificar investimentos, etc. (http://pt.wikipedia.org/wiki/T%C3%A9dio) L'ennui est un sentiment aussi bien durable qu'éphèmère de démotivation et de désintéressement. "Ennuyer" est issu de "Inodiare" en bas latin, qui signifie "Etre odieux". (http://fr.wikipedia.org/wiki/Ennui)

giovedì 6 dicembre 2007

Palle di natale

Ieri sera mi è accaduto un fatterello – quasi un nonnulla nella dinamica e nell'economia della serata. Stavo tornando verso la macchina con un paio di amici quando, in senso opposto, ho incrociato una signora che ultimamente ho visto spesso in Piazza Fiera. È – credo – una senza dimora. Circa 60 anni, gira in sandali e senza calze anche in inverno, il viso scuro, sporco e accartocciato, l'espressione arcigna. È scomodo incontrarla. È scomodo incontrare persone come lei, e guardarle. Facilmente le scansiamo e la loro presenza suscita disagio o senso di colpa. Non occorre essere milionari, e accade anche se ci sottraiamo al circo del consumismo sfrenato. Per le scarpe che indossiamo, consapevoli che a casa ne abbiamo molte altre, e giacche, camicie, borse, mentre loro, presumibilmente, non hanno niente. Non è l'avere, credo, la parte più scomoda, quanto l'essere. Ieri sera questa signora mi ha detto una parola – che lì per lì non ho capito. Le ho chiesto di ripetere: " carità" e ha allungato la mano. Una frazione di secondo, ma ero già oltre. Un altro secondo e mi sono sentita una merda, avrei voluto fermarmi, fare dietro-front, mettere mano al portafoglio. Pur sapendo che una manciata di euro non avrebbe risolto la sua vita. E che non sono solita sciacquarmi la coscienza con un po' di monetine. Sotto le luci di natale, sono spuntate varie domande: che ne è stato di quella vita? Che le è successo per ridursi così? E quando? Perché non è "risalita"? Da cosa la protegge la scorza di pellaccia che sembra avere? Ripara dal groviglio di emozioni (che non riesco neppure a immaginare), che credo si scateni dovendo chiedere la carità? Cosa pensa? Cosa vede? Come giudica queste luci natalizie, le nostre scarpe e calze colorate?

Non ho risposte, non ho palle di natale, ma non so se avrei quelle per farle direttamente queste domande.

domenica 2 dicembre 2007

Figli di……. (O il Paese dei cachi)

Frequentando per lavoro degli uffici provinciali, mi colpisce il numero di uscieri e la reverenza con cui ti apostrofano "dottore" e "dottoressa". L'ultima "usciera" che ho conosciuto è talmente sollecita da farmi sospettare un plot americano: la sera si trasforma in una psycho-nonnina acquattata nell'ombra per sgozzare i laureati del quartiere. Restando in metafora cinematografica, invece, gli uffici privati per cui lavoro, ricordano scenette à la Pozzetto. Direttori e dirigenti con la terza media o un diploma superiore e abilità tecniche tali da "guarire PC malfunzionanti con la sola imposizione delle mani" o parlare con la macchina del caffè ("farai il caffè solo quando te lo dirò ioooooooooo"). Chi telefona, scrive o manda fax alla loro attenzione, solitamente dà per assunto che siano "dottori". Altrettanto solitamente il diretto interessato abbozza, tavolta abbassa lo sguardo, più spesso fa stampare senza qualifiche i biglietti da visita di tutto lo staff, onde evitare di trovarsi in imbarazzo in riunioni, seminari, workshop etc. Detto questo, voglio condividere con voi una chicca di recente scoperta, che ci illumina sul valore di titili, qualifiche, ed esperienze maturate. Seguitemi… Titoli che danno diritto alla preferenza a parità di merito (art. 5, comma 4 del D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 e successive modificazioni ed integrazioni) 1) gli insigniti di medaglia al valor militare 2) i mutilati ed invalidi di guerra ex combattenti 3) i mutilati ed invalidi per fatto di guerra 4) i mutilati ed invalidi per servizio nel settore pubblico e privato 5) gli orfani di guerra 6) gli orfani dei caduti per fatto di guerra 7) gli orfani dei caduti per servizio nel settore pubblico e privato 8) i feriti in combattimento 9) gli insigniti di croce di guerra o di altra attestazione speciale di merito di guerra nonche' i capi di famiglia numerosa 10) i figli dei mutilati e degli invalidi di guerra ex combattenti 11) i figli dei mutilati e degli invalidi per fatto di guerra 12) i figli dei mutilati e degli invalidi per servizio nel settore pubblico e privato 13) i genitori ed i vedovi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti in guerra 14) i genitori ed i vedovi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per fatto di guerra 15) i genitori ed i vedovi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per servizio nel settore pubblico e privato 16) coloro che abbiano prestato servizio militare come combattenti 17) coloro che abbiano prestato servizio a qualunque titolo, per non meno di un anno, presso il mart 18) i coniugati e i non coniugati con riguardo al numero dei figli a carico 19) gli invalidi ed i mutilati civili 20) i militari volontari delle forze armate congedati senza demerito al termine della ferma o rafferma Ai sensi della L. n. 407/1998, sono equiparati alle famiglie dei caduti civili di guerra, le famiglie dei caduti a causa di atti di terrorismo consumati in Italia. La condizione di caduto a causa di atti di terrorismo, nonché di vittima della criminalità organizzata, viene certificata dalla competente Prefettura (per le Province di Trento e Bolzano dal Commissariato del Governo), ai sensi della L. n. 302/1990. Per la documentazione necessaria, rivolgetevi agli uffici competenti, grazie. Se volete candidarvi, questo è un estratto dal Bando di concorso pubblico per esami per la copertura di n. 1 posto a tempo indeterminato della figura professionale di assistente ad indirizzo linguistico/turistico, categoria c, livello base, prima posizione retributiva , presso il Mart. Un cordiale saluto, La Donna Cannone