sabato 31 gennaio 2009

cento e uno modi per sedare una rissa

ROMA - Si difende Paolo Morra, il poliziotto arrestato per aver ucciso stamani a Civitavecchia un senegalese durante una lite di condominio. Secondo indiscrezioni, durante l'interrogatorio in commissariato, l'agente avrebbe parlato di un colpo partito accidentalmente mentre cercava di sedare una rissa scoppiata tra un gruppo di immigrati. In serata Morra dovrebbe essere sentito anche dai magistrati che coordinano le indagini. (Agr)

venerdì 30 gennaio 2009

nei secoli bestiali

ROMA (30 gennaio) - Segni di maltrattamenti sui corpi dei sei romeni arrestati per lo stupro di Guidonia. A constatarli durante una visita in carcere Rita Bernardini, deputata Radicale-PD, e Sergio D'Elia segretario dell'associazione Nessuno tocchi Caino. «Su uno di loro, che zoppicava vistosamente, erano visibili i segni di percosse su un occhio, sulle gambe e sull'anca destra. Altri due avevano gli occhi pesti, ma affermavano, uno di essere caduto e l'altro di essersi picchiato da solo per la disperazione. Da quanto abbiamo potuto ascoltare, il pestaggio sarebbe avvenuto, a più riprese, nelle celle di sicurezza della caserma dei carabinieri di Guidonia. Del resto, non ci sentiamo di escludere che i sei rumeni abbiano subito ulteriori maltrattamenti, seppure di minore intensità e violenza fisica, anche al momento dell'ingresso a Rebibbia». «Proprio nei casi di reati del tipo in questione, riteniamo che la forza e la credibilità delle istituzioni risieda nel rispetto più rigoroso della legalità e del rispetto dei diritti umani delle persone accusate. Su questi fatti i deputati radicali presenteranno oggi stesso un'interrogazione urgente ai ministri della Difesa e della Giustizia».

il contrario di Calderoli

A Roma salutavo gli amici. Dove vai? Vado in Perù. Ma che sei matto? Me ne andavo da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide, da quella Roma del “volemose bene e annamo avanti”, da quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei “Sali e Tabacchi”, degli “Erbaggi e Frutta”, quella Roma dei castagnacci, dei maritozzi con la panna, senza panna, dei mostaccioli e caramelle, dei supplì, dei lupini, delle mosciarelle… Me ne andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma degli uffici postali e dell’anagrafe, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva una raccomandazione… Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti… Me ne andavo da quella Roma degli attici con la vista, la Roma di piazza Bologna, dei Parioli, di via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella barocca, quella eterna, quella imperiale, quella vecchia, quella stravecchia, quella turistica, quella di giorno, quella di notte, quella dell’orchestrina a piazza Esedra, la Roma fascista di Piacentini… Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Romacaput mundi, del Colosseo, dei Fori Imperiali, di Piazza Venezia, dell’Altare della Patria, dell’Università di Roma, quella Roma sempre con il sole – estate e inverno – quella Roma che è meglio di Milano… Me ne andavo da quella Roma dove la gente pisciava per le strade, quella Roma fetente, impiegatizia, dei mezzi litri, della coda alla vaccinara, quella Roma dei ricchi bottegai: quella Roma dei Gucci, dei Ianetti, dei Ventrella, dei Bulgari, dei Schostal, delle Sorelle Adamoli, di Carmignani, di Avenia, quella Roma dove non c’è lavoro, dove non c’è una lira, quella Roma del “core de Roma”… Me ne andavo da quella Roma del Monte di Pietà, della Banca Commerciale Italiana, di Campo de’ Fiori, di piazza Navona, di piazza Farnese, quella Roma dei “che c’hai una sigaretta?”, “imprestami cento lire”, quella Roma del Coni, del Concorso Ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, Me ne andavo da quella Roma dimmerda! Mamma Roma: Addio! …e poi ce so’ tornato! (Remo Remotti)

giovedì 29 gennaio 2009

buono a sapersi

Rifugiato (o, più diffusamente, rifugiato politico) è un termine giuridico che indica chi è fuggito o è stato espulso a causa di discriminazioni politiche, religiose o razziali dal proprio Paese e trova ospitalità in un Paese straniero. A differenza del concetto di profugo, espressione priva di un contenuto giuridico usata per definire genericamente chi si è allontanato dal Paese di origine per le persecuzioni o per una guerra, ciò che caratterizza il rifugiato è l'aver ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle convenzioni internazionali questo status e la relativa protezione attraverso l'asilo politico. Il fenomeno ha assunto dimensioni rilevanti dopo la Seconda guerra mondiale, quando l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito un organismo appositamente chiamato a tutelare i rifugiati, l'Alto Commissariato per i Rifugiati (ACNUR; in inglese United Nations High Commissioner for Refugees, UNHCR), fondato alla fine del 1950. Di poco successiva alla fondazione dell'ACNUR è la prima definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione firmata a Ginevra il 28 luglio 1951: « Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra. » (Convenzione sullo status dei rifugiati, Ginevra, 28 luglio 1951) (da wikipedia)

mercoledì 28 gennaio 2009

loro

Immaginate uno schermitore che giochi a pallone con la sciabola. Oppure il solito capriccioso che si porti via il pallone perchè è suo. Niente, non viene in mente un paragone assurdo abbastanza da accostare lo sbarramento del 4% per le elezioni europee che il parlamento italiano sta discutendo in questi giorni. Discutendo si fa per dire perchè, raggiunta la giusta misura che permette ai partiti presenti di continuare a giocare - il 4% dovrebbe bastare anche a Casini, Di pietro e Bossi - tutti concordano nell'escludere gli altri. Perchè non si capisce. al di là del loro interesse, certo. Non c'entra la scusa della governabilità, stavolta, visto che di parlamentari in Europa l'Italia ne porta una settantina, non di più. Il prossimo passo chissà, potrebbe essere una legge che riservi il diritto di competere alle elezioni solo quelle forze che nella sigla hanno PD. Tutto naturalmente in nome del bene del paese. Favola a cui qualcuo evidentemente ancora crede: quelli che si accodano per il "voto utile" e quelli che si scindono. Forse in fondo, è un modo come un altro per abituarsi. A giugno il referendum Guzzetta potrebbe ridurre a due i partiti. Per poi, come gli Stati Uniti, convincerci che siamo una democrazia. Non resta, ai partiti minori, che ritirarsi dalle giunte di comuni, provincie e regioni. Ma agli assessori, di ogni partito, chi glielo fa fare?

PDL - 20

Vent'anni fa la guerra era ancora un tabù. Non solo: si andava in bicicletta senza doversi infilare in una pista. E le melanzane veraci non si chiamavano bio e non costavano il doppio. E i bagni erano tutti finestrati. Allo stadio c'erano meno svastiche. E quando ti assumevano ti mettevi l'anima in pace, senza doverti chiedere di che vivrai tra tre mesi. La Rai non interrompeva i programmi con la pubblicità. E il mio vicino di casa di dichiararsi razzista ancora si vergognava. La scuola, di norma, era pubblica. Come la SIP, l'ENEL, le ferrovie, l'Alitalia. Di tumori da onde elettromagnetiche si parlava sui fumetti di Batman. E la polizia mi faceva meno paura. E Romina era ancora gnocca. E si andava in pensione prima di essere rimbambiti. E si prendeva abbastanza da sopravvivere. E molti di quelli che sono morti nel frattempo erano migliori dei ventenni che trovi ad "amici". Che Cuore neanche sanno cos'era. Io un partito che abrogasse tutte le leggi approvate negli ultimi vent'anni lo voterei.

martedì 27 gennaio 2009

per chi suona la sirena

Ogni volta la stessa storia. Dopo lo stupro la folla tenta il linciaggio. I giornali ne riportano anche le frasi. Tarantino non saprebbe fare di meglio. Ora c'è anche la vittima che come in un western dichiara che si farà giustizia da sola. Basterebbero le reazioni, e il loro trattamento sui giornali, a spiegare "l'escalation d violenza", come dice la TV. Comodo dare del mostro, dell'extracomunitario, del malato. Emarginare,condannare. Come si trattasse di qualcosa di estraneo. Lo facevano anche nel medioevo, con le streghe. Che però, guarda caso, se sono sparite non è stato perche estinte dai roghi, ma grazie a Voltaire, Russeau e a lumi senza i bagliori delle fiamme.

lunedì 26 gennaio 2009

Vieni anche tu, a Trento: l'ideale per un sordocieco!

Tra le tante emergenze che assediano quell'inferno di malavita che è Trento c'è qualche raro muro colorato. Il comitato di sicurezza pubblica ha già dichiarato che appronterà un'apposita task force di autoblindo e pennelloni per restitire la città al grigiore per il quale è conosciuta in un tutta la Val D'Adige. La popolazione da sempre ligia alla tradizione che la vuole assopita, non sembra ancora essersi accorta del pericolo dei graffiti. Ma prima o poi, al risveglio, anche i trentini colti di sorpresa da un giallo che non sia quello che li inchioda al semaforo fino al comparire del fuxia, potrebbero cadere nel panico. L'amministrazione ha pertanto deciso di muoversi per tempo. Altre emergenze come i suonatori di strada o i mendicanti hanno già ricevuto del resto una valida risposta dalle autorità competenti: com'è noto per nel capoluogo Trentino per decreto sono state abolite la musica e la povertà. Ma il colore, ci ha dichiarato l'assessore alle nuvole, è un fenomeno nuovo, che giunge a ciel sereno. Quando ormai ci sentivamo al sicuro, nel nostro sistema di efficientissime tangenziali e relative tangenti.

domenica 25 gennaio 2009

buona, non è niente, è solo Berlusconi.

Buon compleanno Donna Cannone

Alle soglie del mio "2° compleanno cannonico", voglio condividere con voi questo splendido omaggio alla Donna Cannone.
In alto, la bellissima Donna Cannone dell'illustratore artista Antony Fachin e a seguire uno stralcio da http://www.hitparadeitalia.it/, che ricorda l'episodio reale da cui nasce la stupenda canzone di De Gregori.
«Il suo autore l'ha definita "ingombrante". (...) non é facile, nemmeno per i cantautori, raccontare una storia d'amore con poche e semplici pennellate senza cadere nella trappola della banalità (...) le immagini suggerite dal testo non potevano trovare migliore esaltazione di una melodia come questa, capace di evocare con la stessa efficacia il cielo più nero come il volo più vertiginoso.
Secondo il sito ufficiale dell'artista, il pezzo sarebbe stato ispirato da un fatto di cronaca: un circo si trovava sull'orlo del fallimento dopo che la donna cannone, sua massima attrazione, era fuggita per seguire un grande amore. Nei versi di De Gregori la donna, svincolata dagli stereotipi del "fenomeno da baraccone", racconta in prima persona la sua fuga dando voce ad uno smisurato desiderio di amore, di tenerezza e, soprattutto, di una vita normale, lontana da chi sfrutta le diversità a fini spettacolari. Ed é proprio quando ritrae personaggi fuori dal comune, spesso emarginati o mal integrati nella società che De Gregori dà il meglio di sè come autore, riuscendo come pochi altri a calarsi pienamente in una prospettiva che non é quasi mai quella "ufficiale" dei giornali o dei libri di storia. (...)» (di Luca su http://www.hitparadeitalia.it/schede/d/donna_cannone.htm)

sabato 24 gennaio 2009

mentitore a vita

Tre giorni fa la Corte d’appello di Perugia ha voluto festeggiare il 90° compleanno di Giulio Andreotti confermando la condanna a 2 mila euro di multa inflittagli due anni fa dal Tribunale per aver diffamato il giudice Mario Almerighi, dandogli del “falso testimone”. Il Divo dovrà anche risarcire il magistrato diffamato con una provvisionale di 20 mila euro. Dopo la sentenza della Cassazione che confermò la prescrizione per il reato di mafia fino al 1980 e l’assoluzione per il periodo successivo, Andreotti accusò Almerighi di aver mentito sotto giuramento ai giudici di Palermo raccontando le sue pressioni sull’allora Guardasigilli Rognoni per salvare l’amico Carnevale da un processo disciplinare. Difficile immaginare qualcosa di più grave, per un magistrato. Il prescritto a vita disse che Almerighi è “un pazzo”, lo paragonò ai “falsi pentiti”, l’accusò di raccontare “infamie” e aggiunse che affidare la giustizia agli Almerighi “è come lasciare una miccia nelle mani di un bambino”. Denunciato per diffamazione, Andreotti si riparò dietro l’insindacabilità parlamentare, ma la Corte costituzionale gli levò lo scudo e lo rispedì in Tribunale. Che, come poi la Corte d’appello, ha stabilito come Almerighi avesse detto la pura verità. (M. Travaglio, l'Unità)

venerdì 23 gennaio 2009

ecco uno che dura meno di veltroni

morti e mortacci

I morti non sono tutti uguali. Prova ne fu che i milanesi passavano con raccapriccio per Piazzale Loreto quando i fascisti vi appesero i cadaveri di alcuni partigiani, metre gli stessi milanesi festeggiarono quando videro che dai medesimi ferri penzolava il dittatore. I morti, dicevamo non sono tutti uguali. A ricordarcelo ci pensano i mass media. Ieri ad esempio un goielliere di un quartiere bene della capitale ha detto la sua al tg sul provvedimento disciplinare che ha raggiunto il poliziotto accusato di aver ucciso il figlio, Gabriele Sandri. Una perdita di cui gli ultrà di estrema destra quando nelle risse si trovano in inferiorità, ancora piangono la scomparsa. E Pinelli? E Giuliani? E Aldovrandi? E le mille morti sospette nei penitenziari? Orfani.

mercoledì 21 gennaio 2009

l'avevo detto, io (e m'ero sbagliato)

Oggi ci esibiremo in un numero di alta scuola, una specie di salto mortale che solo pochissimi riescono ad eseguire; dire: "l'avevo detto, io ( e m'ero sbagliato)". Solo un esercizio di stile, come si vedrà, ma che può fungere da modello per tanti altri circensi. Ebbene, sì, ora che il girone di andata è concluso posso ricordarlo a tutti: avevo previsto che la Fiorentina lottasse per lo scudetto e il Milan invece naufragasse. L'ultima partita (Fiorentina - Milan 0 a 1) ha invece confermato che giocare con le figurine e dimenticarsi di schierare il centrocampo non vuol dire per forza perdere, anzi. La squadra di Berlusconi rifiuta 100 miliardi - che al tanto decantanto "sistema Italia" male non avrebbero fatto - e si tiene Kakà, il pallino dei petrolieri. A che valgono allora i pronostici che formuliamo oggi? Forse a leggerli al contario. A ricavare cioè come andranno le cose rovesciando le nsotre previsioni. Facciamo del resto così da anni, con l'oroscopo di un quotidiano, e funziona. Chissà che non sia un esercizio istruttivo, quello di ammettere di aver detto una baggianata. Potrebbero cimentarsi tanti commentatori, magari, del Corriere della Sera, che parlavano di scontro di civiltà e adesso andrebbero destinati a qualche parcheggio di conformismo, dopo le parole di Obama. Oppure tanti esegeti della libertà, tanti da formare un popolo, addirittura. Quelli che si ispiravano a quel molestatore da autobus che risponde al nome di Adam smith e alla sua mano morta, quelli che volevano la libertà di mercato e adesso vogliono i dazi, e i soldi alla Fiat. Almeno i nostri pronostici erano disinteressati.

martedì 20 gennaio 2009

I have a dream

Appunti per un film sulla lotta di classe

Immaginate che un giocatore di scacchi riesca a mettere in campo la partita perfetta: mossa dopo mossa una serie di arrocchi, di combinazioni, fino alla vittoria. Immaginate poi che lo stesso giocatore nella partita successiva, magari con un altro avversario replichi le medesime mosse, una ad una. La partita cesserebbe di essere perfetta, e anzi probabilmente porterebbe ad una sconfitta. Quando Ascanio Celestini in "Appunti per un film sulla lotta di classe" si china su un carillon come in "radio Clandestina" faceva su una radio, perde. Quando enumera la dozzina di precari che denunciarono l'Athesia come in altri brani faceva con i caduti delle fosse ardeatine, viene sconfitto. Azzeccare le mosse significa leggere, capire, che partita si sta giocando. Ascanio è come qui giocatori di calcio che fano sempre la stessa finta, col campo pesante o col sole, stanchi o freschi, in attacco o in difesa. Di solito finiscono a farla davanti a un bar, per gli amici. Quando Celestini chiama "bocca marcia" una ragazza col labbro leporino reitera la parlata che l'ha reso famoso: il romanesco di sessant'ani fa. Quando racconta del padre di quella ragazza che impone si debba sposare prima lei e poi, in ordine, la seconda figlia dà voce a una mentalità da dopoguerra, quella che appunto tanto bene narrava, ad esempio, in "Scemo di guerra". Tutto pare insomma come quando Pavaroti gorgheggiava i pezzi di jovanotti. Ma Ascanio non ha l'incombenza di pensare a come evadere le tasse: possibile che non si renda conto che il suo talento merita un uso migliore? Migliore di certe battute anche da Bagaglino, "il marito di Costanzo." Se proprio bisogna rubare, di refurtiva preferiamo i soliloqui presi a prestito dallo stile di Antonio Rezza, in cui tra sè e sè si equivoca assurdamente una realtà svelado quanto essa sia più assurda ancora. Oppure, di argenteria preferiamo le canzoni, specie "tra cinque minuti scoppia la rivoluzione" che provano a riecheggiare de Andrè. Celestini è un Maradona, è un Bobby Fisher. Dei suoi appunti è dagli scarabocchi che dovrebbe partire, senza fare l'inchino per gli applausi alle partite di qualche anno fa, o di qualcun altro.

lunedì 19 gennaio 2009

San Toro

Dal bipolarismo in poi decidere se essere chiusi in gabbia con una tigre affamata è pericoloso richiede un dibattito tra due opposte opinioni. In cui di solito, uno dei due dice la propria tacitando l’altro con la frase magica: tu sei di sinistra. Poi ci sono i bipartisan, gli equidistanti, quelli che tra Hitler e Ghandi, tra cappuccetto rosso e il lupo, tra un raffreddore e la lebbra o Bush riuscirebbero comunque a occupare il baricentro, la riga di mezzo. E gli obiettivi? Quelli che dicono le cose come stanno? Quelli che fanno notare che Israele bombarda le scuole e – dopo congruo intervallo – i soccorritori? E che lo fa con armi vietate? Rischiano di perdere, di nuovo, il posto.

venerdì 16 gennaio 2009

Due cuori e una giostra - 2° parte

La giostra della famiglia Gregori Faccio a Trento
Ecco la 2a parte dell'intervista
Manuel prende l’abbrivio per raccontarmi che in effetti ci sono avversità, spese e lungaggini burocratiche. "La legge impone di trovare un’area per circhi e spettacoli itineranti, e sono previsti sconti per la luce ed altri servizi. Un tempo le battaglie erano di categoria, oggi abbiamo ANESV AGIS (Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti), che continua a lottare. Ma purtroppo sono rimasti pochi membri, e sono anziani. Oggi i nostri problemi riguardano soprattutto i costi, che sono troppo alti, (come la fornitura di energia elettrica), e la reperibilità di aree per gli spettacoli. Per farti un esempio, qui a Trento abbiamo un contratto forfetario di fornitura di 10kw per 12 ore al giorno, ma anche se ne usiamo solo 4 ore alla fine dobbiamo pagare il costo forfetario, di circa 190€, mentre il consumo effettivo è di circa 70€! E poi, ogni 3 mesi dobbiamo fare l’allaccio elettrico. Funziona così: si paga il primo mese e per il secondo si fa la proroga; il terzo mese si deve fare il rinnovo, che costa quasi 200€! Un altro problema è quello delle aree di sosta. Ogni 3 mesi ci spostiamo, e ogni Comune ci vorrebbe far comprare il terreno su cui sostiamo! È una follia! E poi la burocrazia... Assurda. Pensa che ogni provincia richiede un permesso con relativo pagamento - per il transito coni nostri trasporti eccezionali, quindi, per farti un esempio, per spostarmi da Bolzano al Veneto, passo 4 giorni in auto, a consegnare il disegno tecnico e richiedere i permessi per il transito sulle strade. Da Bolzano a Trento si paga solo il bollo: 14€. L’Anas del Veneto te ne chiede circa 80€, più 2 marche da bollo, e la società Autovie Venete circa 180€ più 2 marche da bollo. Fai il conto!"
DC: Non mi intendo di trasporti eccezionali, ma in effetti mi sembra un costo elevato. «Per fortuna – prosegue Manuel - il tessuto sociale dei colleghi è molto solidale. Ci si vede solo a periodi, ma ci conosciamo tutti. Noi lavoriamo in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige. In particolare, qui c’è una comunità che condivide un calendario fisso di feste ed eventi nelle varie località e quindi si muove insieme. Siamo comunque tutte ditte individuali». DC: Quanto è veramente nomade il tuo lavoro? Manuel: Oggi, lo è su base regionale. Una volta ci si spostava di più, ed era anche più facile. I sindaci erano “amici di paese”, si viaggiava di più, si andava all’avventura. E le famiglie erano molto più numerose. Oggi abbiamo regolamenti e calendari fissati dai sindaci e dalle amministrazioni comunali. La nostra attività sostanzialmente è regolamentata come quella dei mercati cittadini.
Antica foto del lunapark di Genova
DC: Ma se voleste andare, che so, a Napoli, potreste farlo? Manuel: Sì, ma in base ad accordi “subacquei” ognuno sta a casa sua. Chi ha un’attrazione di novità, invece, deve e può spaziare. Ti spiego: con una giostra come la mia non costituisco un’attrazione nuova per un’altra città, e quindi vado a lavorare nelle regioni consolidate. Vice versa, se uno ha un’attrazione nuova, innovativa, ho bisogno di farla girare e di farla conoscere, ma costituisco anche una novità per le varie località. Comunque, c’è da dire anche che le aree sono sempre più piccole, e quindi non ci si può togliere il lavoro a vicenda. Si va dove si può andare. DC: Il pubblico è cambiato negli anni? Manuel: Sì, ci sono meno giovani, anche perché sono cambiati i gusti, e il numero di giovani sul territorio. Il lunapark, per esempio, funziona su feste collaudate, tradizionali, su fiere di paese. I grandi lunapark italiani, purtroppo, sono sul viale del tramonto. Erano Bologna, Verona, Genova e Perugia. Si può dire che quello di Verona e Bologna sono spariti, gli altri, a stento, resistono. DC: Com’è il mondo visto da un carrozzone? Non è diverso. Secondo la moglie di Manuel, hanno più spirito di adattamento. Manuel aggiunge che in estate va a fare l’autotrasportatore di pesce in Veneto, per far quadrare i conti. Dice che la crisi si sente parecchio, nel settore, e a volte toglie la voglia di andare avanti. "La mia giostra è stata avviata circa 40 anni fa, ma non possiamo permetterci il rinnovo costante delle attrezzature, perché è troppo costoso. L’ultimo è pari a quello del 1999. Manca un sistema finanziario idoneo. Sul piano finanziario siamo davvero strangolati. Puoi immaginare se uno acquista un’attrazione per decine o centinaia di migliaia di euro, e deve accendere un mutuo enorme, quando ha finito di pagarlo, l’attrazione è obsoleta, e nel frattempo ha dovuto spendere per rinnovo e/o manutenzione, e alla fine, se vuoi venderla, l’attrazione è vecchia…. Ma ciò nonostante, teniamo duro. Anche chi, come un dente cariato, non vuole o non riesce a levarsi". La famiglia aggiunge infatti che tutti i loro amici, parenti o conoscenti che si sono fermati, scesi dal carrozzone per una vita stabile sentono una nostalgia pazzesca e non riescono a realizzarsi. I più giovani, di solito, tornano.
DC: Pensate che il vostro lavoro abbia un futuro?
Manuel: Il futuro, come per tutti, è incerto. Finché ci saranno fiere e feste paesane, lavoreremo. Il problema è per i grossi luna-park, che noi chiamiamo “i parchi”. A proposito del nostro gergo, le nostre roulotte noi le chiamiamo ‘’carovane’’. Quella di mia suocera è spettacolare: è degli anni ’50, originale, è lunga 14 metri e apribile 1 metro per parte, quindi diventa 4,5 m interni, per quasi 50m2! Sai che in Italia siamo i primi nella costruzione di materiale abitativo e per le attrazioni di grande interesse? Mi ricollego e chiedo a Manuel come vanno le cose altrove. "A livello europeo – spiega - i colleghi sono molto meno numerosi, ma più agevolati. Per farti un esempio, in Italia siamo circa 15000esercenti, e in Germania sono solo 5000. Le condizioni però sono molto diverse. Per dirti, in Spagna e in Francia spaziano, si muovono molto per lavoro. I nostri colleghi italiani del sud vanno a lavorare anche in Albania e in Grecia, sono più avventurosi, e infatti noi li chiamiamo “avventurieri”. Da un punto di vista tecnico, ci rifacciamo tutti a normative nazionali: ISO e TÜV (una certificazione di gestione sicurezza alimentare e ambientale e per la qualità del sistema di gestione aziendale che costa circa 40mila euro!)" Chiedo alla famiglia Faccio Gregori se vuole aggiungere qualcosa: la moglie dice «per mio figlio vedo un futuro fuori dall’ambito delle giostre. Anche se questo mi farebbe male in cuore. Vorrei che studiasse». – Manuel invece lo lascerà libero di fare ciò che vorrà «l’importante è che lo faccia bene».
Siti di interesse: http://www.aaex.ru/ Art of Amusement Expo, Russia http://www.iaapa.org/ IAAPA International Association of Amusement Parks and Attractions http://www.prater.wien.info sito ufficiale del Prater, il lunapark di Vienna e il più antico del mondo http://www.tibidabo.es: sito ufficiale del Tibidabo, il lunapark di Barcellona, il secondo più antico al mondo

giovedì 15 gennaio 2009

d'uomo

una presa in giro di vite

Il sito dell'Adige titola "giro di vite su piazza Dante". Finalmente. Ci voleva. Quale che sia il senso della frase. Che si tratti dell'impianto di una bella vigna comunale in centro, disposta in filari circolari, che possa fornire uva a chi vuole e un'angolo di natura a tutti o, piuttosto, auspichiamo, che la frase corrisponda a una metafora e che alluda a iniziative che contrastino il degrado, la povertà, l'emarginazione di chi è costretto a bivaccare sotto la neve tra sorci e lerciume. Non resta che attendere le mosse concrete: dormitori pubblici e ronde che prestino soccorso e assistenza, che informino, magari in collaborazione con i vigili urbani, come sempre dediti a contrastare le prevaricazioni dei pochi balordi che quell'umanità indifesa vessa, irride, calpesta. O no?

mercoledì 14 gennaio 2009

sento che è il mio ramo

SYDNEY - Oltre un milione di candidati potenziali del 'piu' bel lavoro al mondo - guardiano di un'isola tropicale presso la Grande barriera corallina in Australia - hanno visitato nelle prime 48 ore dopo l'annuncio il sito web di Tourism Queensland, al ritmo di 200 al minuto, mandandolo in tilt e costringendo l'ente stesso a potenziarlo. Hanno cliccato su www.islandreefjob.com da tutto il mondo, dalla Mongolia alla Romania, e persino dal Vaticano. L'ente turistico del Queensland offre un contratto di sei mesi e un compenso pari a 75 mila euro per vivere a Hamilton Island e promuoverla come giornalista turistico, curando un blog. Ore di lavoro previste: 12 al mese, una villa di tre stanze vista mare in dotazione e trasporti aerei gratis. Altri compiti: dar da mangiare alla tartarughe, osservare le balene di passaggio e raccogliere la posta una volta a settimana. La reazione entusiastica di potenziali candidati, e l'attenzione dei media mondiali, hanno deliziato i responsabili della campagna di promozione turistica del Queensland. "La risposta globale sta superando ogni previsione", ha detto il ministro del turismo Desley Boyle. Sono state già raggiunte 29 milioni di persone grazie alla copertura dei media, ha aggiunto. I candidati dovranno mandare entro il 22 febbraio un video con le ragioni del loro interesse. Si comincia in luglio. (www.ansa.it)

nn hai propr nnte altr d fare?

Nel mare d’inverno il grande freddo stimola forse delìri da sms? Vien da pensarlo leggendo il caso di una ragazzina californiana che a dicembre ha inviato ben 14.528 sms e del padre che quando ha ricevuto 440 pagine di allegati al conto del cellulare della pargola si è divertito un mondo. Volemose bene, yes we can, soprattutto perché la figlia aveva scelto una tariffa che prevede sms illimitati. Nel bilancio “trionfale” rientra anche la non punizione prevista dai genitori: d’ora in poi vietato mandare sms dopo cena, e quindi lei potrà addirittura tentare di battere il suo record, visto che questa impresa l’ha realizzata inviando un messaggino ogni due minuti nelle ore diurne. (Il messaggero)

martedì 13 gennaio 2009

signor no

Il governo del premier socialista spagnolo Zapatero prevede di approvare nei prossimi giorni un legge che regoli i limiti dell'obbedienza dovuta ai superiori nell'esercito. Lo ha anticipato ieri il quotidiano el Pais. La normativa sancirà che nessun militare è obbligato a eseguire ordini che "vadano contro la Costituzione, o le persone e i beni protetti durante un conflitto armato" ma anzi stabilisce che chi li esegue dovrà "assumere la responsabilità della sua azione, o omissione". (Il manifesto, 13 gennaio 2009)

lunedì 12 gennaio 2009

i filistei sopravvissuti a Sansonetti

Nel '96 Rifondazione raccolse l'8,6 per cento dei voti. Qualcuno fu deluso: i sondaggi pronosticavano di più. Anni prima, quando nacque Rifondazione comunista comprendeva, tra i dirigenti, personalità oggi nel PD, che si staccarono per fondare i "comunisti unitari", presto confluiti nei DS. Quindi da Rifondazione si staccò la componente di Cossutta e dei suoi delfini Rizzo e Diliberto. Nel 2006 Ferrando, messo alla porta ha fondato il Partito Comunista dei Lavoratori. Poco dopo Turigliatto - pur votando diverse volte per Prodi - si è messo a capo di sinistra critica, cellula dal mezzo punto percentuale ma col programma espressamente apprezzato da Chomsky. Ora la domanda è: come facevano, all'inizio, a stare insieme? Cosa li legava? Un'appartenenza, una speranza o un'idea, anche solo quella di resistere a Occhetto? Lo so che pare di parlare di grammofoni nell'era dell'Epod, ma bisognerà pure capire perchè Vendola poteva seguire Cossutta e ora non può dialogare con Ferrero. O forse, vista l'aria che tira, qualcuno teme di raggiungere e superare l'8,6% di tanti anni fa?

alta marea

sabato 10 gennaio 2009

da domani in poi

A chi capita di passare - ma vale la pena di andarci apposta - nella biblioteca centrale di Trento in questi giorni succede di imbattersi in un mare di colori, idee, arcobaleni, manine. Sono i lavori delle scuole; una mostra che ha per tema la convivenza, il diritto, la fratellanza, l'uguaglianza. Quelle cose tanto retoriche che a vederle sopra lenzuoli, una volta che le tocchi e pensi che a darsi da fare sono stati dei ragazzini, tutto ti pare possibile, da domani in poi. E' un'ebbrezza che avevamo dimenticato.

giovedì 8 gennaio 2009

c'è chi può e chi iPod

Temete di essere scambiati per italiani straccioni affamati dalla crisi? Vi asfissiano i proletari a progetto accalcati nella metro? Abbiamo quello che fa per voi: esprimete la vostra pacata ed elegante superiorità, manifestate uno stile raffinato nel riconoscimento del luxury straniero con queste piccole preziosità:
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lunedì 5 gennaio 2009

Due cuori e una giostra

La giostra della famiglia Faccio Gregori a Trento, dic. 2008
Fiere e feste - religiose o popolari – raccolgono da prima del Medioevo attrazioni e divertimenti: c’erano veggenti che prevedevano il futuro, come sibille, maghi e astrologi. E poi giocolieri, saltimbanchi e mangiatori di fuoco. Il loro luogo era la piazza. Oggi, che non viviamo la città e ci ammucchiamo nei centri commerciali, fiere e lunapark ci sembrano forse anacronistici: masse caciarone che ci attanagliano gola e fantasia col profumo dello zucchero filato… È così che durante le vacanze di natale ho potuto intervistare un giostraio o meglio, come precisano i diretti interessati, un esercente dello spettacolo viaggiante. È con noi Manuel Gregori con la sua accogliente famiglia.
Mi hanno addirittura invitata nella loro roulotte…Seguitemi, andiamo a sbirciare il mondo da un carrozzone! Per prima cosa, chiedo a Manuel se è un mestiere che ha ereditato dalla famiglia. Manuel: Sì, da mio padre. La famiglia è attaccata a questo mestiere da più generazioni, coi teatri viaggianti, il circo, i primi cinematografi, anche se la radice è la famiglia di mia madre – la famiglia Zamperla. È abbastanza conosciuta. A un certo punto si è spaccata in due rami: metà è andata in America e l’altra è rimasta in Italia. Quella in America lavora come stunt-men, uomini cannone, spettacoli con le macchine. Anche tempo fa su MTV si è visto un Zamperla che si è fatto male, è stato sbalzato fuori dalla rete e quello lì è un mio parente. E quindi ha una discendenza lunga. Le prime giostre erano saltimbanco, giochetti truffaldini, spilli e ci si muoveva per fiera in fiera, da festa paesana in festa paesana. Diciamo un’attività molto nomade. Dopo, già con i teatri viaggianti, è nata una vena artistica e da questi sono nate le prime rudimentali giostre. Diciamo da idee banali, come pali e catene. Comunque hanno radici profonde, antiche. La storia di queste attività è lontana nel tempo. I documenti sono pochi e rari. Abbiamo qualche libro o raccolta di famiglia - io ho visto solo qualche speciale di telegiornale sui miei colleghi e basta.
DC: Tu hai iniziato da piccolo? Manuel: Sì, mio papà era qui di Trento, di Romagnano. Ho uno zio che lavora alla Whirlpool. Mia mamma invece era delle giostre. Mio papà quando ha sposato mia mamma ha iniziato questa attività. Prima aveva un’attività di imbianchino. Nel frattempo, arriva la moglie di Manuel, con il bimbo, piccolo, che ha bisogno di tornare a casa, e quindi la famiglia mi invita ad andare con loro e proseguire l’intervista in roulotte. Il carrozzone, lo chiamano. Mi guardo intorno estasiata, in questo lungo carrozzone dorato, arredato con gusto, caldo e accogliente – La moglie di Manuel con una punta di orgoglio mi fa vedere che c’è anche la lavastoviglie.
Poi Manuel prosegue «La famiglia itinerante è molto bella – ma richiede anche molta manodopera. La famiglia di mia moglie si chiama Faccio, è una famiglia storica, borghese e benestante, ma hanno sempre lavorato sodo. E hanno sempre difeso la categoria a denti stretti. Annoverano “grandi uomini” come li chiamiamo noi. Dicevo, mio papà, dal canto suo, voleva i figli con sé – e quindi io sono andato a lavorare con lui. Il legame famigliare di solito è molto forte, anche perché il figlio tende ad affiancare il padre nell’attività. Lavorando insieme nasce un grande attaccamento. È un’avventura, eh! Una missione ardua. Io ho fatto la scuola dell’obbligo itinerante. Ho un cugino che ha fatto il liceo scientifico, giurisprudenza e persino il dottorato, ma non riesce a entrare nell’attività di avvocato, perché non fa parte della categoria. Sai, qualche laureato ce l’abbiamo anche noi, anche se è una mosca bianca». Interviene la moglie: Io frequentavo 8 scuole all’anno! Il programma per me era sempre avanti o indietro. Ero bravissima: sono passata con distinto alle scuole medie, ma poi non volevo andare in collegio, volevo stare con la mia famiglia e fare le superiori itineranti era impossibile. Le chiedo com’era il rapporto con i compagni di scuola: «Buono – risponde - Eravamo la novità, c’era sempre molta curiosità. All’inizio. Poi ti mettevano da parte. Chi più chi meno, ovvio. A volte gli adulti dicevano “bambini, sono arrivati gli zingari”!» - «Ci confondono con gli zingari! Come in tutte le comunità, ci sono i buoni e i cattivi anche fra noi – ma non si salva nessuno dalla discriminazione!» A proposito di scuola, Manuel racconta che oggi come allora, i figli degli esercenti di spettacoli viaggianti cambiano spesso scuola. Di volta in volta ricevono un attestato che ne certifica la frequenza. Ora pare stiano cambiando la normativa, forse introdurranno un esame ad hoc per i figli degli esercenti degli spettacoli viaggianti, su base annuale.

La giostra della famiglia Faccio Gregori a Trento, dic. 2008

Manuel racconta poi che ogni famiglia viene riconosciuta con un tratto – per esempio, «noi siamo geniali ma folli. Io avevo uno zio che tanti anni fa si era arricchito con i cavalli. Ne aveva comprati 200. Poi è fallito. Comunque, le grandi famiglie sono rimaste poche. Per farti alcuni nomi: Zamperla, Cavaliere, Orlando. Mio nonno era di Margone, sopra Vezzano. Era figlio di una ragazza madre. E mia nonna era cresciuta “a erba e sassi”. Anche per questo il tasso di divorzi nelle nostre comunità è molto basso; 5 su 100, per dire un numero. La famiglia diventa un corpo e un’anima. Vi si tramandano storie e leggende, oltre al mestiere. Pensa, io ho un collega che quando racconta storie che risalgono a prima del 1914 parla in tedesco. Ovviamente, non è tutto rose e fiori. Come vanno, i guadagni, con la crisi? E poi com’è, questa vita nomade – così diversa, così lontana? Lo saprete nella 2° parte.

Alcuni siti di interesse

Il superbowl del lunapark di Genova

troppao avangi!

BRASILIA (4 gennaio) - Nel 2009 il governo brasiliano distribuirà gratis alla popolazione 1,2 miliardi di profilattici, 70 milioni di confezioni di pillole anticoncezionali e mezzo milione di pillole del giorno dopo. La grande campagna di prevenzione dell'Aids, delle malattie veneree e delle gravidanze indesiderate, senza precedenti nel mondo, è stata annunciata oggi dal ministero della Sanità di Brasilia. In pratica, se lo desidera, ogni maschio adulto in Brasile potrà ricevere gratis 22 preservativi nel corso dell'anno (e molti di più se si calcolano quelli che non faranno ricorso alla donazione di Stato), mentre ogni donna potrà ricevere pillole sufficienti per non correre rischi di gravidanza durante i prossimi dodici mesi. «È la prima volta nel mondo che un governo si fa carico pressoché integralmente della prevenzione delle nascite e delle malattie veneree», ha detto Adilson Franca, direttore delle iniziative strategiche del ministero. In questo modo, ha insistito Franca, si punta anche ad una riduzione rilevante degli aborti (clandestini e non) e delle operazioni di sterilizzazione. Alla fine del 2008 è stata inaugurata in Brasile la prima fabbrica statale di profilattici a Xapurì, maggior centro di produzione del lattice di gomma naturale. (www.ilmessaggero.it)

domenica 4 gennaio 2009

per grazia rifiutata

A vent'anni dal crollo del muro di Berlino più della metà dei tedeschi lo rimpiange. La Cecoslovacchia non esiste più. Della Jugoslavia restano macerie e fosse comuni. Oltre a magazzini di droga con una capitale e una bandiera. In Albania si propaga il fondamentalismo. anni fa la Bulgaria aveva eletto il discendente della ex casa regnante, in Polonia una coppia di gemelli. In Georgia piovono bombe. In Romania bambini vivono nelle fogne. In Russia, il cuore di quello che era "l'impero del male" la massima autorità politica ha appena deciso che il suo mandato durerà sei anni e non quattro. Gli subentrerà il suo predecessore. L'europa dell'Est, un tempo fucina di fisici, ora esporta i fisici delle prostitute. Tutto, dicono alcuni, cominciò con Gorbaciov. No, replicano altri, con Solidarnos, che prese coraggio grazie al nuovo papa polacco. Difficile negare comunque che a questo quadro Giovanni Paolo II contribuì. Di fronte allo spettacolo di mezzo mondo in sfacelo, ora che la transizione che tutto giustificava può dirsi conclusa, dobbiamo ammetterlo: Per quanto si dia da fare mai Ratzinger riuscirà a raggiungere i risultati del suo precedessore.

giovedì 1 gennaio 2009

se il 2009 fosse l'ultimo

Di recente la Chiesa non ha escluso che nell'universo ci siano altre forme di vita. Da sempre lei e chi la segue postulano esseri soprannaturali: Da Dio ai cherubini. Lo stesso fanno i mussulmani, la new age e tanti altri, compresi quelli che al lotto giocano i numeri suggeriti dal defunto in sonno. La scienza da parte sua diffida delle sedute spiritiche ma di tanto in tanto le sue avanguardie vagliano l'ipotesi che gli alberi abbiano emozioni, e se le comunichino. Ancora la scienza un tempo si affidava al cuore, mentre oggi per stabilire un decesso parla di morte celebrale. Col risultato che quando un dottore ci annuncia la morte di un congiunto potremmo chiedere: in che senso? E qui siamo al punto. Su Eluana Englaro ognuno ha detto la propria. Poi però in pochissimi accetterebbero di farsi cremare e qualcuno ridendo isterico chiede di portarsi il cellulare, ben carico, nella tomba, chè non si sa mai. Figurarsi se ne sappiamo qualcosa, delle sofferenze - ipotetiche - di Eluana e di quelle certe del padre. Ognuno, dicevamo, dice la sua. Tranne noi.