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martedì 20 luglio 2010

cry for me, Argentina

"In un paese dove si stima che cattolici siano più o meno il 91 per cento della popolazione, da oggi c’è una legge che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Succede in Argentina, primo paese dell’America Latina a sancire così legalmente le unioni omosessuali. Il disegno di legge, sostenuto dal governo di centro-sinistra della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, è stato approvato con 33 voti a favore e 27 contrari."

lunedì 7 giugno 2010

Come dice il grande capo...

"Ha l'effetto di una fitta al cuore e un brivido lungo la schiena, in un torrido pomeriggio di quasi estate, la frase pronunciata ieri da Roberto Saviano, il giornalista autore di Gomorra che ha chiuso, con la sua presenza la quinta edizione del Festival dell'Economia. «Mia madre - ha rivelato - è nata a Trento». (www.ladige)

giovedì 31 dicembre 2009

buon anno, Stanzani

Sergio Stanzani, 87 anni, presidente del partito radicale, oggi e domani prenderà parte ad uno sciopero della fame a favore dei migranti e dei malati di SLA. "Odio gli indifferenti", diceva Gramsci. In giorni come questi, davanti all'esempio di Sergio Stanzani, dovremmo odiarci tutti almeno un pò, metterci davanti allo specchio e, senza che il rumore si confonda con i botti, darci almeno uno schiaffo, che ci faccia da sveglia.

mercoledì 2 dicembre 2009

il nonno dell'aspirante figlio di papà

Celli, l'uomo che nella foto cerca il pelo nell'uomo, è prestigioso professore di un'università privata. Ha di recente pubblicato una lettera aperta in cui invita il figlio ad espatriare: qui in Italia, di meritocrazia non ce n'è abbastanza. Non lo commenteremo. Lo hanno già fatto in tanti. Chi gli ha dato ragione, chi dell'ipocrita, chi dell'opportunista. Alberoni lo ha invitato a dare un'occhiata a cosa siano i giovani di oggi, prima di desiderare di vederli all'opera. A cosa serva il merito al figlio di un professore universitario oltretutto sfugge. E in effetti, che i ragazzi cresciuti a latino e fiumi della Padania siano in grado di concorrere con quelli di New delhi è tutto da verificare. Concordiamo peraltro con Celli che per trovare qualcosa di cui essere fieri dell'Italia dobbiamo rimontare a Poppea. Ma quello che ci interessa è altro: la fregatura generazionale che ricorda le pubblicità in cui si vede una fuoriserie guidata da un manager con tanto di bionda. La parola "prestigio", che ha fatto desiderare a ogni padre una scrivania per il figlio e che ora spinge l'uno e l'altro a sfruttare l'ucraina che deterge le natiche al nonno. A vent'anni dal crollo del muro, guardate in testa a chi cadono, i calcinacci.

giovedì 26 novembre 2009

La voce dei monti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: Il Gruppo Naturalistico Le tracce propone LA VOCE DEI MONTI XX EDIZIONE DI PROIEZIONE DIAPOSITIVE 2009 presso “SPAZIO GIRASOLE" a Treville di Castelfranco Veneto Sala “Le Radici e le ali” - Ingresso libero - Inizio proiezioni ore 20.45 Venerdì 27 novembre 2009 “TIBET Occidentale: A piedi nel Regno di Guge” SULLE TRACCE DELLE SPEDIZIONI TUCCI-GHERSI NEL TIBET OCCIDENTALE diapositive di David Bellatalla Venerdì 4 dicembre 2009 “Patagonia: Nel vento del condor” diapositive di Vittorino Mason Venerdì 11 dicembre 2009 “La montagna di Buzzati: così intima, così universale” diapositive di Patrizia Dalla Rosa E, credi, la montagna è una palestra insuperabile per l’anima e per il corpo. Nel salire, non si è che carne pieghevole e istinto felino aggrappati alla rupe pungente: a palmo a palmo, con l’arcuata tensione delle dita, con la piatta aderenza delle membra, si guadagna la roccia. E poi, in vetta, quando ti vedi intorno un anfiteatro di guglie e di ghiaccio, o, da una cengia esilissima, guardi sotto lo strapiombo, affogata nella fluidità vertiginosa, la falda verde da cui balza il getto estatico di massi che hai conquistato, allora un’ebbrezza folle t’invade e l’adorazione selvaggia della tua fragilezza ardente che vince la materia. Eppure, là in alto, anche la materia, la colossale materia che ci attornia, non sembra inerte e ostile, ma viva ed amica: e le guglie pallide non sembrano monti, ma anime di monti, irrigidite in volontà d’ascesa. Antonia Pozzi *** Dettaglio delle serate: *** Venerdì 20 novembre 2009 “Patagonia Terra di pionieri” diapositive di Flavio Carraro “Bubu” Flavio Carraro (Bubu per gli amici) da non confondere con Bubu Bole triestino, è nato a Villanova di Camposampiero nel 1959 e risiede a Borgoricco. Frequenta l’ambiente della montagna sin da ragazzino. Nel 1985 si iscrive ad un corso roccia del CAI di Camposampiero, e da allora scopre l’arrampicata, adesso è uno dei componenti della scuola di alpinismo come istruttore. Ha all’attivo ascensioni in Dolomiti – di cui alcune prime salite –, Gran Sasso, Appuane, Giulie,Carniche, nelle Alpi Italiane, Svizzere e Francesi. Nel 1990 con un gruppo di amici,và nel Pamir Alay, il suo primo viaggio fuori dall’ Europa e sale alcune cime. Nel 1999 è la volta della Bolivia dove sale alcuni seimila con amici di Dimensione Montagna, Ermes Bergamaschi,Claudio Chenet, Paola Scremin. Nel 2000 parte per la Patagonia Argentina, con lui Lorenzo Massarotto,Umberto Mararampon, Ulderico Mazzoleni e Riccardo Milani, con l’obbiettivo il Cerro Fitz Roy, manca la cima per un repentino cambiamento del tempo, sempre nello stesso anno va in Kenia con l’idea di concatenare due delle tre cime principali del monte Kenia, la Nelion e la Batian, ma per problemi di quota della sua compagna Donatella dovrà accontentarsi della Lenana 4985m. È presidente dell’Associazione Dimensione Montagna, nata da un’idea di Lorenzo Massarotto, composta da un gruppo di amici che ha come proprio obbiettivo la promulgazione e la salvaguardia dell’ambiente, della cultura e dello sport che trova e pratica in montagna. La serata dedicata alla Patagonia racconterà il viaggio organizzato dall’Associazione Dimensione Montagna che nel 2000 ha visto come protagonisti Lorenzo Massarotto e compagni. L’autore propone una serata di diapositive in dissolvenza divisa in due parti. Una parte sarà dedicata alla storia dell’esplorazione della Patagonia Terra del Fuoco da Maggellano ai tempi nostri, di cui il relatore è Mauro Toffanin. La seconda parte parlerà dell’esperienza alla salita al Fitz Roy. *** Venerdì 27 novembre 2009 “TIBET Occidentale: A piedi nel Regno di Guge” SULLE TRACCE DELLE SPEDIZIONI TUCCI-GHERSI NEL TIBET OCCIDENTALE diapositive di David Bellatalla David Bellatalla Antropologo, docente presso l’Università UWA (Australia Occidentale), è membro dell’Accademia delle Scienze IAMS di Ulan Bator (Mongolia). David è nato a La Spezia nel 1962; ricercatore, studioso di sciamanesimo e nomadismo, dal 1990 svolge la propria attività di ricerca sul campo con le popolazioni nomadi della Mongolia. Collabora con il dipartimento di Etnografia dell'Università di Ulaan Bator, con il dipartimento di Antropologia di Scienze della Mongolia e con l’Istituito di Antropologia dell'Università di Firenze. La ricerca è tuttora in corso e verte soprattutto sul mondo magico-religioso del popolo dei Buriati, con particolare riguardo allo sciamanesimo e al modello sociale nomadico di tali genti. Ha realizzato in solitaria spedizioni e ricerche nelle regioni Himalayane pubblicando articoli su riviste del settore. Nel 1989 ha progettato e realizzato la Spedizione Ande, prima traversata integrale della Cordigliera delle Ande, durata 14 mesi. Per ben due volte ha percorso da Venezia a Pechino la “Via della seta”. Ha pubblicato per i tipi Calderini/Bologna il volume "Trekking nella Codigliera" nel 1992. Nel 1996 ha pubblicato il volume "Sciamanesimo e Sacro tra i Buriati della Mongolia". Nell'estate del 1997 ha dato il via alla realizzazione del progetto "S.O.S. Taiganà" patrocinato dall'associazione CROCEVIA e dalla CEE, per un programma di aiuti alla popolazione nomade dei Taiganà della Mongolia in gravissimo rischio di estinzione per problemi sanitari. Recentemente è uscito il libro Tsaatan “Gli uomini renna della Mongolia”. Assieme al suo inseparabile compagno di viaggio Dino de Toffol sono stati protagonista di una sensazionale scoperta nel deserto dei Gobi: hanno rinvenuto uno scheletro di dinosauro con resti di pelle, cosa mai avvenuta prima. Si tratta di un incontro con proiezione di diapositive condotto dall’autore, relativo all’area geografica del Tibet occidentale. Le immagini ripercorrono le tappe delle spedizioni scientifiche di Giuseppe Tucci e di Eugenio Ghersi, effettuate negli anni trenta, riproponendo il loro affascinante viaggio nell’area più isolata e remota del Tibet. Dalle propaggini più meridionali della catena Himalayana, risaliremo le profonde valli dello Spiti e dello Zanskar, per raggiungere l’antica città di Leh, capitale del Ladack. Il nostro viaggio proseguirà attraverso l’antico regno di Gughe. Dai remoti monasteri di Piang e Dungkar sino alle città di Gartok e Toling. Tappa finale del nostro viaggio sarà la l’affascinante regione del Kailasa (dove si trova la più sacra e venerata vetta dell’Himalaya) e del Lago di Manosarovar, ancora oggi meta di pellegrinaggi di fedeli del mondo buddista, di quello indù e persino di quello musulmano. Le immagini di allora (riproduzioni della famosa collezione fotografica del Capitano Ghersi) e le immagini di oggi, ci forniranno un interessante confronto tra un paese libero, autonomo e indipendente, ed il Tibet dei nostri giorni, soggetto al potere del governo centrale cinese. Il confronto tra quel Tibet libero e autonomo, immortalato da Eugenio Ghersi, con le immagini odierne, dove la desolazione e le distruzioni attuate dall’esercito cinese tra il 1951 e il 1959, stimoleranno il dibattito e la discussione che seguirà la conferenza. *** Venerdì 4 dicembre 2009 “Patagonia: Nel vento del condor” diapositive di Vittorino Mason Vittorino Mason è nato a Loreggia (Padova) nel 1962. Risiede e lavora a Castelfranco Veneto dove, oltre a fare il “Seminatore di parole”, da molti anni svolge anche l’attività di promotore culturale. È l’ideatore del ciclo d’incontri La voce dei monti e del premio dedicato alla montagna Una vetta per la vita. Coordinatore del Gruppo Naturalistico “Le Tracce”, è socio di Mountain Wilderness, fa parte del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e scrive per riviste specializzate di montagna. Amante dei viaggi cerca sempre di unire la passione per la montagna alla conoscenza delle altre culture e popoli. Molti dei suoi viaggi, orientati spesso nei paesi considerati “poveri”, sono stati anche motivo per portare aiuti e/o l’occasione per promuovere progetti di solidarietà. Ogni esperienza è stata anche motivo per fotografare – sua altra grande passione –, e scrivere libri di viaggio, non solo per descrivere la propria esperienza, ma soprattutto per documentare e testimoniare i problemi, la quotidianità e le situazioni, a volte drammatiche, in cui vivono certi popoli. Dai primi viaggi in bicicletta nei paesi celtici: Scozia, Irlanda e Bretagna, è passato poi al lento camminare con lo zaino in spalla lungo i sentieri di vari paesi europei ed extraeuropei: Annapurna (Nepal), GR20 (Corsica), Parco del Tricorno (Slovenia), Alto Atlante (Marocco), traversata degli Alti Tatra (Slovacchia-Polonia), Torri del Paine e nella zona del Fitz Roy e Cerro Torre in Patagonia (Argentina-Cile). In alcuni casi l’occasione è stata propizia per sperimentare i propri limiti fisici provando a salire in alto, su cime come il Cotopaxi 5897 m, lo Stok Kangri 6150 m e il Nevado Pisco 5752 m. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Carta straccia e In silenzio, i libri di viaggio Sui sentieri dei portatori himalayani, Il profumo del tè alla menta, La via dei vulcani e Camminando sulle montagne viola, un libro di racconti di montagna I racconti del Mugo e la sua guida delle vie normali all’interno del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Sulle tracce di pionieri e camosci. Una serata dedicata alla Patagonia, alla terra del vento, dei grandi spazi, di montagne tra le più ambite dagli alpinisti di tutto il mondo, di natura selvaggia, di gente abituata ad un clima inclemente e a vivere a contatto di un a natura dalle caratteristiche marcate. Sarà un viaggio virtuale di immagini e musica lungo il circuito del Paine: un trekking di 9 giorni attorno le Torri del Paine, il ghiacciaio Grey, lungo la Valle dei francesi e il Río Ascencio, una divagazione a Punta Arenas per andare a vedere i pinguini e i leoni marini delle isole Magdalena e poi ancora montagna nel tentativo di realizzare la “Vuelta” il giro che da El Chaltén porta al Passo Marconi e attraverso lo Hiello Continental al Passo del Viento e ritorno in un susseguirsi di episodi e disavventure sotto la pioggia, l’incertezza e il vento del condor. Tra tanto camminare e un attendere filosofale, alla fine gli incontri imprevisti, con animali e uomini, saranno quelli che cadenzeranno un viaggio che, seppure breve, consentirà di assaporare il valore del tempo e un senso di piacevole impotenza di fronte a un clima che disegna le vie da seguire. *** Venerdì 11 dicembre 2009 “La montagna di Buzzati: così intima, così universale” diapositive di Patrizia Dalla Rosa Patrizia Dalla Rosa è nata e vive a Feltre, dove si è laureata in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sulle traduzioni francesi di Dino Buzzati. Da allora si occupa dello scrittore bellunese: non solo attraverso articoli, recensioni, conferenze e interventi a convegni in varie parti del mondo, ma anche attraverso la consulenza bibliografica e critica ai vari studiosi, in quanto Responsabile della ricerca del Centro Studi Buzzati di Feltre. Dal 1996 è redattrice della rivista «Studi buzzatiani» e attualmente ne è la segretaria. E’ autrice di numerosi articoli, ha collaborato con ricerche bibliografiche e revisione dei testi, alla cura di Dino Buzzati: la lingua, le lingue, del 1994, Buzzati giornalista, del 2000, Le Alpi di Buzzati del 2002, ha pubblicato Dove qualcosa sfugge: lingue e luoghi di Buzzati (Pisa-Roma, IEPI, 2004). Recentemente ha curato, assieme alla professoressa Bianca Maria Da Rif, il convegno internazionale Un gigante trascurato? 1988-2008: vent’anni di promozione di studi dell’Associazione Internazionale Dino Buzzati di Feltre. Già Professore a contratto, a livello universitario si è occupata, in particolare, di didattica dell'italiano. Nelle sue due monografie, Verso la cuna del mondo di Gozzano (del 1995) e quella su Buzzati, è centrale la comunicazione del senso del paesaggio. Questa serata è un invito ad esplorare le montagne note e meno note che fanno da struttura simbolica a tanti scritti di Buzzati. Si spiega così il titolo: questo artista deve ai suoi natali il senso del suo immaginario, la nascita in lui della poesia. La relatrice lo va dicendo per il mondo, non tanto per parlare del territorio bellunese in sé, ma perché è necessario conoscere questo paesaggio per comprendere Buzzati. E' scrittore del mondo perché è uno degli autori italiani più tradotti al mondo e perché ha fatto di certi luoghi bellunesi un paesaggio universale. Scrittore, giornalista, pittore e alpinista, Buzzati ha fatto della sua vita un raccontare le storie della gente, spesso con temi di solitudine e angoscia. “Bàrnabo delle montagne”, “Il segreto del Bosco Vecchio” e “Il deserto dei Tartari” sono tutti suoi romanzi trasportati poi anche in film. In montagna andava da secondo, con la sua guida prediletta Gabriele Franceschini e, nonostante ambisse di entrare a far parte nell’elite dell’alpinismo, il Club Accademico, non fu mai ammesso. Le sue arrampicate non superavano mai il IV grado superiore, cosa che, considerando il fatto che rimaneva per quasi tutto l’anno dietro una scrivania e solo durante le ferie si dedicava alle montagne, non era da poco. Con il supporto di immagini si cercherà di far conoscere più a fondo la figura di Buzzati alpinista: i retroscena, le sue ambizioni, le sue gioie e il significato che ha avuto per lui la montagna. Vittorino Mason e Piera Biliato

giovedì 5 novembre 2009

l'Adige, un piacere quotidiano

L'Adige, quotidiano trentino, ha un direttore ambizioso: se Feltri delira non vuole essere da meno. Polemizzare con Bersani? Macchè. Con Rovereto, Cles, Borgo Valsugana? No, l'Adige se la prende con l'Europa. Nell'attesa di schierarsi contro la via Lattea, muove le sue armate contro la sentenza con cui si condanna l'Italia per la storia dei crocifissi nella aule. Se fosse corretta questa sentenza, - questo l'argomento del direttore, - allora bisognerebbe togliere i simboli religiosi ad esempio dalle chiese e dalle sinagoghe, pure quelli luoghi pubblici. A parte la frequenza con cui ognuno di noi si imbatte in candelabri e mezze lune nelle aule di tribunale o di ginnasio, in effetti chi non ha concepito la chiesa come un luogo aperto, comune, pubblico? Spesso dovendo portare il cane a liberarsi, sono indeciso, e prima di uscire di casa lo interrogo in merito: Fido preferisci farla ai giardini pubblici o nel duomo? Pare che davanti a questi argomenti il parlamento europeo abbia interrotto i lavori. I nostri rappresentanti, francesi, lettoni, Greci, tedeschi si sono passati il prestigioso quotidiano di mano in mano, poi, guidati dall'odore, hanno raggiunto Fido e, provvisti dell'articolo del direttore, hanno pulito per bene.

sabato 3 ottobre 2009

4 X 10 o 5 X 8?

"Lavorare dieci ore per quattro giorni, e poi riposare tre giorni. Di colpo la proposta della settimana supercorta non è più teorica: nello Stato dello Utah è stata adottata un anno fa per tutti i lavoratori statali. Il successo è stato tale che l’82 per cento della popolazione ha chiesto che fosse confermata per un altro anno. E l’ufficio del governatore è stato inondato da telefonate di governatori e sindaci di ogni angolo d’America, nonché di manager e politici di altri Paesi, tutti interessatissimi a copiare l’esperimento. I tanti dubbi sembrano evaporati: si temeva ad esempio che lavorare dieci ore fosse troppo stancante, ma gli impiegati dello Utah dichiarano invece di godere di miglior salute. Si pensava che i cittadini che hanno bisogno dei servigi degli uffici pubblici avrebbero protestato perché il venerdì gli uffici sarebbero stati chiusi, e invece il pubblico si è detto contentissimo di poter espletare le pratiche nel tardo pomeriggio degli altri giorni. Ma questo non è nulla: la ricaduta positiva sull’ambiente e sulle casse dello Stato è risultata fenomenale. "

mercoledì 23 settembre 2009

a vivere in Italia capita spesso di sentirsi nel posto sbagliato

23/09: serata evento: “Il sopravissuto”.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il Gruppo Naturalistico Le Tracce, in collaborazione con il gruppo fotografico El Pavejon e il organizza una serata evento: “Il sopravissuto”. Due anni di campo di concentramento a Dachau raccontati dal protagonista della vicenda Enrico Vanzini. Con Luca Trevisan (conduttore radiofonico), l’amichevole partecipazione del gruppo musicale Barbapedana (con musiche Klezmer e Gipsy), scenografia ed immagini a cura di Piera Biliato e Vittorino Mason.
Enrico Vanzini, classe 1922, nativo di Fagnano in provincia di Varese e oggi residente a Santa Croce Bigolina. Sopravvissuto alla terribile esperienza dell'inferno di DACHAU. Viene arruolato nel '40 e spedito in Africa, ad Alessandria lo devono operare di appendicite mentre i commilitoni partono per la Russia, ristabilitosi fu mandato in Grecia. Nel '43 viene firmato l'armistizio con gli alleati, i tedeschi diventano nemici, fu fatto prigioniero e portato in Germania su un carro bestiame, viene destinato ad una fabbrica metalmeccanica, che un giorno viene centrata da una bomba, cerca la fuga, viene fatto poi prigioniero dalle SS e trasferito a 22 anni, a DACHAU, dove conosce tutte le nefandezze, violenze e paure di un campo di Stenninio e dove per 2 settimane viene costretto anche a gettare nei forni persone a volte ancora vive. Soltanto da un po' di anni, rotto un silenzio che aveva tenuto in grembo per oltre 60 anni si è messo a raccontare cos'era il campo di concentramento di DACHAU e come ne è uscito vivo.
Il ricavato sarà devoluto per un progetto contro le mine antiuomo in Afghanistan.
Mercoledì 23 settembre 2009 ore 20.45 presso il CENTRO DON ERNESTO BORDIGNON Via Bassano, 16 - Castelfranco Veneto ENTRATA CON OFFERTA CARTACEA

domenica 6 settembre 2009

i bronzi di cipiace

Ogni anno si festeggia la festa della Liberazione. Ogni anno che passa i partigiani reduci rendono meglio lo stato della loro conquista. Perchè come la peste di Camus il virus resta nell'aria, solo che la febbre suina è nascosta e inafferrabile, mentre la faccia di Gasparri te la ritrovi dappertutto. Proprio Gasparri, posto davanti all'eventualità di una sentenza negativa della corte costituzionale del lodo Alfano ha dichiarato che comunque “un cavillo lo troviamo”. Dove cavillo significa un modo per aggirare l'organo che legge la nostra costituzione. E cos'è la costituzione? Il libretto di istruzioni che quei vecchietti col tricolore al collo, quando erano giovani e forti, ci hanno lasciato. Quella che dice che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ora Gasparri ama sicuramente – anche troppo - l'Italia, forse non è monarchico e se glielo suggerisce Fini puoddarsi si dichiari anche democratico, ma col lavoro, l'onorevole Gasparri, che c'entra? Nulla. E lo capiremo presto, quando, presente in tutte le piazze al posto di Garibaldi, gli scultori lo ritrarranno bronzeo, riposatissimo, a cavallo di un cavillo.

domenica 26 luglio 2009

ditemi perchèèèèèèèèèè

......se la mucca fa muhhhh il merlo non fa mehhhhhh Domande senza risposte sotto questo sole Perché i musicisti fanno un sacco di smorfie e nessuno gli dice niente? Perché molti medici si sentono dei paraculi e diventano superbi e sprezzanti, privi di umanità?
Perché nella mia vita ci sono solo caffettiere da 1 o da 3?

lunedì 8 giugno 2009

35%, ma non li dimostra

"In fondo anche Franceschini come percentuale ha preso la metà dei suoi anni." "certo, capo. Quando spegnerai le cento candeline avremo il voto di un italiano su due." "te lo dicevo, che era questione di tempo."

domenica 7 giugno 2009

auguri, papi

ROMA - In Italia, secondo fonti delle associazioni, sono più di mezzo milione, in Europa 20 milioni, negli Usa 40 milioni: sono i naturisti, persone con una filosofia di vita centrata sulla nudità, considerata uno stato naturale. E che da sei anni celebrano la loro Giornata mondiale nella prima domenica di giugno.
(www.repubblica.it)

domenica 3 maggio 2009

Trento senza fili (spinati)

Oggi Trento sceglie il proprio sindaco. Della giunta di centrosinistra ricordiamo l'idea di allargare la zona Wireless, quella in cui è possibile connettersi gratuitamente, a piazza Dante, da anni parco evitato dai più e abitato da emarginati, spacciatori, malati. Chiudere un ghetto non significa deportare chi lo frequenta ma aprirlo, spalancarlo: in questo caso a studenti, manager e chiunque voglia scrivere magari su un blog cose del genere.
Forse non ci sarà bisogno di ballottaggio.

lunedì 13 aprile 2009

Blog2piazze presenta il nuovo romanzo di Rita Charbonnier

Copertina:
La strana giornata di Alexandre Dumas
E' con molto piacere che ospitiamo su queste pagine virtuali Rita Charbonnier
Un’autrice italiana che al suo esordio ha ottenuto, accanto a un ottimo successo in Italia, un grande interesse a livello internazionale: i diritti sono stati venduti in 12 Paesi e verrà pubblicata negli Stati Uniti.
Rita Charbonnier, attrice e cantante in teatro che ha recitato al fianco di Nino Manfredi, Lucia Poli, Sandro Massimini e per i registi Aldo Trionfo, Antonio Calenda e Tonino Conte, in questo romanzo ha saputo costruire una storia appassionante e magica che cattura la vera essenza di un’epoca attraverso un personaggio di grande fascino e suggestione quale Alexandre Dumas.
La strana giornata di Alexandre Dumas
Quella sarebbe stata una giornata come tutte le altre per Alexandre Dumas, se non fosse stato per una bizzarra vecchia che gli aveva proposto di leggergli gli astri per l’anno successivo, il 1844. Dopo i primi convenevoli, infatti, si era accorto che l’indovina non aveva alcuna intenzione di parlargli dell’oroscopo, ma che aveva una storia da raccontare, la propria. Per una volta sarebbe stato lui lo spettatore. Tutto aveva avuto inizio a Modigliana, in Romagna, dove la madre della chiromante, Vincenza, l’aveva data alla luce e l’aveva chiamata Maria Stella. In breve, però, Vincenza si era accorta che l’accenno di chioma scarlatta e i piccoli occhi di cielo della neonata non potevano venire né da lei né da Lorenzo, suo marito, entrambi neri come la pece. Quella non era sua figlia. Ma quando aveva provato a parlare dei suoi sospetti, nessuno le aveva creduto, e Vincenza si era vista costretta a frugare in lungo e in largo la casa, e a chiedere ai vicini; era arrivata addirittura a interrogare il signor Conte. La scoperta sull’origine della bambina era stata sconcertante, ma Vincenza si era confidata solo con la piccola Maria Stella che, dopo tanti anni, aveva deciso di mettere Dumas, il grande scrittore, a parte di quello scandalo che avrebbe potuto minare dalle fondamenta
l’intero regno di Francia. Quella era stata una strana giornata per Alexandre Dumas e la storia
che aveva udito sarebbe diventata fonte di
ispirazione per uno dei suoi capolavori.
Edizioni Piemme Pagine: 384 Prezzo: 18,50 € In libreria da: 7 aprile 2009
Rita Charbonnier
incontrerà i lettori in varie presentazioni. Ecco il calendario:
Sabato 18 aprile
a Modigliana (FC)
ore 20.30 in Sala Bernabei
Proprio a Modigliana è nata la leggenda alla quale s’ispira il romanzo!
Lunedì 20 aprile 2009 ore 18.00 Sala ex Oratorio Palazzo dei Musei V.le Vittorio Veneto 5,
Modena INGRESSO LIBERO con il patrocinio del Comune di Modena e associazione culturale Progetto Arte
Venerdì 8 maggio
a Roma
ore 18.00 presso libreria Mondadori Trevi.
Introdurrà il romanzo la scrittrice Cinzia Tani.
NON MANCATE!!!

mercoledì 8 aprile 2009

B2B Dal Bangladesh a Bozen, con amore 2°parte

Nishat mi spiega che le donne raccolgono le foglie dell’henné, le tritano e le usano per fare i tatuaggi o tingersi i capelli. Così, il colore dura anche 3 mesi. Ma lei ha usato un henné in tubetto, di quello commerciale, ed ecco perché dopo pochi giorni non ne rimane quasi nulla. Non sapevo che l’henné fosse una pianta – non sapevo bene cosa fosse, a dire il vero. E faccio l’ennesima domanda scema: «ma sono capaci tutti di fare quegli splendidi disegni per i tatuaggi?» No, mi risponde, senza farmi pesare la mia stupidità… «Ci sono dei professionisti. Oppure delle donne che li sanno fare. Si possono fare che arrivano fino al gomito, ma a me non piacciono, li ho fatti solo poco oltre i polsi». Mescolo henné e ricordi di un’amica innamorata dell’India – che oggi vive là e che anni fa mi ha insegnato a usare qualche spezia. Lei l’henné lo teneva sui capelli, lunghissimi, tutta la notte. Io usavo quello in tubo, già pronto. Sono molto occidentale. Chiedo a Nishat che cappero ci fa a Bolzano. Possibile che sia venuta direttamente a Bolzano, dal Bangladesh?? Hai sbagliato strada, ragazza! - ma pare di no - Mi dice che dopo 8 anni di assenza dal suo Paese, non ci voleva mica stare e che il caldo umido non la faceva respirare. Non so da che città venga. Il nome mi è sfuggito. Mi fa vedere una foto di casa sua, sul telefonino – splendida mansion bianca con un lungo portico e decorazioni rosso scuro. No, non capisco che ci fai a Bolzano, Nishat! Eppure a un certo punto mi rivela «che vuole bene all’Italia» - perché comunque a Bolzano, nel nord, si sta bene. La famiglia di Nishat ha degli amici bengalesi che vivono a Napoli e a Roma. Amici che hanno un negozio e non rispettano gli orari di apertura e chiusura. Tengono aperto anche la domenica, anche se non si potrebbe. Tanto nessuno gli dice niente. Anzi, fanno tutti così. È proprio per quello che nessuno gli dice niente. A parte la moglie di uno di questi amici. Anche lei ha vissuto a Bolzano e vorrebbe fargli rispettare le regole. Nishat lamenta che il Bangladesh non le piace perché il governo è corrotto. «Oddio… - le dico – non è che qui si stia molto meglio in quanto a corruzione. C’è al sud e anche al nord, solo che qui non fa morti e i servizi funzionano di più, quindi non te ne accorgi. Magari i soldi delle bustarelle finiscono a costruttori edili che fanno una nuova, inutile rotatoria, e a nessuno viene in mente che ci sia sotto qualcosa di losco». Non mi sembra convinta. La storia del matrimonio mi affascina, mio malgrado. Mi racconta che suo marito ora sta in Inghilterra, deve finire di studiare. E poi la raggiungerà a Bolzano. Vorrei chiederle se è un matrimonio combinato. Mi sembra così placida e contenta di essere stata al centro della cerimonia, sul palco dove tutti gli invitati andavano a renderle omaggio, così compresa del ruolo di figlia maggiore promessa in matrimonio e oggi sposa, di cui il padre può andare orgoglioso, che non riesco a immaginarla figlia ribelle europeizzata, magari innamorata di un italiano, o addirittura di un tirolese. Che so, di uno Schützen? Non ce la vedo, insomma, a litigare con il padre e con la madre, come accade in certi film, per affermare la volontà di essere libera e sposare chi le pare. O forse ha davvero sposato chi voleva lei? Son domande indelicate, le mie – e Nishat non è mica un topolino da laboratorio. Quindi mi trattengo. Ma lo vorrei sapere, se nelle loro tradizioni esiste una specie di luna di miele e come si sente a stare lontana dal marito, subito dopo averlo sposato. Forse non cambia niente, se erano separati pure prima. E poi? Lui verrà a vivere con lei e i suoi genitori? Mi manca l’aria al solo pensiero!

Proseguo con le domande sceme, ingoio con una caramella quelle più curiose e chiedo alla mia compagna di viaggio se anche loro al matrimonio hanno un menù particolare - «sì, ma non come voi, che mangiate il primo, poi il secondo e l’antipasto. Noi mangiamo tutto insieme. E al mio matrimonio c’era tutto: carne, maiale, verdura, pesce, uova e poi frutta e tanti dolci. Proprio tutto. La gente ha dovuto mangiare a turni. Erano così tanti che abbiamo affittato un centro apposta, ma comunque potevano mangiare solo 300/400 persone alla volta, in turni di mezz’ora» Non mi sembra esattamente una cosa divertente, doversi ingozzare di cibo, dalla carne alla frutta al riso al dolce, in 30 minuti in un mega banchetto matrimoniale su turni, ma è forse meglio dei nostri pranzi eterni, con tutte quelle portate lente e pesanti? Di regola non vado ai matrimoni. «….via chat e Messenger» il rumore del treno ha tagliato la testa della frase e non saprò mai se Nishat e il marito si sentono via chat e Messenger, o se si sono conosciuti così. Se così fosse, sarebbe davvero una favola moderna: immagino siti di chat in bengalese, dove giovani emigrati in tutto il mondo fanno amicizia fra di loro, stringono promesse di matrimonio e convincono moderni genitori ad avvallarle. Fantascienza? Giuro che non guardo i film di Bollywood.
Porto a casa mille domande, e il saluto dolce di Nishat, che nell’ultima ora di treno si è messa a dormire per scrollarsi di dosso la stanchezza della settimana di feste, del mese di visite ininterrotte da amici e parenti, i 3 giorni di viaggio e il jet-lag. Ha continuato a darmi del Lei. Un’ora dopo esserci conosciute, facendo merenda mi ha chiesto «gradisce del pane?» Fosse stato uno stuzzichino bengalese, avrei trovato un posticino in pancia. Mentre dormiva, ho osservato Nishat – che pensa tanto ai soldi. Abbiamo calcolato che se fosse stato festeggiato in Italia, il suo matrimonio con 1200 invitati sarebbe costato almeno 84.000€ (con una media di 70€ a invitato); Nishat che in qualche modo vive come un vanto la spesa della sua famiglia di otto persone: 10mila euro solo di viaggio per celebrare il suo matrimonio. Osservo il vestito verde brillante, di un tessuto che sembra nylon e inadatto al freddo di oggi. Lo scialle, in tinta, è slabbrato a un capo. Quando il treno si ferma alla mia stazione scendo serena. So che ad attenderla, tra un’ora, ci sarà la sua famiglia. Trasporteranno il valigione. E solo a loro sarà dato vedere le stoffe, i gioielli e le foto del Bangladesh che contiene.
Le Interviste Scomode Su blog2piazze

giovedì 2 aprile 2009

Il circo fantastico di Antony Fachin al Wallenda di Trento

Inaugura giovedì 2 aprile al circo(lo) Wallenda a cura de il Funambolo Il Circo Fantastico di Antony Fachin Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, presenta il suo circo grottesco, fatto di trampolieri, elefanti e un "Minotauro quasi parlante", opere realizzate con collage e tempera. http://antonyfachin.blogspot.com/ In mostra al Circo(lo) Wallenda per tutto il mese di aprile. il circo(lo) wallenda è in via S.Martino 45 a Trento apertura ore 21.00 _______________ wallenda@ilfunambolo.it http://www.ilfunambolo.it/ www.myspace.com/circolowallenda

martedì 17 marzo 2009

se questa foto vi ricorda Milano

Pochi giorni fa, dopo anni di guerriglia, il Salvador ha scelto il suo presidente, che in quella guerriglia ha combattuto, contro la dittatura. Una settimana prima il presidente boliviano Morales, diceva la sua all'ONU sul proibizionismo semplicemente aprendo la bocca, ma per masticare una foglia di Coca. Chavez, cui qualcuno dà del dittatore, si sottopone alle urne praticamente un anno sì e uno no. Venendo confermato puntualmente dai suoi connazionali, che evidentemente gli riconoscono di aver compreso le virtù dell'intervento dello Stato nell'economia ben prima dei manager di New York. In Cile governa una donna. Come in Argentina, che si sta risollevando. Da ultimo quel trascurabile enclave di lingua portoghese che durante le polemiche per il caso Battisti in Italia un politico ha definito "paese di ballerine". Parliamo del Brasile. Durante l'ultimo carnevale, da uno dei carri su cui tradizionalmente si balla, i presidente Lula distribuiva anticoncezionali. Mi dite allora perchè i politici dell'opposizione dichiarano che l'Italia sta sempre più somigliando ad un paese sudamericano? Illusi.

domenica 8 marzo 2009

comunque la pensiate

E' vero che il web travalica i confini e che contribuisce a rendere il mondo un unico villaggio globale, ma registrare da dove i nostri lettori ci visitano ci procura la vertigine di essere letti a latitudini, climi, scenari che non pensavamo. Si tratta probabilmente spesso di contatti fortuiti. "Talloni screpolati" continua ad essere la voce attraverso la quale forse la maggior parte dei nostri visitatori si imbatte in questo blog. Ma sapere che questa umanità che condivide con Achille il punto debole con noi condivida almeno qualche istante è qualcosa che lusinga e inquieta. Come l'involontaria interferenza di uno sconosciuto al di là dell'oceano. O del Mediterraneo. Perchè a lungo meritammo le puntali visite con qualcuno di Ismir, in Turchia, e tuttora un benemerito ci visita pressocchè quotidianamente da Brema, in Germania. Che siano compatrioti nostalgici o stranieri curiosi, benvenuti. "Comunque la pensiate", come diceva Santoro quando apriva Samarcanda. Vogliamo dire grazie a loro, come a quelli che i motori di ricerca hanno deviato presso questo sito dalla Nuova Zelanda, dal Messico, o dalla Palestina, come oggi. O a quei tre che, chissà perchè, ci visitarono lo stesso pomeriggio, dagli USA. La fatica che fanno è la stessa di chi ci segue da Milano, Reggio Calabria o dal Trentino, cui spesso ci rivolgiamo, però vuoi mettere cliccare su blog2piazze.it quando davanti hai la baia di Melbourne o le Ande? Significa accettare di collegare altre idee, culture, piazze, piazze, piazze.