Visualizzazione post con etichetta Rita Charbonnier. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rita Charbonnier. Mostra tutti i post

mercoledì 17 giugno 2009

Intervista esclusiva a Rita Charbonnier 2°parte

Eccoci a voi con la 2° parte dell'intervista a Rita Charbonnier, l'autrice di "La strana giornata di Alexandre Dumas" (cliccate qui se vi siete persi la 1° parte...............)
DC: che cosa ti dice la gente, dopo aver letto i tuoi libri? Rita C.: Ho ricevuto diverse email di apprezzamento davvero commoventi, alcune benevole ma più prudenti; valutazioni decisamente negative o attacchi diretti, per fortuna, non ne ho raccolti. In diversi casi si è creato un vero e proprio rapporto epistolare con persone che poi ho ritrovato sul mio blog, su Facebook… alcune le ho anche conosciute, ed è stato bello ed emozionante. Per me i commenti dei lettori, espressi in qualunque forma, sono importantissimi. Sono quelli che danno un senso al lavoro. DC: e prima? Rita C.: Capita abbastanza spesso che qualcuno si piazzi su Internet alla ricerca di siti di scrittori e un po’ a casaccio, senza neanche aver capito con chi ha a che fare, mandi una email che dice: posso spedirti qualcosa da leggere? Mi arrivano richieste di questo genere persino dall’America, e dagli a spiegare che non sono di madrelingua quindi non posso valutare scritti in inglese… perché io cerco di rispondere a tutti. Comunque mi rifiuto di leggere materiale non pubblicato, in primo luogo perché non ho tempo, e poi perché è rischioso. Se un giorno dovesse uscire un mio scritto che ha alcuni tratti in comune con qualcosa che tempo prima ho ricevuto per email, sarebbero dolori. DC: come ti documenti sulla storia/epoca/ambientazioni/mentalità etc per parlarne in un romanzo? Rita C.: In tre modi: viaggiando, facendo interviste e leggendo. Per il primo libro sono stata a Salisburgo; per il secondo a Modigliana, in Romagna, alla ricerca di informazioni sul baratto di neonati che vi avvenne nel 1773; per quello che sto scrivendo sono stata a New York, alla ricerca di informazioni su un grande italiano che vi soggiornò nell’800. Negli ultimi tempi, per la verità, sto cominciando a pensare che spostarsi fisicamente non sia essenziale. Sto cercando di virare verso una direzione sempre meno storica e quindi meno soggetta alla documentazione sul campo. Le interviste hanno senz’altro lo scopo di raccogliere informazioni, ma soprattutto quello di entrare nel mondo umano delle vicende narrate. Parlare con una persona che ha avuto esperienze simili a quelle del tuo personaggio offre preziosi spunti di riflessione ed elaborazione. E anche conversare con un esperto (se è così gentile da concedere l’incontro), guardarlo negli occhi, ascoltare la sua voce può offrire qualcosa di più e di diverso dal leggere un trattato. E poi leggo… e rovino i libri riempiendoli di appunti a matita e anche a penna. Per il nuovo romanzo ho letto o riletto Jodorowsky, Clarissa Pinkola Estés, Pirandello, Jung, alcuni testi di filosofia buddista, di psichiatria, mi sono documentata sulla schizofrenia, sulla depressione post partum… DC: progetti nel cassetto - (che ci puoi rivelare)? Rita C.: Il mio terzo romanzo racconterà una storia ambientata a Roma agli inizi dell’era fascista, con alcuni richiami al secondo ‘800 nelle Americhe; vi avrà un certo ruolo l’idea della reincarnazione e sarà un’esplorazione dei temi della libertà e della violenza. Nel quarto vorrei occuparmi della corruzione e della televisione. Ma non ne sono del tutto certa. Quello di cui sono certa è che vorrei continuare a scrivere romanzi incentrati su grandi personaggi femminili, collegati tra loro. Alcuni personaggi del mio primo romanzo ritornano nel secondo, e alcuni del secondo torneranno nel terzo; vorrei proseguire su questa strada.
DC: che cosa colpisce la tua fantasia al punto da scriverci sopra un romanzo? Quali strane alchimie legano Rita Charbonnier a A. Dumas - in quest'ottica? Rita C.: Sarebbe meraviglioso pensare che tra uno dei più grandi narratori mai esistiti e la mia modesta persona vi fosse una strana alchimia… diciamo che Alexandre Dumas è per me, come per molti, un modello. La sua figura umana, inoltre, mi è simpaticissima. Per quanto si sia comportato in modo discutibile con le donne, alcuni tratti di quella che immagino fosse la sua personalità (entusiasmo per la vita, capacità di godersela, generosità) rendono perdonabile ai miei occhi tutto il resto. Inoltre, Dumas era un asso della narrativa popolare a puntate (i suoi romanzi venivano pubblicati a puntate sui giornali), e il suo metodo di lavoro può ricordare quello in uso nella sceneggiatura delle serie televisive popolari, che a me è piuttosto noto. DC: sentiti libera di aggiungere qualcosa che non ti abbiamo chiesto Rita C.: Solo una cosa: leggete “La strana giornata di Alexandre Dumas”, Edizioni Piemme, e fatemi avere i vostri commenti! Un grande abbraccio a tutti, e un caloroso in bocca al lupo per la realizzazione dei vostri sogni.

NB: Se volete essere aggiornati sulle presentazioni del nuovo romanzo, novità ed eventi vari, potete iscrivervi alla newsletter di Rita inviando una email vuota a questo indirizzo: ritacharbonnier-subscribe@domeus.it. La newsletter ha una periodicità mensile ed è possibile annullare l'iscrizione in qualunque momento, con un semplice clic. Grazie a Rita, grazie a voi per averci seguito fino qua e in bocca al lupo per i nuovi progetti editoriali. Saremo felici di poterli presentare ancora su Blog a 2 Piazze!

DC

mercoledì 10 giugno 2009

Intervista esclusiva a Rita Charbonnier

Rita Charbonnier è autrice di due romanzi. Il primo, “La sorella di Mozart” (Corbaccio, 2006) è stato pubblicato in dodici Paesi, tra i quali Austria, Germania, Francia e Stati Uniti. Il secondo, “La strana giornata di Alexandre Dumas”, è una novità di Edizioni Piemme. E’ stata attrice e cantante in teatro per diversi anni. In seguito ha iniziato a collaborare come giornalista con riviste di spettacolo, a scrivere sceneggiature e poi romanzi.
Abbiamo il piacere di avere nuovamente con noi l'autrice di "La strana giornata di Alexandre Dumas" e di soddisfare alcune curiosità...in 2 parti
DC: mi incuriosisce molto andare un po' indietro nella tua storia e scoprire come e quando è nata la tua relazione con la scrittura Rita Charbonnier: Bisogna andare parecchio indietro. Sono l’ultima di sei figli, mia sorella e i miei fratelli sono più grandi, e sono stati loro a insegnarmi a leggere, verso i quattro anni. Ho iniziato a scrivere quasi subito: poesie, raccontini, e più tardi un giornalino di quartiere. Allora i blog non c’erano. C’erano le macchine da scrivere e la carta carbone; per raggiungere la tiratura di 15 (!) copie dovevo battere a macchina l’intero giornale cinque-sei volte, perché più di tre copie carbone alla volta non venivano. Scrivere era un godimento e avrei sopportato anche di peggio; forse cercavo l’approvazione del mio ambiente, forse la soddisfazione di un’esigenza comunicativa, forse entrambe le cose. Parallelamente facevo piccoli spettacoli, massacrando i bambini più piccoli del vicinato con turni di prove da denuncia al sindacato attori; curavo la drammaturgia, l’allestimento e le musiche. DC: vorrei sapere come la scrittura si sposa con le tue altre attività professionali - in qualche modo mi sembra vi sia un fil rouge che le unisce... Rita C.: Hai colto nel segno. Anche se non faccio più teatro da un pezzo, immagino che nei miei romanzi, soprattutto nei dialoghi, l’esperienza di palcoscenico si avverta almeno un poco. Ho recitato per quasi quindici anni, in generi diversi, in contesti diversi, e ho imparato ad afferrare, e in qualche modo a prevedere, la reazione positiva del pubblico di fronte a un effetto ben costruito; quindi ho sviluppato una certa consapevolezza dell’andamento, o della scena, o della battuta che potrebbero “funzionare” (la certezza ovviamente non c’è mai). DC: che cosa ti spinge a scrivere di personaggi storici - a cui dare una valenza anche 'simbolica' o, se vogliamo, di 'parabola' di messaggio che scavalca i secoli per raggiungerci nella modernità? Rita C.:Anche qui hai colto nel segno. Non credo che i miei possano essere definiti romanzi storici classici. Io non vado a scegliere un’epoca X per imbastirci una storia il più possibile vicina alla cosiddetta realtà; cerco piuttosto di andare per temi. Ne “La sorella di Mozart” ho esplorato il tema della realizzazione personale. Nel nuovo romanzo, “La strana giornata di Alexandre Dumas”, il tema è l’identità. Se è vero che la figlia di una coppia nobile è stata scambiata con il figlio di una coppia qualunque per ragioni di eredità, di chi siamo figli? Di chi ci genera o di chi ci alleva? Quanto conta la sensazione dell’appartenenza a una famiglia nella costruzione della nostra personalità? E il nostro destino è scritto nel codice genetico? In questa prospettiva, rivendico la libertà dell’autore. Credo che cercare di aderire alla realtà storica sia una battaglia persa. Non esiste una realtà storica oggettiva. Gli storici si accapigliano quasi su tutto e anche la storiografia è un genere letterario. All’ultima Fiera del Libro di Torino mi sono ritrovata a fare una tavola rotonda con Cinzia Tani e Leda Melluso. Entrambe hanno appena scritto un romanzo su Federico II di Svevia. Tani (“Lo stupore del mondo”, Mondadori) lo dipinge come un eroe, Melluso (“La ragazza dal volto d’ambra”, Piemme) come un mascalzone. Quale delle due ha ragione? Entrambe! O Pirandello non ci ha insegnato proprio niente. Certo, ci sono cose che in un romanzo storico è meglio non fare. Non puoi sostenere che Alexandre Dumas era il nonno segreto di Hitler. Cioè, puoi anche farlo, se proprio ci tieni, ma rischi fortemente di vincere l’Oscar della Stupidata.
La copertina del romanzo (Ed. Piemme)
DC: come è iniziato il tuo rapporto con l'editoria? Ovvero - hai bussato a tante porte, hai trovato subito quella giusta - ti è venuto a ''stanare'' qualcuno? Rita C.: Ha ha ha! Qui non ti stana nessuno e soprattutto nessuno ti regala niente. Quello dell’incontro fortuito è un mito metropolitano. Qualcosa di fortuito, però, nel mio caso c’è stato. Anche se scrivevo da sempre, anche se una volta abbandonato il teatro mi ero messa a scrivere per la televisione, non vagheggiavo di scrivere romanzi; non era nei miei pensieri, se non nella forma di sogno irraggiungibile per me tapina. Nel 2000 decisi di scrivere un soggetto cinematografico sulla sorella di Mozart; mi misi al lavoro seriamente, andai a Salisburgo per le ricerche, e lì feci mente locale sul fatto che nel 2006 ci sarebbero state grandi celebrazioni mozartiane, perché sarebbero ricorsi i 250 anni dalla nascita. Questo, pensai, avrebbe potuto aiutare il mio progetto. Il soggetto vinse un premio europeo; scrissi la sceneggiatura, che suscitò interesse qua e là, anche un mezzo contratto, ma il film non quagliava. E intanto gli anni passavano e il 2006 si avvicinava. A un certo punto capii che per il film non c’era più tempo. Forse per un romanzo sì. All’epoca ero fidanzata con un giornalista inglese. Appena gli dissi che pensavo di scrivere un romanzo sulla base della mia sceneggiatura, lui mi urlò in faccia: “That’s a great idea!” E poi mi diede un ottimo consiglio: trovati un agente letterario. In Inghilterra e negli USA è una cosa ovvia, qui da noi quasi non si sa che esiste questa figura professionale. Trovare l’editore giusto è compito dell’agente, che prenderà una percentuale sugli introiti dell’autore; compito dell’autore è trovarsi l’agente giusto. Su Internet ci sono tutti i recapiti; bisogna prendere contatto, inviare i propri scritti e sperare che siano valutati positivamente. Mi dicono però che adesso molti agenti chiedono soldi (bei soldi, anche 600 euro) per valutare gli scritti. Io immagino che in tempi di crisi la gente si attacchi dove può e credo sarebbe meglio perlomeno cominciare dai pochi che ancora non chiedono soldi. Se uno ha una sommetta da spendere, forse è meglio investirla in un corso di scrittura; se anche gli insegnanti non sono dei geni, almeno avrà la possibilità di confrontarsi con altre persone che nutrono il suo stesso sogno. DC: e da scrittrice, come vedi il panorama editoriale (e scrittorio) nazionale? Ci dai un parere sia sulla piccola/media che sulla grossa editoria? Rita C.: Riguardo alla piccola editoria, come è noto anche qui c’è gente che si fa pagare dagli autori per pubblicare i libri. Questo non è tanto normale. Autori ben più qualificati di me si sono scagliati contro questo sottobosco. La situazione normale è che l’autore non paga, ma viene pagato con un anticipo sui diritti di vendita che in seguito dovrà percepire (una percentuale sul prezzo di copertina, di norma attorno all’8%. Poi ci vanno tolte tasse e commissioni di agenzia, per cui su un libro che costa attorno al 16 euro all’autore ne entra in tasca circa uno). Però adesso c’è il self-publishing; e ci sono stati casi di libri autofinanziati finiti sulla scrivania dell’editore importante, che li ha acquisiti e ripubblicati. E poi si cita sempre Proust, che pubblicò a proprie spese “Dalla parte di Swann”… in conclusione, non ci sono regole. L’unica regola credo sia cercare di capire per quale ragione si scrive, e per chi, e agire di conseguenza. Riguardo alla grossa editoria, immagino che essere Angelina Jolie offra alcuni vantaggi rispetto all’essere un’attrice magari anche più brava, ma che fatica a raggiungere il pubblico. I grandi editori hanno grandi risorse per la promozione, e soprattutto per la distribuzione – che è di importanza fondamentale. Il libro deve essere facilmente reperibile in libreria. Anche qui è un po’ come per il cinema: se il film non esce nelle sale, chi lo vede? Sì, i libri si possono ordinare, anche su Internet, ma nella maggior parte dei casi vengono comprati e letti dalle persone che li pescano in libreria. Solo la grande editoria può garantire una distribuzione massiccia e capillare.
to be continued....

lunedì 13 aprile 2009

Blog2piazze presenta il nuovo romanzo di Rita Charbonnier

Copertina:
La strana giornata di Alexandre Dumas
E' con molto piacere che ospitiamo su queste pagine virtuali Rita Charbonnier
Un’autrice italiana che al suo esordio ha ottenuto, accanto a un ottimo successo in Italia, un grande interesse a livello internazionale: i diritti sono stati venduti in 12 Paesi e verrà pubblicata negli Stati Uniti.
Rita Charbonnier, attrice e cantante in teatro che ha recitato al fianco di Nino Manfredi, Lucia Poli, Sandro Massimini e per i registi Aldo Trionfo, Antonio Calenda e Tonino Conte, in questo romanzo ha saputo costruire una storia appassionante e magica che cattura la vera essenza di un’epoca attraverso un personaggio di grande fascino e suggestione quale Alexandre Dumas.
La strana giornata di Alexandre Dumas
Quella sarebbe stata una giornata come tutte le altre per Alexandre Dumas, se non fosse stato per una bizzarra vecchia che gli aveva proposto di leggergli gli astri per l’anno successivo, il 1844. Dopo i primi convenevoli, infatti, si era accorto che l’indovina non aveva alcuna intenzione di parlargli dell’oroscopo, ma che aveva una storia da raccontare, la propria. Per una volta sarebbe stato lui lo spettatore. Tutto aveva avuto inizio a Modigliana, in Romagna, dove la madre della chiromante, Vincenza, l’aveva data alla luce e l’aveva chiamata Maria Stella. In breve, però, Vincenza si era accorta che l’accenno di chioma scarlatta e i piccoli occhi di cielo della neonata non potevano venire né da lei né da Lorenzo, suo marito, entrambi neri come la pece. Quella non era sua figlia. Ma quando aveva provato a parlare dei suoi sospetti, nessuno le aveva creduto, e Vincenza si era vista costretta a frugare in lungo e in largo la casa, e a chiedere ai vicini; era arrivata addirittura a interrogare il signor Conte. La scoperta sull’origine della bambina era stata sconcertante, ma Vincenza si era confidata solo con la piccola Maria Stella che, dopo tanti anni, aveva deciso di mettere Dumas, il grande scrittore, a parte di quello scandalo che avrebbe potuto minare dalle fondamenta
l’intero regno di Francia. Quella era stata una strana giornata per Alexandre Dumas e la storia
che aveva udito sarebbe diventata fonte di
ispirazione per uno dei suoi capolavori.
Edizioni Piemme Pagine: 384 Prezzo: 18,50 € In libreria da: 7 aprile 2009
Rita Charbonnier
incontrerà i lettori in varie presentazioni. Ecco il calendario:
Sabato 18 aprile
a Modigliana (FC)
ore 20.30 in Sala Bernabei
Proprio a Modigliana è nata la leggenda alla quale s’ispira il romanzo!
Lunedì 20 aprile 2009 ore 18.00 Sala ex Oratorio Palazzo dei Musei V.le Vittorio Veneto 5,
Modena INGRESSO LIBERO con il patrocinio del Comune di Modena e associazione culturale Progetto Arte
Venerdì 8 maggio
a Roma
ore 18.00 presso libreria Mondadori Trevi.
Introdurrà il romanzo la scrittrice Cinzia Tani.
NON MANCATE!!!