mercoledì 21 gennaio 2009
l'avevo detto, io (e m'ero sbagliato)
Oggi ci esibiremo in un numero di alta scuola, una specie di salto mortale che solo pochissimi riescono ad eseguire; dire: "l'avevo detto, io ( e m'ero sbagliato)".
Solo un esercizio di stile, come si vedrà, ma che può fungere da modello per tanti altri circensi.
Ebbene, sì, ora che il girone di andata è concluso posso ricordarlo a tutti: avevo previsto che la Fiorentina lottasse per lo scudetto e il Milan invece naufragasse.
L'ultima partita (Fiorentina - Milan 0 a 1) ha invece confermato che giocare con le figurine e dimenticarsi di schierare il centrocampo non vuol dire per forza perdere, anzi. La squadra di Berlusconi rifiuta 100 miliardi - che al tanto decantanto "sistema Italia" male non avrebbero fatto - e si tiene Kakà, il pallino dei petrolieri.
A che valgono allora i pronostici che formuliamo oggi? Forse a leggerli al contario. A ricavare cioè come andranno le cose rovesciando le nsotre previsioni. Facciamo del resto così da anni, con l'oroscopo di un quotidiano, e funziona.
Chissà che non sia un esercizio istruttivo, quello di ammettere di aver detto una baggianata.
Potrebbero cimentarsi tanti commentatori, magari, del Corriere della Sera, che parlavano di scontro di civiltà e adesso andrebbero destinati a qualche parcheggio di conformismo, dopo le parole di Obama. Oppure tanti esegeti della libertà, tanti da formare un popolo, addirittura. Quelli che si ispiravano a quel molestatore da autobus che risponde al nome di Adam smith e alla sua mano morta, quelli che volevano la libertà di mercato e adesso vogliono i dazi, e i soldi alla Fiat.
Almeno i nostri pronostici erano disinteressati.
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2 commenti:
Mi ricordo in primis il buon Panebianco che parlava di scontri di civiltà e di cinghia da tirare da parte dei soliti noti e poi prendeva 10.000 euro ad articolo sul corriere.
Ora veramente gli vorrei chiedere se pensa ancora che la guerra in Irak fosse per esportare la democrazia.
Vorrei anche chiedere, anzi suggerire a Polito dove se la può mettere la sua "coalition of the willing".
Infine vorrei chiedere ai radicali italiani, per cui pure ho forte simpatia (tranne che al tempo sulla politica estera e su alcune cose economiche) dove sono finiti i loro discorsi sulla democrazia da esportare anche con le armi.
ciao, silvano.
Bush per l'Iraq ha detto mesto mesto "mi sono sbagliato".
Che politico italiano ha fatto lo stesso?
Il termine "scontro di civiltà" non implica una guerra, ma probabilmente la quasi totalità di giornalisti che ne parlano e blogger che ne riscrivono non ha mai aperto il libro che spiega tale concetto.
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