Visualizzazione post con etichetta scuola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta scuola. Mostra tutti i post

sabato 10 gennaio 2009

da domani in poi

A chi capita di passare - ma vale la pena di andarci apposta - nella biblioteca centrale di Trento in questi giorni succede di imbattersi in un mare di colori, idee, arcobaleni, manine. Sono i lavori delle scuole; una mostra che ha per tema la convivenza, il diritto, la fratellanza, l'uguaglianza. Quelle cose tanto retoriche che a vederle sopra lenzuoli, una volta che le tocchi e pensi che a darsi da fare sono stati dei ragazzini, tutto ti pare possibile, da domani in poi. E' un'ebbrezza che avevamo dimenticato.

mercoledì 29 ottobre 2008

una Gelmini non basta

In Italia si studia una lingua straniera mediamente per una decina d’anni di scuola: poi quando si va all’estero si gesticola. Gli anni in cui si studia musica basterebbero per un diploma di conservatorio, e invece non portano – scusate – a un piffero. Il latino, per fortuna, si dimentica appena venduto il dizionario da 5 kili. Quanto alla Geografia chiedete pure ad un passante, dovunque vi troviate, quanto è lungo il ponte tra Trento e Trieste o il capoluogo della Calabria. C’è qualcuno cui ciò che ha imparato a scuola serve davvero, al lavoro? Se si fa eccezione per qualche materia degli istituti tecnici e per qualche geometra in molti, davanti a una scrivania o su un motorino consegnando pizze, di parabole, sintassi e Giulio Cesari avrebbero fatto a meno. Risparmiando tempo e denaro. Lo stesso vale per moltissime facoltà. Einaudi voleva togliere valore legale alla laurea: invece di un lasciapassare, renderla un attestato di un apprendimento comunque sempre da dimostrare. Invece oggi la laurea, il “pezzo di carta” si compra con cinque o sei anni di tasse senza rappresentare la garanzia di nulla, né di un sapere né di un’occupazione. Come per il titolo da avvocato, da conquistare al di là del sapere, comunque e dovunque, come insegna il ministro. C’è chi dice che oltre al sapere la scuola debba fornire una specie di appartenenza, un insieme di valori che fa del bimbo un cittadino. E allora la Tv che ci sta a fare? E lì, con i modelli offerti dalla pubblicità, con i miti dei film, con le vincite dei quiz e i loro scatoloni, con le chiappe al vento delle vallette che si forgiano i rapporti tra i generi e tra i ceti, il credo delle nuove e vecchie generazioni. Non certo con la Costituzione, che tra gli italiani chi non disprezza ignora. Calamandrei, Saragat, Nenni, De Gasperi, Rossi, Togliatti quanto a peso sulle coscienze non valgono un partecipante al grande Fratello. È per questo che sono contrario ai tagli approvati oggi alla scuola: perché sono troppo pochi.

martedì 20 maggio 2008

Orwell ci appassiona ancora!!

Magistrale ed emozionante la riduzione teatrale della Fattoria degli animali di G. Orwell messa in scena dall’Istituto L. Guetti di Tione (TN), con il coordinamento dei professori Andrea dell’Anna, (luci e regia), Marika Lorenzi, Antonella Piacenza, Ezio Salvaterra e da Licia Simoni ieri sera al Teatro Cuminetti di Trento nell’ambito del 12° Meeting “La Scuola a teatro”. Testi e direzione del professore e giovane pittore/scultore, Paolo Dolzan, autore anche delle suggestive maschere animali di carta pesta che hanno vestito gli animali della fattoria.

Benjamin, Gondrano, Clover, la vezzosa Molly, scorante vittima di se stessa e di dolci lusinghe infiocchettate, le simpatiche galline un po’ stordite…. musi famigliari della fattoria con cui avremmo voluto zompare e scalpitare sulle musiche del maestro Edoardo Bruni, del giovane studente Maso Raul e della Scuola Musicale delle Giudicarie
A questi ragazzi che hanno interpretato con freschezza, spontaneità e senza esitazioni l’opera di Orwell, facendoci sognare ancora gli entusiasmi della liberazione, va un grazie commosso!
Non ci aspettavamo certo di chiudere un piovoso lunedì sera sospirando indignati di fronte ai 7 comandamenti via via mistificati dai porci maiali, né a commuoverci per l’ennesima sconfitta del più debole. Dall’amaro retrogusto attuale.
Ci è piaciuta molto, questa recitazione fanciullesca e spontanea. Scevra di trite sovrastrutture, di ambizioni teatrali mistificanti e dizioni più o meno impostate - ci ha toccato il cuore e l’animo politico.
Lasciamo la sala in un turbinio di emozioni, mentre nell’aria rieccheggia “Heroes” di David Bowie e il brusio copre gli ultimi applausi.
Felici che questi ragazzi abbiano vibrato dell’adrenalina da palcoscenico, protagonisti di un’opera che ha segnato la storia della letteratura.
Commossi davanti a insegnanti capaci di donare attimi che divengono ricordi che restano nel cuore per una vita.

Plaudiamo ai nuovi interpreti dell'invito di Orwell “Pass on this message of mine to those who come after you, so that future generations shall carry on the struggle until it is victorious.”

Per informazioni sull’iniziativa “La Scuola a teatro”:
CO.FAS. Trento
Tel. 0461 237352
Email: info@cofas.it