giovedì 22 maggio 2014

5 stelle, o 27

Quando Beppe Grillo annuncia il programma del suo Movimento non di rado l'esempio va all'estero. Sovente si citano efficienze straniere, o anche solo il compenso dei deputati d'oltralpe. Quasi mai i Paesi citati sono dell'emisfero australe. Mai, o quasi, per intenderci, che si dichiarasse di voler imparare dal Marocco, o dal Cile. Spesso, al contrario, lo sguardo va all'Europa, che, dal punto di vista di un Italiano significa, se si eccettua qualche spiaggia, Nord. Lo stesso punto cardinale degli studenti che in Erasmus vivono una stagione libertina cui associano una sensazione di ebbrezza che a ritorno gli fa pensare con nostalgia al tasso di alcolismo in Danimarca, alla disgregazione sociale in Inghilterra, al razzismo francese. Guarda caso è tra i giovani che il Movimento 5 stelle raccoglie il massimo consenso: una generazione estranea all'Italia, con un complesso di superiorità verso i propri connazionali e di inferiorità verso tutto ciò che è al di là del Brennero. Solo pochi giorni fa, del resto, Grillo ha dichiarato di comprendere chi fischia l'inno nazionale. Chissà se nel parlamento europeo farà un coro con i leghisti.

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