lunedì 30 giugno 2008

domenica 29 giugno 2008

la classe di Valentino Rossi


Ad una giornalista che lo intervistava a proposito degli attacchi sferratigli da Sgarbi, Federico Zeri rispose: “lei ha l’opportunità di parlare con me e la spreca così?”
Eppure fu grazie alla contumelia, anche verso un genio come Zeri che quel ciuffo che risponde all’eufemistico nome di Sgarbi divenne ministro.
Valentino Rossi ha fatto lo stesso: non per niente è stato insignito di una laurea in comunicazione. Si è guadagnato le luci della ribalta scegliendosi come bersaglio il più bravo nella sua categoria. Ha sbeffeggiato Max Biagi girando in mondovisione con una bambola gonfiabile, dandogli dell’idiota, o osservando che “gli rode il culo”.
Ora Biaggi gareggia in una serie minore e Valentino Rossi vince, diverte, affascina. Un personaggio. Una specie di bagnino romagnolo, ma con un impero al posto della cabina.
Un testimonial coi fiocchi per un prodotto giovane ma d’elite come la connessione a internet o come la FIAT, che aveva bisogno di rilanciarsi.
Un fico, non c’è che dire. Specie da quando, lo ha accertato l’agenzia delle entrate, può essere definito senza mezzi termini, ladro. Ma non di quelli rom che ti sfilano 10 euro sul tram. Macchè, lui è biondo e sorridente, di euro te ne sfila 112 milioni.
Escludiamo che Rossi, sette titoli mondiali vinti, abbia sottratto quei soldi all’erario perché bisognoso. Escludiamo anche che grazie a quegli spiccioli la sua vita sia cambiata davvero.
Col suo gesto Valentinik ha semai combattuto una sua personale lotta di classe: farci stare peggio un po’ tutti. Sotrarci risorse con cui avremmo una scuola in più o una buca nelle strade in meno, ad esempio. Con 112 milioni ci si costruisce un ospedale, e lui, patteggiando, ne paga solo una trentina, mascalzoncello delle due ruote.
E pazienza se noi al pronto soccorso facciamo la fila.
Naturalmente Rossi e il suo nr 46 portafortuna sta simpatico anche a noi. È per questo che, nel nostro piccolo, alla sua lotta di classe non ci sottraiamo. Che tifiamo per i meccanici della Ducati, salariati che non inventano di vivere a Londra. Che seguiamo le gare con tutt’altro spirito e ad ogni curva sussurriamo: cadi, cadi, cadi.

Passioni mai sopite II

Passioni mai sopite

giovedì 26 giugno 2008

il metallo tranquillo della mia voce


Ma soprattutto cento anni fa nasceva Salvador Allende.



"Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all'allegria e allo spirito di lotta. Mi rivolgo all'uomo del Cile, all'operaio, al contadino, all'intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l'obbligo di procedere.
Erano d'accordo. La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria."