«Peccato che non sono un dipendente, sennò gli mettevo le mani addosso! Hanno occupato un tavolo per tre ore e hanno speso solo 60 euro! Che vadano affanculo. Ci hanno chiesto il conto e si son fermati a contare i soldi alla cassa, 'sti pezzenti!...»
Capita di andare a trovare amici in Val Rendena. Di avere un disguido e arrivare in pizzeria con 20 minuti di ritardo. Meno spesso capita che nell'attesa i camerieri facciano osservazione a chi aspetta, accusandoli di inutile, prolungata e non redditizia occupazione del tavolo.
Succede, al momento di pagare in pizzeria, di chiedere il conto unico da dividere alla romana. E chiedere gentilmente al cassiere di fare il totale diviso 6.
Meno spesso – fortunatamente - succede che il cassiere butti il conto in malo modo sul bancone. Che sbuffi seccato alla richiesta e lamenti di non riuscire a accendere la calcolatrice. (Precisiamo: alla cassa non c'era coda).
Occorre allora, come digestivo, uscire dicendo «Buona la pizza, ma siete dei cafoni.»
Al signor cassiere, (o titolare?) – della pizzeria Civetta a Massimeno sabato 20 marzo questo episodio è bastato per accusare un esaurimento nervoso.
Con concitata sequela isterica di minacce e improperi ai clienti.
Non contento di averci urlato dal bancone «Non disturbatevi a tornare!», questo “signore”, infatti, è uscito dal locale – e si è sfogato davanti a sei o sette avventori, (amici o clienti abituali, non sappiamo) – strepitando a gran voce.
Sconsigliamo vivamente, dunque, questa pizzeria di ruspante cafoneria e minuscola professionalità.
Se vi succedesse un episodio simile, tuttavia, ecco la colonna sonora: lasciare Massimeno cantando Lily Allen... «Fuck you, fuck you very very much...» conclude allegramente la serata.
firmato Lorena P.
DC
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