mercoledì 9 novembre 2011

cozza italia

Qualcuno, stamane, si è svegliato per una folata improvvisa di freddo. Come si fosse spalancata all'improvviso, all'alba, la finestra. E gli occhi li ha aperti a fatica perchè magari ieri sera aveva fatto tardi, festeggiato, spernacchiato il telegiornale. Ma la finestra è chiusa. I termosifoni caldi. Gli occhi allora sono andati sul soffitto, sbarrati. Era presto, ma il sonno era passato. Provateci voi, a stare tranquilli, con quella sensazione. Come quando la moglie va per qualche giorno a fare visita ai genitori, o anche solo dal parrucchiere per qualche ora. Segue un senso di onnipotenza e un certo, immediato, artistico, ostentato disordine. Ma poi? per un attimo, dopo qualche tempo, una sottile angoscia prende lo scapolo a tempo che guarda la tv con i piedi sul divano: che la consorte non torni. Che non ci sia più niente da violare. Che Dio e babbo natale, la juventus e Pippo Baudo, la suocera e le pattine svanissero. Tutto questo è stato Berlusconi. Un totem da criticare per i valori che esaltava o perchè li violava, perchè era moderno o perchè era arcaico, un modello da non seguire perchè era troppo imprenditore o non abbastanza, perchè era uno di noi o noi in uno. E capita allora che a quest'ora il mattiniero si aggiri in ufficio per strada, nel corridoio di casa come se qualcuno gli avesse inibito l'uso di una vocale qualsiasi. Sarà per via degli sbadigli ma sta per prendere la parola e non sa che dire, per lamentarsi e non sa di cosa, maledire e non sa perchè. E anche se qualche giornalista pensa a The trueman show e parla di italiani dentro una bolla, il pendolare che lascia l'ufficio senza aver trovato argomenti, più che un attore americano si sente un mollusco allo scoperto in una conchiglia scardinata. Durerà poco.

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