sabato 10 ottobre 2009

il trentino è un'installazione

Mentre Messina naufraga, i poteri di garanzia vengono insultati da strapoteri plebescitari, mentre la FIAT ottiene ulteriori rottamazioni e i metalmeccanici fanno uno sciopero generale, a Trento, dove la crisi si vede dal rinvio delle opeazioni di lucidatura dei catarifrangenti di Madonna di Campiglio, non si parla d'altro: in piazza Dante c'è un'installazione, parola che com'è noto risponde alla domanda degli esteti locali: ma cos'è quella cosa lì?
Si tratta di un quadrilatero di sacchi di sabbia, impilati attorno al monumento cittadino, una statua di Dante, che altera indica, a chiunque arrivi nel capoluogo col Trentino, di recarsi a quel paese.
Fosse solo questo, la missione dei sacchi di sabbia meriterebbe il plauso della cittadinanza tutta, che com'è noto, di foresti ne vuole solo se disposti a farsi sfruttare.
Tuttavia proprio questo metro, quello del tornaconto stimola critiche all'installazione di cui sopra, che costa, e non frutta.
Una specie di metafora del trentino, insomma : anch'esso asserragliato, teso a fare quadrato, a respingere tutto ciò che giunga che non odori di malga, anch'esso infruttuoso, costoso, ma a differenza dell'opera d'arte, brutto.
Rimuoviamo quell'installazione che va dal Lago di Garda alla Val di Non: o almeno sfasciamola, come hanno fatto con quella in piazza Dante.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Una delle caretteristiche dell’ arte contemporanea è la difficoltà di stabilirla criticamente.

Mi perdoni l’articolista… ma in questo caso questa “Caga**” è individuabile e criticabile … eccome!

Da chi di arte capisce qualcosa alcune precisazioni in seguito!

1. Quella non è un opera!
2. Proprio perché “costa” alla collettività non è giusto finanziarla…. Men che meno in un simile momento.
3. Di “foresti”, soprattutto della trevigiana Favaretto, il trentino non ne ha bisogno! Ma si sa… voi siete attirati da questo nome (Favaretti insegna, e èure a lui avete dato un sacco di soldi inutilmente)
4. Meglio la puzza di malga, che la prosopopea e l’ignoranza culturale ed artistica..e questo lo dovrebbe ben tenere presente sia chi si spaccia per artista che chi si erge a critico.

Ennio Flaiano diceva che:
"L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi."

La Favaretto fa arte perché sa dove prendere i capitali….. btava Lei ! Ma mi si permetta è senza alibi. Quindi è colpevole!

poldino ha detto...

in effetti ha ragione, il nome favaretti ci attira. Lei li preferisce curvi?

Anonimo ha detto...

Sono i Trentini che devono scegliere se retti o curvi!
Non io!

Saluti!

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu