venerdì 13 agosto 2010

sillabe alluvionali

Foto DC

sono giorni strani - di una stranezza liquida grigia e piovosa
che quasi vorrei malinconica - ma non ci riesco, a immalinconirmi


nonostante i cieli grigi, tutto continua ad andare bene
solo non riesco a ridurre significativamente il numero di sigarette e ogni mattino mi danno per la gola rugginosa come le fabbriche abbandonate che piacciono a me.
pigramente a mollo nel mattino risciacquo vita
setaccio considerazioni e depositi alluvionali, fra cui: perché ho smesso di scrivere?


Cioè, un paio di motivi li conosco.
Uno è la mancanza di X - con cui condividevo sguardi sul mondo - complicità - sfide - la lussuria della parola cesellata


Uno è l'affaccio su un mondo di libri e riflessioni antropologiche che mi rimanda la mia ignoranza, e il consiglio di starmene ben zitta - senza presunzioni di dire.


ma questa mattina la considerazione è quasi sconsolata.
sto leggendo da alcune settimane i saggi di Orwell - tutto -
e ogni pagina è più fresca e dignitosa di volumi e volumi contemporanei

di una attualità sconvolgente comica perplimente -

allora ti dici che vuoi anche tu - buttarti in una notte di ubriachezza molesta per finire tra puttane e ubriaconi, anche se sai che non lo farai mai - e ti vergogni anche un po' di non essere abbastanza bestia


mi sono accorta che ho attraversato un ponte - dalla carta/dallo schermo - alle persone vere - perfino nelle loro case - io, che mi vantavo di essere asociale, non gregaria, ringhiosa e intollerante
e però, comunque, qualche cosa non si riesce a dire -
allora dove lo metti quel deposito di parole che ti rimane appeso fra il mascara raggrumato e le stanghette degli occhiali?
ignoro anche perché lo scrivo a voi. con la solita presunzione che vi possa perfino interessare.
DC






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