lunedì 27 settembre 2010

pro e contro Marx

Alla faccia di quelli che dicono comunismo e pensano alla corazzata potemkin, ai baffoni di Stalin e al comintern, esce Pro e contro Marx, di Edgar Morin (ed. Erickson). Scopriamo un Marx che con la sua prassi non si arrende allo status quo ma guarda al cambiamento, fino a prevedere la globalizzazione. Per Kolakowski, del resto, il marxismo come istituzione è quasi la contraddizione del marxismo come metodo. Quando il marxismo diventa ortodossia, in altre parole, cessa di essere marxista. Il pensiero di Marx pertanto va assunto senza pretenderne di farne l'unica chiave di lettura possibile: compreso, dopo Hiroshima e le follie collettive del secolo passato, l'aspetto provvidenziale della storia e del progresso. Perciò, scrive Morin, per comprendere fenomeni come le due guerre, il nazismo, lo stalinismo ci vuole anche lo sguardo di Shakespeare, non solo quello di Marx, Braudel o Wallerstein. Bisogna abbandonare il mito di homo sapiens e considerare l'uomo per quello che l'autore definisce homo sapiens - demens, quell'essere che può dar luogo a Mozart ma anche a Hitler e che rischia di mettere in pericolo la vita del suo pianeta. Per sventarlo, l'obiettivo del socialismo oggi diventa trasformare la specie umana in umanità. Una rivoluzione.

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