giovedì 23 settembre 2010
razza superiore
L’osservatore cui si affaccia il fenomeno del cretinismo, non nel queto soggiorno di un ospizio, ma nell’umile suo nido, tra le catapecchie della città e dei villaggi remoti, si sente colpire da una singolare ambascia. L’animo e l’occhio angustiato da quell’aria oscura, da quelle vie sudice, da quei volti squallidi e torvi degli abitanti, da quell’orrenda miseria che traspariva ovunque, si arrestano ancora più tristemente su quella nuova specie di uomini bruti, che burbugliano, grugniscono, si accosciano, sbadati, fra gli apatici congiunti, sui quali l’affinità del sangue e del morbo sta dipinta a brutti caratteri nel volto e nella gola.
(Cesare Lombroso, Prefazione a Il cretinismo in Lombardia, 1859)
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