sabato 23 aprile 2011

Si è smarrita la capacità profetica?

Ragionando ragionando in queste ore di torpore prepasquale, cerco di tirare le fila di 3 esperienze recenti. A mio avviso collegate.

Di una conferenza dello psicanalista M. Giorgetti Fumel sui legami virtuali (mutamenti individuali e sociali nell’era del web), ancora fluttuano nella mia immaginazione le considerazioni sul fatto che lo stravolgimento narcisistico e neo-tribale della “società elettrica” ci ha scaraventato in un’epoca priva di capacità profetica.

Intendendo, con ciò, l’assenza di persone – dunque poi anche personaggi o protagonisti o figure - epocali che fungano pure da catalizzatori stabili e non triviali del nostro immaginario, delle nostre ambizioni civili e culturali e dei nostri ideali – anche di auto-superamento e/o sacrificio.

In tal senso, mi sembrano particolarmente significative le rappresentazioni di due grosse figure storiche, come quella di un papa e di un re inglese nei film “Habemus papam” di Moretti e “Il discorso del re” di Tom Hooper.


In entrambi i casi l’occhio del regista destituisce i capi dell’aura di lontana ammirazione e reverenza, del gravame storico e della loro valenza mondiale, per proporcene gli aspetti più umani. Idiosincrasie. Ma, soprattutto, ansie, debolezze, incertezze, incapacità, vergogne e timidezze. In un confronto angosciante con l’Altro.

E, su tutte, l’incapacità di affrontare se stessi e dunque il proprio pubblico, il proprio popolo. Di comandare il proprio linguaggio.

Nell’era della comunicazione esasperata, mi sembrano punti tangenti interessanti.

DC

2 commenti:

Donna Cannone ha detto...

E in questa stessa denuncia di smarrimento, non vi è forse anche capacità profetica?
DC

M ha detto...

forse in questo tempo si riesce a "profetizzare" solo mettendosi ingioco, in relazione col mondo, e non più rimanendone fuori..sarà il bello o il brutto della globalizzazione?nessuno può più tirarsi fuori da niente?