A dangerous method - sottotitolo: tanto va la matta al lardo che ci lascia il subconscio - è la storia di Freud, una specie di Sherlok Holmes che dopo anni di indagini scopre che è tutta una questione di sesso. La conclusione, che non giunge nuova a legioni di casalinghe, camionisti e premier viene sviluppata da Watson, per gli amici Jung, che dopo lunghe riflessioni si chiede in svizzerotto stretto: e se mi chiavassi le pazienti?
Sul tema Jung vive un profondo dissidio al termine del quale si spruzza il dopobarba chemenefreud, segno evidente che un tempo dissidio ma poi dissidiavolo.
Concetto che Jung prova a spiegare pure a Freud, perchè bisogna allargare le prospettive, la scienza e volendo, le gambe. Quando Freud obietta se per caso non stia confondendo Keplero col noto ricercatore Siffreud, Jung risponde che quando gli fa male la pancia sente come dei rumori che però, assicura, vengono dalla bibblioteca. Pare la Arcuri quando dice che il calendario suo è artistico, osserva Freud, meditabondo, sul lago di Zurigo.
Alla fine come spesso accade muoiono tutti: Freud, la paziente di Watson e il marito di Monica Bellucci, che la sapeva lunga. Solo Crepet - guarda certe volte i nomi - ancora campa.
domenica 2 ottobre 2011
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