lunedì 4 febbraio 2008

Trichechi in amore

Capita a tutti di interrogarsi sulle dinamiche che tengono unite le coppie, o che le fanno unire. Spesso ne dibatto con il mio amico, discutendo i casi della vita di amici e conoscenti. Nel tempo, abbiamo formulato diverse teorie. Alcune delle sue mi soddisfano e convincono. Un paio, in particolare, rispondono bene nel spiegare comportamenti di cui non sempre siamo consapevoli. Un'ipotesi gustosa sostiene che – inconsciamente - ci leghiamo a qualcuno per il modo in cui ci fa sentire, per la parte di noi che vi si riflette o il ruolo che ci consente di assumere. Tendenzialmente, una parte che ci fa stare bene, con cui ci identifichiamo con piacere o che ci eleva socialmente. (Ma non è scontato che il ruolo sia positivo). Un'altra osservazione ha colto l'oscillazione fra due tipologie di partner, di solito in alternanza temporale: dal "tricheco" a "frate cionfoli" e vice versa – dalla femme fatale alla ragazzina acqua e sapone, e poi ancora, dal troglo assatanato al manager rigoroso, dalla casalingua libidinosa alla dirigente rampante e così via, in un'allegra e variopinta carrellata di figurine. Più divertente è quando la vita ci sorprende: troglo rigoroso, manager assatanato, casalingua rampante e dirigente libidinosa. Porno prof. Non male. Mentre il Castello del Buonconsiglio si rifletteva nel parabrezza bagnato e i miei pensieri si rincorrevano come goccioline sul vetro, la brezza ne ha sollevato uno nuovo: forse il mio compagno è come sarei io se fossi uomo, e forse anche per questo mi piace e ci sto bene. Certo, le sue gambe son più snelle. Ma porta il 43…. Siamo sicuri che come donna mi piacerebbe? Del resto, io sarei l'Uomo Cannone, quindi saremmo la coppia più bella (ehm, tonda) del mondo.…. Se ogni tanto inciampate in queste elucubrazioni novembrine, annidate sotto le foglie e avete scoperto altre dinamiche che ci legano, perché non ce le raccontate? Nell'attesa, buona notte.

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