Quando c'è un problema, alla Lega chiamano Maroni: è quello che beve di meno e poi porta gli occhiali.
Un mese fa, quando esplosero le rivolte nel Magreb, mentre il mondo s'interrogava sui nuovi scenari che si aprivano, sulle prospettive di democrazia e i pericoli di estremismi, Maroni, il ministro degli interni, ha immediatamente pensato al suo colleggio elettorale di Varese e ha rassicurato che avrebbe respinto i barconi.
E' un'ingiustizia che Gallarate non abbia un seggio permanente all'ONU, hanno pensato i suoi seguaci.
Nel frattempo la rivolta in Libia è diventata guerra civile, il Rais resiste, alcuni Paesi ne hanno bloccato i beni, quasi tutti soffrono dell'innalzamento del prezzo del petrolio, Obama pare indirizzato ad usare le riserve federali.
Maroni ha preso di nuovo la parola e, come se si trattasse degli extracomunitari del piano di sotto, ha proclamato "questi americani devono darsi una calmata".
Bisognerà avvertirlo di parlare più piano, chè gli extracomunitari del piano di sotto sono marines.
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