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venerdì 23 dicembre 2011

ti piace vincere facile?

Il Barcellona ha appena vinto la coppa intercontinentale. Xavi, Iniesta e Messi si contendono il pallone d'oro. Mezza squadra un paio di anni fa ha dato la coppa del mondo alla Spagna. E allora perchè tutti esaltano la società e l'allenatore Guardiola? Misteri delle public relations.

domenica 9 gennaio 2011

girone di andata: in che senZo?

Metà campionato è passato. Avevamo detto che la favorita era l'Inter e non cambiamo idea. Il Milan è primo ma ancora per poco: ha preso Cassano. Sono acquisti come questo che cambieranno gl equilibri di un campionato più in dubbio del previsto. La Lazio, come le lepri nel podismo, si appresta a sfilare verso la coda. La Roma è un'auto lanciata a 100 all'ora verso lo sfasciacarrozze dove un acquirente non aspetta che di comprarla al prezzo più stracciato possibile. Il Napoli gioca male. Se vince, è per questi avversari. Il Palermo gioca bene. Se non vince è per altri avversari. Tutto deciso, dunque? Forse, salvo godere del precipitare della Juventus. Mentre Zeman guida la squadra più giovane della serie c.

lunedì 17 maggio 2010

bravi lo stesso

"la lotta sbagliata è quella che non si fa" (C.Marx)

venerdì 9 aprile 2010

intellettuali

A quanto pare Moggi era il genio del male ma Moratti non era quello del bene. Le intercettazioni sono compromettenti al punto che Del Piero (quello che faceva la pubblicita`della CEPU) e Mughini (l'indossatore di occhiali che dibatteva di fuorigiochi con Maurizio Mosca) dicono che bisogna restituire gli scudetti tolti alla Juve. Come se tutti i ladri uscissero di galera perche`un collega e`ancora in liberta`. A pensarci bene se Napolitano non avesse firmato il legittimo impedimento prima o poi sarebbe successo, probabilmente.

venerdì 21 agosto 2009

Uè, Gianni, chi vince?

Dunque, comincia, con un mese d'anticipo su quello di vent'anni fa, l'ex campionato più bello del mondo. Attualmente il più violento, il più sospetto, il meno spettacolare. Chi, come noi, l'anno scorso pronosticò la vittoria della Fiorentina dovrebbe tacere, ma d'altre parte troppo facile era dire Inter, che infatti ha vinto, per il quarto anno di fila. Quest'anno in molti dicono Juve, partendo dal presupposto che al contrario delle sue avversarie, invece che a guadagnare ha provato a rinforzarsi. In effetti non c'è dubbio che con un Del Piero in panchina la squadra che fu di Agnelli e di Moggi potrebbe provare l'ebbrezza di vincere un campionato onestamente. Magari approfittando proprio dell'Inter, e della sua voglia di distrarsi con il palcoscenico europeo. Da dove mancherà la Roma, che proprio ai mancati introiti delle partite di Champions deve la sua maestosa campagna acquisti ridotta a quella siepe che si chiama Guberti. La tifoseria è sul piede di guerra, sapendo che se la piglia con Rossella Sensi non ci dispiacerebbe che per una volta inciampasse su un Totti in forma mondial. Quel tanto che basti a mettere in imbarazzo Lippi, non a fargli condividere con quell'allenatore mediocre il fallimento a cui condurrà gli azzurri. E gli altri? Il Milan ha azzeccato l'acquisto del centravanti, ma difficile che qualcuna tra Napoli, Lazio, Genoa e Fiorentina non lo estrometta dalle prime quattro piazze, troppe, si sa, anche per il lettone di Putin.

domenica 12 luglio 2009

brasile '82

Per chi l'ha vista, per chi non c'era, oggi parliamo di poesia. Di una squadra TAlmente forte che si dimenticò di dimostrarlo. Di una guglia senza fondamenta, di una scala a chiocciola appesa in cielo, di una lingua senza grammatica, di una legge senza articolo, in effetti di una squadra capo nè coda, senza portiere nè centravanti: così giocava il Brasile dell'82. Socrates, Junior, Cerezo, Falcao: con quattro registi non ci ha più giocato nessuno. Sarebbero stati fuoriclasse in ogni squadra, in ogni epoca, ma come fai, se il numero 10 è di un certo Zico? Proprio in questi giorni, ventisette anni fa, per togliergli la palla Gentile non seppe far altro che strappargli la maglietta. Giallo oro, sopra un torace forgiato sulle spiagge di Bahia. A dimenticarsi di segnare, a palleggiare fino al tramonto. Per passare il turno a quella squadra bastava pareggiare. Attaccò, leggiadra, temeraria. Come un ballerina sulle fauci di un coccodrillo. Bruto e rapido come Paolo Rossi. Il più banale dei nomi, di fronte ai loro soprannomi, che da soli facevano una telecronaca. E Rossi dette tre morsi, vorace. E poi fu Zoff, un sospiro, ma il più forte dei portieri, il più taciturno, a parare sulla riga, all'ultimo minuto. Dice che il calcio fornisce modelli. Specie ai ragazzi. A immaginare quella palla dentro viene da pensare a un mondo in cui i bambini studiano la geometria non euclidea e la geografia del pianeta, non quella della prvincia, e che da grandi non comprano bond nè Suv, che ascoltano Veloso, mica Britney Spears, che dialogano e non sparano. FORZA ITALIA mai ma forse un partito che si chiamasse FORZA BRASILE '82 lo voteremmo.

giovedì 28 maggio 2009

nuovo servizio: consulenze scommesse

Questo blog da oggi offre dai suoi lettori un nuovo servizio. Si tratta di consulenze per tutti gli amici scommettitori. Da un blog che ieri aveva pronosticato la facile vittoria del Manchester (che ha perso per 2 a 0 col Barcellona) e che a inizio stagione prevedeva la vittoria del campionato della Fiorentina (4a in classifica) e il fallimento del Milan (in lotta per il secondo posto) capite che le indicazioni sono pressochè infallibili: basta scommettere sul contrario dei nostri pronostici. Ci consoliamo con qualche annotazione. Mourigno, di cui avevamo predetto la partenza dall'Italia sicuro di restare ancora non pare. Il Milan di arrivare secondo non è felice, visto che cambia allenatore. La Fiorentina invece è soddisfatta perchè Prandelli non lo smuove nessuno. E il Barcellona? Qualche anno fa ogni 2 nuovi posti di lavoro creati in Europa uno era spagnolo. Oggi sono spagnoli 8 ogni 10 che se ne perdono. Contenti loro!

domenica 23 novembre 2008

invito spettacolo 'La vita è una palla al piede'

AL "BAFFO DELLA GIOCONDA"
Via degli Aurunci 40 Roma -S.Lorenzo
Domenica 23 novembre 2008 ore 21.30
"LA VITA E' UNA PALLA AL PIEDE" (l'esistenza attraverso le imprevedibili traiettorie di una sfera di cuoio che calciata da un piede umano vola libera ed irrefrenabile verso il suo naturale destino : il GOOOOOL!!!!!)
Testi : Osvaldo Soriano-Eduardo Galeano-Darwin Pastorin
Voce Narrante: Mario Palmieri
Video: Garrincha-Maradona
Musiche: Tango-samba e ritmi sudamericani

martedì 29 luglio 2008

Milan, Italia

Quando la Fiat era in crisi Berlusconi suggerì la sua ricetta: chiamarla Ferrari. Battere la concorrenza giapponese cambiando il frontalino della Panda, insomma. Farci sognare appiccicando un cavallino rampante sul muso della nostra Punto. Funzionasse, potremmo ribattezzare la nazione intera: da Svizzera a Maldive avremmo comunque da guadagnarci. Sospetto che l’acquisto di Ronaldinho segua la stessa filosofia. La vecchia patacca brasiliana per il Milan non sarebbe una novità: Rivaldo e Ronaldo non ci dicono solo che a Rio la fantasia per i soprannomi scarseggia. Come i suoi predecessori Ronaldinho sta già ripagando in parte l’investimento: sciarpe e magliette vanno a ruba, s’impennano gli abbonamenti. Ma presto si tratterà di scendere in campo. Salutati i flash dei fotografi, firmati gli autografi, chi avrà ancora fiato da spendere? Il Milan ha portieri che valgono meno di un citofono, Gattuso corre solo nella pubblicità della Vodafone, Nesta è al capolinea, Maldini gioca da ventiquattro anni: quando esordì molti di quelli che marca non erano nati. Le sorti dei Milan ci interessano fino a un certo punto. Il fatto è che somigliano a quelle del nostro Paese, e non solo perché un paio di anni fa uno scandalo procurò al Milan una penalizzazione di otto punti. Vecchia, nostalgica di trionfi ma fuori dalla competizione europea che conta, la squadra del diavolo e l’Italia spandono milioni per distrarre i tifosi, mentre i concorrenti, la Fiorentina, la Spagna, si rafforzano sul serio.
(Nella foto, i gemelli del goal).

giovedì 22 maggio 2008

un altro sport


I tifosi di una squadra applaudono l’altra. I giocatori si congratulano con gli avversari. Un centravanti è di colore, un allenatore è israeliano; nessuno ci fa caso. Sul campo uno spettacolo come non si vedeva da tempo.
Così si è conclusa ieri la finale di Champions league, il campionato europeo per club, il derby tra Manchester e Chelsea.
A volte basta una partita per avvertire la distanza che ci separa dal resto del mondo. Un incontro in cui si cade e ci si rialza, senza contestare l’arbitro, senza sceneggiate, senza chiedere che l’avversario venga punito.
Poi si pensa a Biscardi, a Moggi, Berlusconi, Cassano.
Questo sembra un altro sport, e forse lo è: è il calcio inglese, rimasto tale nella cultura, cambiato nel gioco, continentale ma spettacolare come sempre.
In Italia alle tifoserie ospiti spesso viene vietato di assistere alle partite. Quelli che entrano allo stadio sbandierano striscioni che esaltano i forni crematori. Quando un avversario urla di dolore gli si augura in coro di crepare.
I tifosi invece muoiono davvero. Capita, a volte, ammazzati tra loro o da poliziotti zelanti.
Il persidente del Chelsea è russo, quello del Manchester americano.
Al presidente della Roma viene rinfacciato di essere di Macerata.
Tre anni fa si accertò quello che tutti sapevano: che la squadra più titolata d’Italia lo era per aver corrotto gli arbitri. Anni prima un allenatore lo aveva denunciato, insieme all’uso di medicinali vietati.
Il risultato è che quell’allenatore oggi ha smesso di esserlo. Il risultato è che in Europa quella stessa squadra l’anno venturo rappresenterà l’Italia. E chi sennò?

domenica 18 maggio 2008

fabregas


Ho visto passare delle macchine imbandierate che strombazzavano, non so perchè.
Dopo l'angolo della viabilità ora invece parliamo di calcio. In quella covata di campioncini che è l'Arsenal gioca un veterano di 21 anni. Ha esordito nella Premier League a sedici anni, nella nazionale spagnola subito dopo. Si chiama Fabregas. Il Real Madrid ci ha già messo gli occhi sopra ma fossi un qualsiasi club valuterei di partecipare ad un'asta per assicurarmi questa specie di croupier del centrocampo: elegante ma svelto, preciso, vincente.
Con la scarsità di veri assi che c'è da noi, sono pronto a scommettere sulla squadra italiana che lo acquisterebbe come prossima campione d'Italia.

lunedì 12 maggio 2008