Nel centrosinistra qualcuno avanza la candidatura di Rosy Bindi. Più bella che brava secondo Berlusconi, il suo toscano, la sua pettinatura sale e pepe, il suo abbigliamento, nei dibattiti ne fa quasi antropologicamente un modello diverso dal meneghino di plastica che si incarna in tanti replicanti delle TV Mediaset e non.
La sua vocazione pare sincera, le sue battaglie appassionate. Tre decenni sono passati e quasi nessuno ricorda che quando il professor Bachelet fu ucciso dalle Brigate Rosse era lei che aveva al fianco.
Speriamo nessuno dimentichi di chi fu al fianco Rosy Bindi da vivi: Andreotti, Gava, Forlani. Per farle lasciare il partito di Salvo Lima, la Democrazia Cristiana ha dovuto cessare di esistere.
Se è vero ciò che si dice su chi va con lo zoppo, a Rosy Bindi non manca nulla per trascinarsi fino a una poltrona. Per un centro sinistra che vuole vincere, compagni di strada di quel calibro sono più una garanzia.
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