domenica 30 dicembre 2007
Gustosa-mente Angi
martedì 25 dicembre 2007
Produci Consuma Crepa
Dirmi "buon natale" equivale a dirmi "ho visto un UFO": guardo stupita il mio interlocutore, senza sapere cosa rispondere. Per me, natale non ha valenza religiosa. E se l'avesse, mi riterrei offesa di tanto smaccato paganesimo capitalista. Quest'ultimo mi urta ugualmente, poiché lo ritengo un'offesa all'intelligenza. Per fortuna siamo quasi al capolinea dell'annuale tripudio della spesa inutile e della pantomima degli auguri. Quest'anno ho colto l'occasione di nuovi colleghi e conoscenti per informarli che non festeggio il natale, ergo non mi facciano regali né auguri (né se li aspettino).
Psicopatologia della regalistica Siccome non ho mandato una circolare, ai colleghi dell'ufficio che sta nell'altro edificio, la notizia non era giunta ad A., che lavora nell'ufficio distaccato. Teoricamente, nulla osta un rapporto di buona colleganza, ma causa lontananza, orari, mansioni e vite diverse ci siamo scambiate circa 20 parole in 3 mesi. Dunque 1) non mi aspetto un regalo di natale da A., (non ci conosciamo) 2) non ipotizzo che si senta in dovere di farmene uno, per non mettermi in imbarazzo con altre colleghe con cui scambia i doni ed è in amicizia da anni. Mio malgrado, invece, trovo un pacchettino natalizio sulla scrivania. Presumo A. abbia ritenuto che me lo aspettassi. Il gesto rivela che – lungi dal ritenermi degna di un eventuale regalo dedicato se un bel dì ve ne sarà motivo, mi ritiene conformista, ipocrita o gretta. Oppure non ha condotto un ragionamento articolato in merito, ma ha agito per automatismo consumistico natalizio. Ritenendo che rifiutare il suo regalino l'avrebbe offesa (forse ho sbagliato), ora devo destreggiarmi fra le ipotesi sulla sua psicologia di consumatrice senza tradire la mia coerenza, trovandomi al contempo in obbligo di comprarle un regalino. Un dono che non so come scegliere, perché non la conosco, che eviterei volentieri e che non servirà a nulla. Ne usciamo entrambe più impoverite e tristemente lontane. Fortunatamente ho fermato in tempo gli altri colleghi. Addirittura, uno, dopo, si è scusato per avermi fatto gli auguri – come se avesse cucinato maiale per un musulmano.
Fiera dell'inutilità Questo è un caso, minuscolo, particolare. Proviamo a moltiplicarlo per decine, centinaia di persone. Per esempio, all'inaugurazione di MediaWorld a Trento: ho letto che il 20 dicembre, (ovviamente la data è stata studiata ad hoc dai direttori marketing dell'azienda), il traffico era in tilt, la gente rigurgitata dal nuovo mega-store vi ha speso 650mila euro! Ovviamente i titoloni dei giornali locali inneggiavano al successo dell'operazione commerciale. A me sembra una scena dei Simpson's. Quanti pensieri, doni e regalini acquistati per "senso del dovere" /rispetto di una tradizione consumistica che ormai nulla più ha di religioso / gara al regalo per non sfigurare (c'è un fantastico slogan "Io regalo Collistar" che ti fa sentire donatore esclusivo, ricercato, ammirato) / gara al regalo compiacente (verso il capo, un collega, un direttore, uno/a che è sempre bene tenersi in buona….) /inerte abitudine
Scendiamo dalle stelle? In un Paese che si vanta d'essere fra i Grandi 8 della Terra, milioni di italiani allevano figli e nipoti nella cieca credenza di personaggi fittizi, quali babbo natale, la befana & Co., rabbuiando le coscienze della nuove generazioni a suon di Jingle Bells, Oh Tannenbaum, Tu scendi dalle stelle. Fermiamoci a ragionare su queste medievalistiche fòle, sul tam tam pubblicitario della "gioia di regalare", sulla falsità di "sentirsi più buoni" (ma che vuol dire???). Sul regalo avvolto nel narcisismo del donatore, sul minuetto della compiacenza. Smascheriamo queste ipocrisie. Abbiate la schiettezza di dirmi, piuttosto, che natale è una scusa per intascare la tredicesima, abbuffarci, fare qualche giorno di ferie, sentire vecchi amici.
Effetto domino Concludo dicendo a chi, come me, non ne può più, che Non festeggiare il natale è possibile. Possibile sottrarsi all'orgia dei regali. Dire alla famiglia, ad amici, conoscenti e colleghi, che te ne chiami fuori. La mia speranza nel dirlo e scriverlo è dare sollievo a chi, come me, finora si sentiva solo e ingabbiato in questa consumistica ipocrisia, ma soprattutto provare ad innescare una reazione: se il mio comportamento sarà imitato, se incomincerà a girare e diffondersi, si ripercuoterà e forse il mondo potrà cambiare.
Ho visto un UFO. Cordialmente, La Donna Cannone
mercoledì 19 dicembre 2007
Scribendi recte sapere est principium et fons*
Un'alleanza tra le chiese del Nord Est contro il maligno
- "Centinaia di trentini ricorrono all'esorcista" titola il Trentino Corriere delle Alpi lunedì 17 dicembre. Di primo acchito, penso ad una trovata natalizia, spero in una mossa di marketing emozionale del PR di Ratzinger, un colpo di reni autoironico per portare più gente in chiesa col sorriso…. Spulcio l'articolo, con tanto di intervista all'esorcista: macché! la cosa è "seria" (?). Per tentare di entrare in questo tema mondiale, è necessario intendersi almeno sul significato comune di alcune parole (senza pretesa di considerazioni teologiche): "esorcismo": da "esorcizzare" dal greco exorkizein 'scongiurare', composto di ex- rafforzativo e horkizein 'giurare'. Relig.: liberare, purificare dal demonio mediante esorcismo; cacciare, espellere dall'indemoniato o dall'ossesso mediante e. " Esorcismo": in molte religioni, rito generalmente magico, per mezzo del quale si allontanano demoni o spiriti malefici o li si espellono dalle persone di cui si ritiene che si siano impossessati. Nel cattolicesimo e nella chiesta ortodossa, rito per mezzo del quale si espelle il demonio dal corpo dei battezzandi, ovvero dal corpo degli ossessi o da oggetti, cibi, animali, luoghi. Demonio: nelle religioni ebraica e cristiana, spirito maligno che incita l'uomo al male. (…) (Lo Zingarelli 2001, ed. Zanichelli). Abbocchereste? Mi trovo un po' in difficoltà: 'spirito maligno, male, purificare dal demonio', sono concetti vaghi, c'è addirittura un riferimento a riti generalmente magici.. Potremmo proseguire ad libitum questa catena lessicale, giungere ai confini della realtà, abbracciare Asimov, Giordano Bruno o il parroco di Besenello. Non resisto alla tentazione di fare le pulci a questo articolo (sarà il maligno che si vuole impossessare di me?).
Vi invito a seguirmi, il percorso è gustoso: I vescovi del Triveneto, riuniti a Zelarino, in provincia di Venezia, hanno deciso di unire le loro forze per aiutare "i fedeli in grave situazione di sofferenza, attraverso la presenza di sacerdoti ed esperti", ricorrendo "ove necessario, all'esorcismo". (…)La prima fase dovrà essere "di ascolto e discernimento dei singoli casi per definire la vera natura del disagio", allo scopo di capire se derivi da "motivi di carattere psichico-psichiatrico o superstizione o reale azione del maligno". Ma l'esorcista della curia di Trento, attivo da oltre 10 anni per nomina vescovile, intervistato svela " non ho studiato psicologia o psichiatria". Ribatte il giornalista: Se non ha studiato queste materie perché è stato scelto? «Il vescovo mi ha chiamato perché non fuggivo la preghiera». La contraddizione tra una pratica pluriennale e gli intenti vescovili è palese. Andiamo oltre: Giornalista: Esiste il diavolo? Esorcista TN: «Che esista non c'è dubbio. Che in questi casi sia il diavolo ad agire ho sempre il dubbio. Mi piace averlo. Non si sa mai come è fatta la psiche umana. Con una certa sicurezza l'ho avuto di fronte un paio di volte» Giornalista: Come fa ad essere sicuro che fosse proprio il maligno? Esorcista TN: «E' una certezza che ho solo dopo, quando vedo che un problema grosso si risolve per il mio semplicissimo intervento». Non sono particolarmente convinta, e voi? L'esorcista non ha dimostrato né l'esistenza del diavolo, né cosa avvenga nei fumosi episodi in cui se l'è trovato di fronte. Provo piuttosto pietosa comprensione per le persone che li hanno vissuti: nei casi di grave sofferenza l'essere umano si rivolge a chiunque gli palesi un seppur minimo sollievo o giovamento (e non entro ulteriormente nel merito).
Vediamo, ora, un interessante parallelo fra l'intervista Giornalista: A cosa si riferisce quando parla di problemi grossi? Esorcista TN : «A maledizioni ricevute ad opera di parenti o dagli stessi genitori e dai nonni». Giornalista: Addirittura dei genitori. Hanno influssi anche fisici? Esorcista TN : «Psicologici in primo luogo e a lungo andare anche fisici. Sarà per suggestione o chissà quali motivi (…)». Giornalista: Qual è il suo modo di operare? Esorcista TN: «Io prima le ascolto (le persone). Lascio che dicano quello che c'è dentro il loro cuore. E poi cerco di aiutarle a rivolgersi al Signore. Prego con loro». e quanto leggevo giusto un paio di sere fa su "Sappiamo cosa vuoi – Chi, come e perché ci manipola la mente" di Martin Howard, Ed. Minimum Fax, Roma, 2005: Le sette e i metodi che utilizzano (…) Le sette reclutano l'85% dei nuovi adepti attraverso le famiglie. L'85% delle persone entrano in una setta perché gliene ha parlato un amico o un conoscente. (…) I membri della setta sono incaricati di portare un amico, un collega o un familiare alla proiezione di un filmato introduttivo sulla setta o a una cerimonia. (…) Secondo il modello BI-TE le sette agiscono anche sul controllo delle informazioni: inganno, pesante censura sulle informazioni interne ed esterne, spionaggio, propaganda e sollecitazione a rivelare i propri segreti. (pag. 138 e segg.) Dubium sapientiae initium Che dire? Presa fra l'incudine di minacciosi amici e parenti e il martello di suadenti guaritori, vi lascio un concreto e attualissimo pensierino natalizio: nei periodi festivi, con picchi a fine luglio e prima di natale, si registra l'escalation di omicidi in famiglia. Fra le cause, intolleranza allo stress, depressione e un generico moto di rivolta dell'ego frustrato che pensa "a me non la si fa" (testuali parole, servizio in onda su Radio Rai1 alle 19.00 ca del 17.12.07). tanto lavoro, ancora, per esorcisti, maghe e magoni. Che volete che vi dica? Ho gli occhi verdi e i capelli rossi: prima che scatti la nuova caccia alle streghe vado a farmi la tinta! Buone feste! La Donna Cannone * Il buon senso è il principio e la fonte dello scrivere. (Orazio)
lunedì 17 dicembre 2007
A Ja Ljublju Sssr
Oh Jingle Bells
sabato 15 dicembre 2007
Noja istituzionalizzata
giovedì 6 dicembre 2007
Palle di natale
Ieri sera mi è accaduto un fatterello – quasi un nonnulla nella dinamica e nell'economia della serata. Stavo tornando verso la macchina con un paio di amici quando, in senso opposto, ho incrociato una signora che ultimamente ho visto spesso in Piazza Fiera. È – credo – una senza dimora. Circa 60 anni, gira in sandali e senza calze anche in inverno, il viso scuro, sporco e accartocciato, l'espressione arcigna. È scomodo incontrarla. È scomodo incontrare persone come lei, e guardarle. Facilmente le scansiamo e la loro presenza suscita disagio o senso di colpa. Non occorre essere milionari, e accade anche se ci sottraiamo al circo del consumismo sfrenato. Per le scarpe che indossiamo, consapevoli che a casa ne abbiamo molte altre, e giacche, camicie, borse, mentre loro, presumibilmente, non hanno niente. Non è l'avere, credo, la parte più scomoda, quanto l'essere. Ieri sera questa signora mi ha detto una parola – che lì per lì non ho capito. Le ho chiesto di ripetere: " carità" e ha allungato la mano. Una frazione di secondo, ma ero già oltre. Un altro secondo e mi sono sentita una merda, avrei voluto fermarmi, fare dietro-front, mettere mano al portafoglio. Pur sapendo che una manciata di euro non avrebbe risolto la sua vita. E che non sono solita sciacquarmi la coscienza con un po' di monetine. Sotto le luci di natale, sono spuntate varie domande: che ne è stato di quella vita? Che le è successo per ridursi così? E quando? Perché non è "risalita"? Da cosa la protegge la scorza di pellaccia che sembra avere? Ripara dal groviglio di emozioni (che non riesco neppure a immaginare), che credo si scateni dovendo chiedere la carità? Cosa pensa? Cosa vede? Come giudica queste luci natalizie, le nostre scarpe e calze colorate?
Non ho risposte, non ho palle di natale, ma non so se avrei quelle per farle direttamente queste domande.