venerdì 25 settembre 2009

dalla lettera di un ex ufficiale dell'aeronautica militare

"esiste in Italia un giornale che abbia il coraggio di dedicar alle vittime afgane innocenti ogni giorno sei brevi necrologie, tante quanti erano i nostri parà caduti? Sarebbe necessario e doveroso specchiarsi in quei volti, imparar a fare i conti con chi è morto anche per colpa del nostro silenzio e della nostra acquiescenza; con quelli della cui uccisione siamo stati complici, e lo abbiamo fatto a cuor leggero perché erano “lontani”, perché erano “diversi”, perché non hanno nessuno che li difenda e ne rivendichi la memoria e il rispetto. Dovremmo meditare sulle loro sembianze e sulla loro vite spezzate, noialtri che non riusciamo a opporci abbastanza efficacemente alle canaglie nostrane, ai mascalzoni che con arroganza ci vanno ripetendo che invadere un paese altrui e bombardare degli inermi da duemila metri è un normalissimo – e perfino “eroico” - atto di guerra per quanto la guerra non sia dichiarata, mentre difendere la propria terra con le armi di cui dispone un popolo che non ha né aerei, né elicotteri, né missili aria terra, né mezzi corazzati, è un atto “infame” e “vile”." (www.ilmanifesto.it)

1 commento:

Donna Cannone ha detto...

colgo il post: a me ha dato molto fastidio tutta la manfrina dei funerali di stato dei parà ecc ecc. Non ho sentito nessuno dire che son morti dei militari professionisti.

Gente che _ha deciso_di guadagnarsi da vivere imparando tra le varie cose, i modi più efficaci per uccidere delle persone.
Non corrispondono al mio concetto di eroi....