domenica 13 dicembre 2009

golgota, provincia di Foggia

Immaginate di nuotare, risalire in superficie, respirare e inabissarvi nell'oceano, poi nel Mediterraneo. Con una decina di compagni di viaggio. Immaginate di pesare qualche decina di tonnellata ma di saettare tra le onde, giocare, cacciare. Finchè vi infilate in Adriatico. Qualcuno dice che tutte quelle buste e quel mercurio gli sembrano strane, qualcun altro fa l'esperto e dice venitemi dietro che conosco un posto dove si mangia bene. Invece l'acqua è zozza e il fondale basso, troppo basso: vi graffia la pancia, vi s'impiglia la coda. Vi dimenate, vi contorcete, niente. Più vi agitate e più vi impantanate. Vi ritrovate col muso all'aria, col sole che vi brucia e solo qualche onda che di tanto in tanto vi deterge dalla sabbia che il vento vi deposita addosso. Ogni tanto arriva anche qualche gabbiano, e dopo un pò neanche agitare la coda serve a scacciarli. Alcuni dei vostri compagni di viaggio agonizzano, il capobranco forse è già morto. E voi non riuscite liberarvi. Ci avete provato ma ora a digiuno, spossati, vorreste solo che quel rumore di onde a cui dagli abissi non facevate caso, cessasse. Invece sentite la parola camion e sulla spiaggia arrivano dei bestioni. Caricano le carcasse dei vostri compagni, ma pesano troppo e i camion per poco non si rovesciano: rinunciano. Le loro carcasse iniziano a corrompersi davanti a voi, che invece date spettacolo, perchè altre bestie si mettono in posa e si fanno fotografare, sullo sfondo di un mostro, come vi chiamano. Così aspettate. Che tutto finisca. Torturati come Polifemo da Ulisse, solo che stavolta si chiama Prestigiacomo, una specie chiamata ministro, la quale dice che dosi per far terminare il supplizio in Italia non ce ne sono. E morite, finalmente, mentre sentite questa parola, Italia, e vi convincete che forse non è un bel posto dove vivere, di certo un pessimo posto dove morire.

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