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lunedì 25 luglio 2011

Morto un parà se ne fa un altro


Un progetto istituzionale annuale di 2 milioni di sterline va a scoprire quanto sono felici gli inglesi. Differenziando fra felicità (intangibile) e benessere (misurabile).
Mi offro qui dando un contributo al governo italiano, gratis, che non viene a investigare nè il mio né il vostro benessere.

Dice una delle 4 domande agli inglesi:
to what extent do you feel the things you do in your life are worthwhile?
* Fino a che punto ritiene valga la pena di fare le cose cui si dedica nella vita?

Gentile governo italiano, studiare, informarmi, sviluppare un pensiero critico, conoscere il mondo, sono cose che hanno senso e valore, accrescono la mia felicità - ma non sempre il mio benessere.

Facciamo un esempio?
Oggi il TG1 dice
l'"attacco contro i nostri militari in Afghanistan. Ucciso un parà, due i feriti" ecc.ecc.
Il TG risuona del populismo di una classe dirigente che asciuga lacrime televisive di "profonda commozione";
manipola lo stile nominale per togliere significato ai fatti
e tace – oggi e puntualmente – che non si tratta di un incidente, e che la "povera vittima" era un militare di professione.
Militare significa "appartenente alle forze armate", quindi chi per lavoro usa le armi; ergo la "povera vittima" era lì anche per uccidere.

Queste notizie e questi fenomeni mediatici mi rendono infelice.
Tolgono senso alle cose che faccio.
Mi rendono una cittadina frustrata.
Forse, dopo, farò girare l'economia, per curare la mia anima con la terapia dello shopping.
Intanto, l'ipocrisia mascherata da informazione mi complica la digestione. Pagare il canone per un disservizio informativo mi aggrava il malumore nazionale. Essere associata a un governo che non mi rappresenta mi rovescia la bile. 

War is peace
L'affronto di un reiterato linguaggio astratto travestito da parole di senso – come in "fase di ripiegamento al termine di un'attività di controllo e ricerche" (nella valle del Murghab) mi fa dubitare del tempo impiegato a studiare.
L'italiano possiede nomi comuni che significano cose concrete - sono le prime nozioni grammaticali e lessicali che impariamo alle elementari.
Come mai da grandi ci facciamo abbindolare, credendo che operazioni di guerra possano essere pace?
E perché ci crediamo, che un giornalista scriva per informare, quando non ci dice che le 'povere vittime' da vivi sono militari professionisti, che in missione guadagnano migliaia di euro al mese? Che dai tempi della 1° guerra mondiale, negli eserciti circolano droghe e che i reduci da contesti guerriglieri al rientro sono spesso ''individui socialmente pericolosi", o disadattati?

Scontro a fuoco significa: battaglia.

Armato è il participio passato di armare, che significa dotare di armi; le armi sparano; in guerra si spara per uccidere.
La difesa senza attacco non esiste.
L'Afghanistan è stato invaso dagli USA (che hanno finanziato i mujaheddin, armandoli contro i sovietici) con un'operazione militare chiamata Enduring Freedom – Libertà duratura.

A noi, italiani, non ci viene manco in mente che il governo ci chieda se stiamo bene.
Se distinguiamo fra felicità e benessere.
Perchè uno è un concetto astratto - come ''operazione di pace'', l'altro è concreto e tangibile, come guerra. Non sia mai che cominciamo a distinguere...
Ignorance is strength




venerdì 23 aprile 2010

Grazia al c*** (Ministero di)

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_aprile_23/usura-imprenditore-sequestrato-roma-1602889323104.shtml


«ma come? Ma che le viene in mente di chiedere gli interessi al ministero? Va vada affanculo!» mi ha risposto un referente di un ufficio romano del Ministero di Giustizia. Un tempo, era "di grazia e giustizia". Tra poco rimarrà solo ministero.

Un po' dispiace – dunque - che sia stata fermata questa banda di sequestratori di usurati. Mi sarei avvalsa con gusto dei loro servigi: in merito a una fattura a un organo del ministero di giustizia _pagata con 5 mesi di ritardo_, prima mi è stato detto che avrei avuto diritto agli interessi moratori.
Poi no. Poi mi hanno mandato affanculo


Evviva l'Italia!

martedì 15 dicembre 2009

ed è subito Sera ...



















ROMA - Giovedì arriveranno sul tavolo del Consiglio dei ministri due proposte: una che intende inasprire le misure anti-contestazione alle manifestazioni, l'altra per valutare l'oscuramento dei siti internet che inneggiano all'odio. (Corriere della Sera)


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sabato 28 novembre 2009

Una finestrata di smog


Roma - FotoDC
«Solo al 27 lo stipendio vanno a prendere di corsa. Schifosi maledetti. Uno schifo unico han ridotto sta città. Siamo il quarto mondo. Più di mezz'ora a aspettare l'autobus. Sti schifosi, Schifosi maledetti. Luridi. Schifosi luridi. Che possano morire stanotte. L'hanno ridotta una merda schifosi luride bestie. Una capitale europea. Gli possa pigliare un colpo, al presidente dell'atac. Siamo una capitale europea. Un paese di merda. Basta che Berlusconi fa due sorrisi e tutti sono contenti. Schifosi luridi. Je possa pija un colpo stanotte. Più di mezz'ora a aspettare un autobus».
Ogni volta è un'emozione diversa. Roma.

Mi dà una strana orticaria, la capitale. Ma appena arrivo, di solito mi diverte il brulichio. Esco dalla stazione e mi guardo attorno come una bambina alle giostre, Facce saporite. Fisionomie assurde. Voci colorate.


Mentre attendo sotto la pensilina gustandomi la signora che inveisce, mercoledì alle dieci uno stormo di uccelli gira veloce, frenetico, stressato. Non so cosa si dicono. Forse giocano. Forse manifestano: l'aria è solo fintamente leggera. Interrotta dallo spostamento delle fermate per nuovi scavi della metro. Non si riesce a dormire....


Dall'autobus che mi allontana spio nelle pieghe dei plaid e nelle schiene curve, sfrucuglio morbosa nelle borse di nylon gonfie di stracci preziosi. Uno struggimento – l'animo è sul marciapiede. Mi fermerei a parlare. A chiedere storie. Che cosa. Come. Perché.


Ma è quasi domani e me ne torno tra i monti. Il meteo dice grigio, pioggia, forse 10 gradi meno di qui. Mi consola pensare che una boccata d'aria non sarà una finestrata di smog.

Lo scarto forse è lieve. E il rollio del treno placherà l'orticaria.
Tollero ancora, più facilmente, i profili secchi di certe donnette provinciali e il perbenismo quieto nei baffi degli impiegati delle banche.


La ripetuta esposizione quotidiana a sudate masse e selvatiche e sporchiccie, a ruzzanti massaie che sull'autobus sbadigliano e sternutiscono senza coprirsi con la mano, auto dirigenziali che tagliano il passo su strisce plebee pedonali mi inquieta.


Non ci son cazzi. Come anonima passante sfilare accanto a parti umane basse e anime purulente sovverte il mio disequilibrio e accelera la mia sociopatia.




Roma - FotoDC



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Piccola HeiDCi va in città: mesi fa ne aveva raccontato qui:



venerdì 9 ottobre 2009

Il buffone di Dio (un 3ntino in scena a roma)

DAL 6 AL 18 OTTOBRE 2009 IL BUFFONE DI DIO Regia di: Fabrizio Scaglia; Cast: Fabrizio Scaglia Orario: 21:00 serale; 18:00 pomeridiano - Biglietto: 10 euro Venerdì 9 ottobre: promozione a 3 euro
Sinossi: Ci sono momenti nella vita di ognuno, in cui sottostare alle regole del gioco è un compito troppo pesante. In questi momenti urlare il proprio dolore al cielo e ai propri simili può diventare un strumento di consapevolezza...
Il sito: http://www.teatromanhattan.it/stagione10.php Per chi sta a Roma, consigliamo. E poi aspettiamo recensioni, stroncature, cavoli o pomodori..... Ciao, DC.

mercoledì 30 settembre 2009

il senso nè la ratio della Mia attività

Quella che segue, tratta dal Corriere della sera, è la risposta recapitata ad un cittadino che chiedeva ragione della posizione di alcuni cassonetti, dal consigliere comunale, a lato in effigie, Patrizio Bianconi, che nell'occasione conferma e orgogliosamente dimostra di essere del Pdl.

L'ultima frase - e la foto - meritava una segnalazione.

IL CITTADINO - «Caro Patrizio, scusa se ti disturbo, ma in via Tacito l´Ama ha piazzato dei cassonetti in modo assolutamente sconcio, senza nessuna logica, seguendo probabilmente delle pressioni di qualche raccomandato. Mi fai sapere se esiste una normativa comunale in merito ed eventualmente come agire per far ripristinare un regolare ordine?» Marcello Mancini

IL CONSIGLIERE COMUNALE - «Egr. Dott. Mancini, nella sua e-mail Lei mi segnala una problematica personale che esula dalle mie competenze. Sarebbe svilente se un On. si dovesse occupare di cassonetti - o monnezza, come dicono a Roma - tanto più se gli stessi si trovano dinanzi ad un´attività imprenditoriale di un privato. Con profondo rammarico noto (...) che lei non comprende il senso, né la ratio della Mia attività politica! Cercherò di essere chiaro. Lei, alle elezioni che mi hanno visto trionfatore non mi ha votato - anzi più volte nel corso degli anni ha manifestato antipatia nei confronti di Berlusconi (...)E allora nasce spontanea una domanda: perché si rivolge alla mia persona? Io per quale motivo dovrei adoperarmi per lei? Forse mi reputa un idiota che si fa sfruttare da chiunque? Oppure, cosa ancora più offensiva, il suo servetto? Io lavoro solamente per chi mi vota in quanto faccio politica, non il missionario (...).Sarebbe svilente e umiliante per la mia persona, la mia competenza e la mia professionalità consentire a chiunque di chiedermi favori che, come nel caso di specie, esulano dalle mie competenze. Pertanto: 1) O si impegna formalmente - stipulando un patto di sangue con il sottoscritto - a votare nel 2013 il sottoscritto on. Patrizio Bianconi al Comune di Roma ed il dir. Andrea Zaerisi al municipio XIX; 2) O, se lei non è intenzionato, non si rivolga alla mia persona. Desidero infine segnalarle che per avvalersi della mia professionalità deve preventivamente fornirmi: nome, cognome, indirizzo di residenza affinché io possa schedarla nella mia rubrica individuando la sezione elettorale dove lei vota al fine di controllare se esprimerà o meno la preferenza nei miei riguardi. E poi: il suo telefono di casa, il cellulare e l´e-mail al fine di poterla rintracciare quando ci servirà il voto suo e della sua famiglia. Se non se la sente di instaurare con il sottoscritto tale tipologia di patto la invito a rivolgersi alle persone che lei vota (...) Io non mi faccio prendere per il culo da nessuno!». On. Patrizio Bianconi

martedì 21 aprile 2009

Uno schifo di donna

Le probabilità che la diretta interessata legga questa pagina sono meno di una su un milione. E tuttavia non è motivo per non scriverla. Sabato mattina, a un semaforo in via Chiana, (quartiere Trieste), a Roma, in attesa dell’omino verde dall’altra parte della strada, rispetto a me, c’erano 5 o 6 persone. Tra loro, un signore anziano. L’aria fragile in un vestito panna, lo sguardo appeso al semaforo; assente al mondo e un po’ anche a sé. D’un tratto alla destra dei pedoni, piazzata sui ¾ delle zebre, una signora al volante di un’auto grigia metallizzata, (non ho notato marca né modello), si è messa a far manovra per uscire dal parcheggio.
Gira, volta, sterza e rimetti la retro. A forza di andare indietro si è avvicinata pericolosamente ai pedoni in attesa, finché a un certo punto
stava per investire il signore in abito panna. Mi son messa ad agitare le braccia per allertarlo, e con lui i pedoni vicini. E la guidatrice stessa. Per fortuna, si è fermata. A un pelo dal vecchietto. Mentre attraversavo, le ho urlato di stare più attenta,
che stava per colpirlo.
Interrompendo le manovre la signora ha abbassato
il finestrino e mi ha gridato di rimando che aveva ragione lei,
«perché i pedoni non erano sul marciapiede!»
Ho mandato affanculo la sua faccia tosta arrogante e disumana.
Ma quando ho messo piede all’angolo di via Trieste mi son fermata.
Ero in lacrime per lo schifo che mi ha fatto quella donna.
E allora spero che tu mi legga, Schifo di Donna. E che il tuo menefreghismo borioso sia ripagato con l’indifferenza. Quando? Quando a 70 anni, orba e tremolante, aspetterai sulle strisce che il semaforo diventi verde….