Le probabilità che la diretta interessata legga questa pagina sono meno di una su un milione.
E tuttavia non è motivo per non scriverla.
Sabato mattina, a un semaforo in via Chiana, (quartiere Trieste), a Roma, in attesa dell’omino verde dall’altra parte della strada, rispetto a me, c’erano 5 o 6 persone. Tra loro, un signore anziano. L’aria fragile in un vestito panna, lo sguardo appeso al semaforo; assente al mondo e un po’ anche a sé.
D’un tratto alla destra dei pedoni, piazzata sui ¾ delle zebre, una signora al volante di un’auto grigia metallizzata, (non ho notato marca né modello), si è messa a far manovra per uscire dal parcheggio.
Gira, volta, sterza e rimetti la retro. A forza di andare indietro si è avvicinata pericolosamente ai pedoni in attesa, finché a un certo punto
stava per investire il signore in abito panna.
Mi son messa ad agitare le braccia per allertarlo, e con lui i pedoni vicini.
E la guidatrice stessa.
Per fortuna, si è fermata. A un pelo dal vecchietto.
Mentre attraversavo, le ho urlato di stare più attenta,
che stava per colpirlo.
Interrompendo le manovre la signora ha abbassato
il finestrino e mi ha gridato di rimando che aveva ragione lei,
«perché i pedoni non erano sul marciapiede!»
Ho mandato affanculo la sua faccia tosta arrogante e disumana.
Ma quando ho messo piede all’angolo di via Trieste mi son fermata.
Ero in lacrime per lo schifo che mi ha fatto quella donna.
E allora spero che tu mi legga, Schifo di Donna.
E che il tuo menefreghismo borioso sia ripagato con l’indifferenza.
Quando? Quando a 70 anni, orba e tremolante, aspetterai sulle strisce che il semaforo diventi verde….
1 commento:
Qaundo si tocca con mano la vera violenza e la cattiveria.
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