venerdì 3 luglio 2009

per chi non si allende

Per il terzo anno di fila il premio Strega è andato ad un libro del gruppo Mondadori. Presto, di sicuro, toccherà alla Feltrinelli. Che a vendere libri da 4 soldi, ma a 20euro in questi anni ci sta facendo il callo. Ad esempio con Isabel Allende, un cognome una garanzia se vuoi fare l'intellettuale di sinistra. E far capire, senza che nessuno te lo domandi mai, che ti sei letto Cento anni di solitudine, parafrasi, in fondo, di qualsiasi quarto d'ora trascorso a Trento, dove non a caso Isabel Allende fu insignita della laurea honoris causa. Sul web si trova ancora la motivazione: più o meno il merito è di essere la nipote di Salvador, il presidente cileno fatto fuori da Pinochet. Null'altro. Che ora Isabel continui la lotta per l'uguaglianza nella sua villa in California i professori di Trento non lo dicono. Quanto a cosa sui suoi libri ci sia scritto non pare così importante. Sul suo sito ufficiale ci sono quattro sezioni. Una, la ultima, accenna alla scrittura. Il resto sono fondazioni, appuntamenti, foto di famiglia e letterine degli ammiratori. In effetti Isabel Allende è come Madonna: una star. Che scrive di sè stessa, ovvio. Quando morì sua figlia scrisse un libro, "Paula". Seguì "per Paula". Ora "La somma dei giorni": un libro di memorie. Prima aveva scritto "Il piano inclinato". Che rivelò essere basato sulla storia di suo marito. E dove lo rivelò? Nel libro successivo: Il mio paese inventato. Isabel Allende negli ultimi dieci anni ha scritto altrettanti libri. Sedici in tutta la sua carriera. Il primo, "La casa degli spiriti", con la storia degli avi, fu una specie di riassunto delle puntate precedenti. Dove chissà perchè un capitolo era dedicato agli eventi legati alla morte di suo zio. Sull'ultimo libro, molto più impegnato, Isabel Allende ci narra invece del suo lifting. Chissà se ci libereremo mai di lei. Aspettiamo comunque con ansia un romanzo di fantascienza, quando, dopo aver seguito sua figlia defunta, dal girone degli inutili ci fornirà l'ennesima puntata della sua tanatosgrafia. (nella foto, la scrittrice prima e dopo aver fatto i soldi.)

3 commenti:

Dolce-Alexia ha detto...

Ho letto alcuni libri di Isabel Allende. Direi che è leggibile, anche se non mi fa vivere le sensazioni strani. Un buon libro è quello quando ti prende l'anima, che ti fa vivere la vita del protagonista e che non riesci a staccarti dalla lettura. E quando finisci il libro, senti un vuoto dentro, come se fossi ti manca qualcosa.
Mi ricordo uno dei suoi libri "Afrodita", una raccolta di favole e ricette afrodisiaci. Pensavo di trovare qualcosa di diverso. Leggevo la dedica all'inizio del libro:"Dedico queste fantasie erotiche agli innamorati. Perchè no? Agli signori spaventati e le signore annoiate." Mi suona strano. Non credo che l'unico divertimento per non annoiarsi devo passarlo davanti un forno. Non è per caso le casalinghe cercano il divertimento altrove. :-)

davide ha detto...

concordo,ci metterei anche sepulveda e uno italiano di cui non scrivo il nome,perchè morto di cancro.

ciao davide

silvano ha detto...

Sepulveda non ce lo metterei anche se ha una preoccupante tendenza a fotocopiare romanzi. Però in fondo rimangono romanzi nel caso di Sepulveda; la Allende invece è noiosa, si chiamasse Ramirez, Gomez, o vattelapesca non se la filerebbe nessuno.