lunedì 6 agosto 2012
pistola di un pistolero
Del'epoca degli Spaghetti Western Clint Eastwood racconta di quando Sergio Leone e tutta la troup smontarono il set lasciandolo, ignaro, da solo in mezzo ad una remota regione del Sud della Spagna. forse se l'erano dimenticato, forse era troppo lunga da spiegargliela,forse l'attore americano non aveva dato la giusta interpretazione a qualche centianio di persone che smontano i fondali, fanno i bagagli e, in carovana, ripartono. Forse, semplicemente, come il cavaliere inesistente di Italo Calvino, che Eastwood ci fosse o no, faceva lo stesso. Di lui si diceva, del resto, che avesse due espressioni facciali: una con la sigaretta, una senza.
Chiaro che, un po' come la Statua della Libertà, in quanto scarto dell'Europa,l'attore che divideva il mondo in chi ha la pistola e chi la pala, negli Stati Uniti sia divenuto una specie di guru. Probabilmente oggi, a ottant'anni suonati, ripete il suo copione estrando fulmineo il catetre dalla fondina. La parte gli sta, bisogna riconoscerlo, a pennello. E difatti di pochi giorni fa la dichiarazione secondo la quale nelle prossime elezioni non si può non votare il candidato Repubblicano in quanto bello.
Come direbbe il messicano del buono, brutto, cattivo: la solita checca.
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