lunedì 2 novembre 2009

Alda Merini: l'inutensile

Le cose e le persone o sono belle (Rutelli) o sono utili (il cacciavite). Talvolta entrambe le cose (la vespa), talvolta nessuna delle due (Alda Merini). Come per certi pittori ben introdotti qualcuno, forse Maurizio Costanzo, aveva stabilito fosse brava. Ma brava a dire cosa? Sulle notizie di oggi, dai carcerati pestati alle centrali nucleari vorremmo sentire Pasolini. Del biascichìo di Alda Merini già non avvertiamo la mancanza. I suoi vent'anni di manicomio dalla tv sono sempre sembrati un vanto. Quando avrebbe potuto denunciare, salvare qualcuno che dalla camicia di forza ancora doveva uscire faceva come Pannella: assaporava le proprie parole, facendone una scorpacciata alla fine della quale chi la stava a sentire aveva smesso da un pezzo. E mentre avrebbe potuto testimoniare l'uso e l'abuso di sedativi, di botte, di eletroshock, si sforzava di essere laida, riuscendoci. Ora un'intervista dal letto di casa, ora delle foto seminude, sempre la voglia ostentata di “fare l'amore” come alitava maliarda. Natale non è lontano: si regalano libri. Morendo adesso, almeno per l'editore, Alda Merini sarà utile.

2 commenti:

Mata Hari ha detto...

Cavolo.... una voce fuori dal coro!
Pensavo la volessi fare santa pure tu!

Baci!

Donna Cannone ha detto...

Caro Poldino, a parte che poi me la vedo con Mata che ti manda i baci - condivido le perplessità e ti ringrazio per averle espresse.

Non seguendo la poesia, per curiosità sono andata a cercarmi un po' di video con sue interviste e interventi e mi pareva proprio stupefacente l'omelia della Merini celebrativa dei manicomi come mondi fatati e magnifici.
Ciao, DC