La neobrigatista Diana Blefari Melazzi si è impiccata nel carcere femminile di Rebibbia a Roma.
Il sopracciglio alzato, le campane suonano, le famiglie nei paltò portano vasi di crisantemi.
Mi chiedo: se la signora Blefari era convinta delle proprie azioni, non credo sia segno di squilibrio psichico che abbia aggredito un agente dopo la conferma della condanna, o che abbia fatto a pezzi tutto quello che le capitava sotto mano in cella. Mi pare una reazione di rabbia comprensibile.
Possibile che le perizie psichiatriche in Italia le facciano solo in cella? Intanto tutti gli allegri mariti e fidanzati che trucidano le famiglie sono sempre buoni e normali. Sarà...
Poco comprensibile mi sembra la severità della pena di questa signora se è vero che aveva "solo" noleggiato il furgone e partecipato al pedinamento di Biagi.
C'è gente che per stupri e pedofilia prende molto meno. Esce molto prima. Per non parlare di reati di alto profilo, che dissestano il paese dietro lo scudo di leggi ad personam e allegri condonini.
Mi sembra umanamente comprensibile che di fronte alla prospettiva di circa 30 anni in carcere, la signora (40enne) abbia ritenuto di non farcela, e di andare a vedere se oltre le nuvole ci sono condizioni diverse….
Mi sembra strano che la notizia sembri quasi una notizia: in un marasma giornalistico quotidianamente urlato, lacerazioni di vesti e di ugole. Sembra quasi una vicenda di serie ...B.
2 commenti:
poco comprensibile?
Le leggi sono fatte per tutelare chi le scrive.
oh, che sbadata
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