la scrittrice veneziana Espedita Grandesso
È con noi la scrittrice veneziana Espedita Grandesso, autrice di molti libri ironici e brillanti, di carattere storico-cronachistico. Fra le ultime “fatiche letterarie” il racconto breve Marinaio d'acqua dolce, pubblicato con la casa editrice online Lulu.com.
DC: Ci dice come è nato questo nuovo romanzo breve?
Espedita Grandesso: è nato in maniera un po' strana, perché i due protagonisti erano i miei genitori, che nella modestia del loro stato hanno avuto una storia bellissima. Con mio papà che ha rincorso questo ideale di donna per 10 anni, perché si era fidanzata, lo ha lasciato, lui è partito per l'America. In realtà voleva raggiungere l'America del Nord, ma poi si è accorto che come marinaio non riusciva a reggere l'oceano e per questo è chiamato “marinaio d'acqua dolce” e ha declinato il suo lavoro sui fiumi del Sud America, che hanno un corso simili a quello del Mediterraneo: lì ha lavorato come macchinista per 10 anni.
Tutti i ricordi che ho sentito raccontare da bambina, e le cose più birichine le ha raccontate mia mamma quando ero più adulta. Sono le avventure di quest'uomo molto semplice dal cuore buono. Direi che incarnava un po' il fanciullino pascoliano come psicologia, ma era tutt'altro che scemo! - era un cuore candido, nel suo approccio con la natura, gli animali, gli uomini, era bonario, non maligno né interessato. Ha avuto tutte queste strane avventure nei paesi della giungla sudamericana che nascevano come funghi con il commercio dei legni pregiati.
Se c'era un piccolo porto nasceva un paese o cittadina alla quale facevano capo i tronchi che poi venivano lavorati e spediti alle città principali e arrivavano in Europa. I tronchi scendevano lungo il corso interno dei fiumi e infatti in una notte non tempestosa, ma sicuramente buia, per attraversare un tratto di fiume il protagonista è saltato sui tronchi, è approdato su un caimano e si è salvato con un gran balzo perché aveva le gambe lunghe! Ha sentito un fendente, il caimano ha cercato di raggiungerlo, ma non ce l'ha fatta.
Poi ha avuto altre avventure con animali strani, come le scimmiette che quando erano disturbate dagli uomini che attraversavano il loro tratto di giungla si facevano la cacca in mano e gliela tiravano in testa con una mira incredibile. Oppure i pappagalli che ridevano con una risata umana, perché stanziavano in un tratto vicino a un santuario, dove c'era un unico frate vecchissimo che raccoglieva fiori per Maria e si metteva a ridere vedendo queste bestie colorate che volavano da un ramo all'altro e i pappagalli avevano imparato la sua risata e la ripetevano.
E poi ci sono molte storie che sembrano favole e invece sono proprio state vissute.
DC: E la protagonista femminile?
EG: Anche la protagonista femminile ha una sua storia, molto semplice - in apparenza, ma invece piena di contrasti in sostanza. Ci troviamo di fronte a una donna che non voleva sposarsi e voleva mantenere la sua libertà. Voleva rimanere con sua mamma e suo fratello e per questo ci ha pensato e ripensato fino al colpo di scena finale - che non vi raccontiamo! Nella sua modestia era un'accanita lettrice, dopo il lavoro alla manifattura tabacchi e qualche aiuto domestico in casa, leggeva. Leggeva libri di storia e di avventure e si era fatta una sua idea del mondo e evidentemente non desiderava abbandonare questa possibilità di accedere alla cultura. Sapeva benissimo che come donna sposata non avrebbe avuto neanche il tempo di dare un'occhiata al giornale, ed evidentemente i suoi desideri erano altri, anche se non li ha mai espressi. Era una donna intelligente, che interpretava le sue letture con analisi e acutezza ammirevoli.
Però i tempi non erano tali da consentire a una donna – a meno che non avesse difetti fisici evidenti – di rimanere zitella, perché la donna sola, anche se aveva un suo lavoro (e siamo in un'epoca in cui la donna comincia a lavorare stabilmente) non era ben vista. Come non era ben vista la vedova, che poteva dare nell'occhio di un uomo che avesse famiglia e creare disagi. Per cui a un certo momento la protagonista si sposa e convive felicemente con il marito per molti anni.
un rospo azzurro, animale "fantastico" che popola il racconto
DC: Cosa la spinge a scrivere queste storie?
EG: Ognuno ha le sue piccole avventure, piccole perché nessuno tiene conto che anche la vita delle persone umili, delle persone che non hanno storia, è una storia. Che può essere avventurosa quanto quella del VIP o del grande attore che gira il mondo e “attraversa il Sahara su un piede solo”.
Le storie modeste non vuole vederle nessuno, ma spesso sono storie di grande spessore. Se facciamo caso a tutti gli operai che hanno sacrificato le loro paghe modeste per mandare il figlio all'università, già queste storie hanno un profondo spessore. Probabilmente anche quell'operaio se avesse potuto, avrebbe raggiunto un titolo di studio e lo avrebbe sfruttato. Sono scelte e sacrifici di cui nessuno vuole sapere.
Io ho raccontato queste avventure un po' come una favola per adulti, per cui non ci si stupisca se ogni tanto l'eloquio non è proprio ...oxfordiano! Questi signori lavoravano come operai e non avevano alle spalle una famiglia VIP!
Girano caimani, rospi giganti nonché velenosi, storie patetiche, come quella del frate vecchissimo che riconosce il protagonista perché prima di approdare in Sud America era fra i cappuccini della Giudecca a Venezia e lì si erano incontrati più volte.
Aggiungo che è una storia percorsa dagli affetti che la caratterizzano, senza nasconderli, perché viviamo in un'epoca che è molto scarsa di sentimenti. Vengono messi da parte, sembra che non ce ne siano più. Qui sono espressi, a costo di scendere nel patetico “....però a me non me ne frega niente” - mormora sotto voce Espedita.
DC: Ha mai visitato i luoghi di cui racconta nel libro?
EG: No, mi sono fidata dei racconti, anche volutamente, perché la bellezza di questo romanzo-fiaba è data dai racconti usciti dalla voce del protagonista con animali di ogni tipo, compreso quello umano.
DC: Ci sono altre presentazioni in calendario?
EG: Il giorno 17 aprile a Mestre alla libreria Feltrinelli del centro Le Barche. Se qualcuno mi legge dalle quelle parti, lo attendo volentieri alle ore 18.00
A breve la seconda parte della nostra intervista.
2 commenti:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Si, probabilmente lo e
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