I tramonti di maggio infilano luce dove non ti aspetti.
Giorni fa attraversando un ponte ci siamo imbattuti in una poesia. Ermetica, visto che aveva la serratura. In disparte dai grappoli che tintinnavano nomi, date e cuoricini c'era un lucchetto che lucicava sull'abisso; sopra c'era scritto: LA MIA SOLITUDINE & IO.
Una dichiarazione d'amore e una sentenza, senza possibilità di tradimenti nè grazia. Un ergastolo di verità.
Siamo restati come tra l'accarezzare quell'epigrafe e il dimenticarla prima possibile. Ci siamo quindi avviati a fatica, sfilando, guardando da un altra parte, come davanti ai mendicanti, come davanti agli innamorati. Ma innamorati di chi?
Dopotutto, anche il fiume andava oltre.
1 commento:
Come se la nostra solitudine deve stare fuori di noi, ci deve accompagnare ma non essere noi...
ma chi l'ha scritta? stava bene?
Buona sera
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