PS: i miei esami del sangue sono ok e la flebo ha fatto effetto.
sabato 2 maggio 2009
Dottore, ho un cerchione alla testa…
(1° maggio in ospedale)
Febbre, raffreddore e ascesso. Anestesia, tachicardia e spossatezza generale. L’ultima settimana di aprile mi ha messo a dura prova. E maggio l’ho iniziato al pronto soccorso.
Ok, sono ipocondriaca, ma passato l’ascesso e il raffreddore, stamattina il dolore che pensavo fosse uno strappo mi tagliava il respiro ed era sempre più forte.
Da un giro veloce su Wikipedia per vedere i sintomi dell’appendicite deduco che sto per morire, quindi arraffo una valigia e mi fiondo dai miei, in cerca di qualcuno che mi accompagni all’ospedale. Guido piano ma forte e ovviamente a casa trovo solo la nonna 90enne, la badante e mia mamma, tutte senza patente.
Mamma DC comunque mi accompagna al pronto soccorso, solidale, e sta lì con me a sdrammatizzare. Presto mi mandano in accettazione: una dottora carina mi chiede, mi ascolta ed esclude che sia giunta la mia ora. Azzarda l’ipotesi di un problema al fegato e mi manda in sala d’attesa.
A parte il televisore sempre acceso e molesto, le ore passano lievi. Sarà che c’è il sole o mancano ormai gli incidenti sciistici, ma la situazione è molto tranquilla. Alle 13.30 finalmente vedo il dottore. Mi chiede, mi palpa, mi fa perfino il solletico, ma non trova nulla di grave. Anzi, va proprio tutto bene, «ma per sicurezza facciamo una flebina di antidolorifico e le analisi del sangue.»
Erudizioni cutanee
Della flebina, come dire? ne farei anche a meno. E se mi viene uno choc anafilattico? O comunque una allergia grave? E se collasso? Dopo una settimana sfibrante, non so mica se le trovo, le energie per resistere ancora se qualcosa va male.
Exit doctor, e ritorna l’infermiera dell’accettazione. Patetica, più per me stessa che per lei, le chiedo come mai mi fanno la flebo invece di darmi un antidolorifico per bocca. Mi risponde che non c’è tempo di attendere l’effetto per ore. «Senta, - le chiedo - posso farle una domanda? – mi spiega che cos’è uno choc anafilattico?» – e lei tutta contenta, mi racconta delle api e delle allergie fatali. Garrula come fosse un gioco conclude che dall’occlusione di tutte le vie respiratorie si può arrivare a un effetto mortale. Rilancio. «Come mai fa questo lavoro?» Dice che la medicina è bellissima. Si pente di non esser diventata dottore.
Rivelo, - ma lei lo ha già capito – che sono ipocondriaca e parlo per distrarmi mentre l’ago mi buca la vena. Trattengo il fiato in attesa dello choc….
Visto che lo choc non arriva chiedo all’infermiera se per caso non sia, la sua, una scelta “catartica”, ovvero se stare in mezzo a malati e moribondi in qualche modo non esorcizzi le paure della morte e del dolore? Ride, sorride, dice che non sa. Ha scelto questo mestiere da giovane. Sarà…. La flebo sgocciola mentre annodo l’ansia fra le dita.
Ghiandole surreali
Sola su un lettino, ingoio le mie paure. Temo perfino di rilassarmi. Allora aguzzo l’occhio e guardo intorno. Davanti a me una signora intubata (mi chiedo come reagirò, a 70 anni, in quelle condizioni). L’anziano con la flebo accanto a me mi chiede “se sono quella che canta?”. No, ma vorrei tanto, grazie. Anzi, guardi - mi verrebbe da dirgli - lo sa che appena ho tempo faccio un corso di dizione? sì, di quelli per attori, per non usurare le corde vocali, perché sa, con l’insegnamento mi si stancano molto e ho paura di diventare muta.
Sì. Muta. No, non ridete. Ehi, ho detto che non c’è niente da ridere!
La settimana scorsa ho comprato le caramelle omeopatiche Chorus, quelle per i cantanti. E poi mi hanno detto che Pavarotti faceva gargarismi con l’aceto balsamico. Non escludo di provarci.
Alle 14.50 ottengo di passare sulla sedia a rotelle, barattandola col lettino quando termina la flebo e devo attendere il dottore. Un barelliere burbero scherza con una inserviente. «Mi son enfet [io sono infetto] - g’ho la febre suina [ho la febbre suina]” – le dice malizioso; lei risponde a tono. Le battute sfilano tra barelle, fiale di sangue, polacchi intubati, e DC che scrive, scrive….
Forse una giornata in ospedale, tra l’umanità del personale e l’efficienza mi hanno ridato un po’ di fiducia e tolto un po’ di timore. Lo so che quei signori lì non mi leggeranno mai, ma li volevo ringraziare.
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5 commenti:
ahh mi spiace che ti sei sentita male. Ora come va? Tutto bene?
Leggiamo noi...e pensiamo che per fortuna il servizio sanitario qualche volta funziona...Riguardati!
grazie, sì, il dolore è passato ma lunedì vado dal dottore e oggi e domani mi rilasso...
Buon weekend!!
Be', oggi ho anch'io mal di gola, ma non lo addebito alle sigarette (oggi...): ho letto 854 pagine web sulla febbre suina e questo sintomo non c'è. Mi sono tranquillizzata? Noooo!!!Sto pensando che - in me - il virus stia mutando... Come te, lunedì dal dottore e oggi mi rilasso.
Buon (???) fine settimana, DC.
meglio riderci su, allora! io della febbre suina invece non ho letto nulla....
Lunedì ci aggiorniamo con i responsi medici ;-p
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