lunedì 25 maggio 2009

"altro": il partito che non si può dire

Berlusconi e Franceschini su una cosa sono d'accordo: che del risultato delle elezioni europee quello che conterà è il reciproco distacco di voti. Semmai la somma, pensiamo noi. E gli spicci che avanzeranno. E' lì che troveremo gli anticonformisti, parola antipatica specialmente a quelli che l'uniformità prediligono. Simpaticissima a noi, quindi, che dei sondaggi un risultato prima di tutto guardiamo: la voce "altri". Dalla quale hanno di recente reclamato di essere distinti i radicali, vantando il loro ipotetico uno per cento. Essere nominati e non confusi nella fossa comune delle liste residuali in effetti può fare da vetrina, può confermare di esistere. E allora facciamo un passo indietro: l'anno passato il Partito Comunista dei lavoratori raccolse lo 0,7% dei voti e Sinistra critica lo 0,5. Decimali che misurano poco più di un parentado, di cui si fa prima a ricordare i titolari: Ferrando e Turigliatto. Partiti che tolsero briciole alla lista Arcobaleno, partiti allora semisconosciuti che forse raccolsero i voti soprattutto di qualche votante che abbia deciso nella cabina di chiudere gli occhi. Oggi Sinistra critica non si presenta. C'è da credere, nonostante le polemiche, che i suoi voti vadano sulla lista comunista. E stavolta per scelta. Ferrando dovrebbe quindi aspettarsi, a rigor di matematica, almeno l'1,2%. Senza contare la propaganda che al marxismo procura ogni giorno il trionfo del capitalismo. E allora perchè a quel 2 per cento scarso i sondaggi invece che dare il nome "altro" non danno quello di Partito Comunista dei Lavoratori? Forse per far sì che a votarlo siano ancora e solo poche croci casuali?

1 commento:

maurob ha detto...

Ehi ma nella foto ci sono Veltroni e Bertinotti che ormai non sono piu a capo dei loro rispettivi partiti ....