in epoca vittoriana alle prime, intraprendenti viaggiatrici e cicliste si consigliavano abiti comodi e corti - raccomandando che le gonne non fossero più corte della caviglia.
Ora, non so bene a che serve, un settimanale fa casting di ''donne vere'' e allora via
libera a denti mal curati su cosce abbronzate, ginocchia della lavandaia, signore senza occhiaie e adolescenti con tette cadenti, in soggiorni male arredati, in un trionfo di liane di giardini, cespugli, stagni, rocce a picco sul mare.
Sono queste, le donne vere?
L'iniziativa non è nuova, la mia riflessione neanche.
Che cosa è successo, dall'epoca vittoriana, se con la scusa dell'estate e di facebook e di un concorso di giornale, la gente si mostra felice al mondo, in mutande?
Cosa spinge tutta questa gente, (come accadeva - clamorosamente - con le prime edizioni del Grande Fratello), a mettersi in esposizione come al foro boario?
Mi viene da pensare che sia la ricerca dello sguardo altrui.
Come se fosse questo a dare un senso. A confermare la loro presenza nel mondo.
Me sbajo?
DC
martedì 9 agosto 2011
Il comune senso del sudore
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