domenica 14 agosto 2011

Lorenzo Baratter

Lorenzo Baratter è uno storico. Bisogna riconoscergli tuttavia che meglio ancora figurerebbe come logico; si vede, appunto, da come fa lo storico. Perché uno che dopo aver superato esami universitari su Kennedy e Napoleone si dedica a Vallagarina e dintorni una logica, profonda, deve averla. È probabilmente in ossequio ad essa che l’Adige, il principale giornale locale, proprio di Lorenzo Baratter ospita un blog. L’argomento, in un epoca di profondi sconvolgimenti, con la Cina che si appresta ad assumere la leadership mondiale e migrazioni bibliche che mutano le nostre culture è, ovviamente, le cause storiche dell’autonomia del Trentino. Ne abbiamo visto il primo post. Visto, diciamo, e non letto, perché Baratter vi compare, e purtroppo per appena cento secondi. Abbastanza tuttavia per esordire informandoci che popolazioni diverse hanno abitato il trentino da millenni. È per l’homo sapiens, quindi, che il Trentino si tiene il 90 per cento di IRPEF? Non solo, pare di capire, perché, sorvolando su quella trascurabile parentesi in cui, sotto il governo di Roma, a Trento si parlava latino tanto quanto a Tunisi, Baratter arriva all’epoca del vescovato. Dando solo un accenno a quanti popoli in Trentino si siano incontrati e che peculiare cultura, dice Baratter, vi abbiano fatto fiorire. L’eloquio di Baratter, peraltro orgoglioso Direttore e Amministratore del Centro Documentazione di Luserna, stimola la nostra voglia di approfondire: a che “popoli diversi”, “che arrivano da lontano” a quale cultura fa riferimento, Baratter? All’impero spagnolo, dice la storiografia locale, i nonni di Baratter resistettero impavidi. Sotto Napoleone, poi, il Trentino non trascorse che cinque anni. Della Spagna, invece, per esempio, Manzoni ci ricorda che la Lombardia dovette a lungo subire il giogo. A Milano, Bonaparte fece in tempo a costruire un arco di trionfo e ad introdurre codici all’avanguardia. Nel frattempo Napoli diventava bizantina, saracena, aragonese, angioina, Borbone. Dando vita, per la verità, a qualcosa di diverso di un surrogato sciapo dei canederli bavaresi. Eppure Napoli non è autonoma, e Milano neanche. È allora, a questo punto, che il genio logico di Baratter, l’Erotodo della Vallagarina, ci appare emergere a pieno: quando si capisce che, come in un rompicapo, la causa dell’autonomia del Trentino coincide con lo scopo. Dare un occupazione a Lorenzo Baratter.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, comunque un direttore del centro culturale (volutamente minuscolo) di LUSERNA (volutamente maiuscola) un po' di voce in capitolo la dovrà pur avere o no?

Lorenzo Baratter ha detto...

... Divertente;-)

Anonimo ha detto...

aggiornamento. ero presente a tione, a fine agosto 2011, alla presentazione delle iniziative della Provincia in vista centenario Grande Guerra. Incontro coordinato dal signo Baratter. Per una persona che si occupa di storia locale e coordina serate su questo tema, pronunciare "Corno di Càvento" (invece di Càvento) e "Cimègo" (invece di "Cìmego") non riesce proprio a trasmettere l'idea di essere competente. e nemmeno purtroppo preparato sulla zona in cui si trovava.
vuoi dire che "a pensar male si fa bene?". e ora che è presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina? che accenti userà? che pena.

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo, certo che anche lei... se parla come scrive... Da che pulpito!