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domenica 12 aprile 2009

Pasqua e buoi dei paesi tuoi

Saranno quasi 8,5 milioni gli italiani maggiorenni in vacanza, che, per Pasqua, dormiranno almeno una notte fuori casa, pari al 17,9% del totale.
Nel 2008 erano stati 7 milioni (il 14,7%).
A rivelarlo, l’indagine condotta dall’Istituto dinamiche, presentato durante la cinquantanovesima assemblea generale ordinaria di Federalberghi-Confturismo, tenutasi recentemente a Napoli.
Lo studio evidenzia però anche come la spesa media pro-capite (comprensiva di trasporti, cibo, alloggio e divertimenti) quest’anno sia destinata ad attestarsi sui 291 euro, rispetto ai 387 del 2008 (-25%), generando, in questo modo, un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro: 0,2 miliardi in meno rispetto all’anno scorso.
in foto: PASQUA(le buda) riflette sulle statistiche
Nel dettaglio, chi resterà in Italia spenderà in media 253 euro (erano 343 nel 2008), mentre chi andrà oltreconfine arriverà a utilizzare una media di 595 euro a persona (rispetto ai 644 euro del 2008). La durata media della vacanza, infine, si attesterà sulle 3 notti, rispetto alle 3,6 notti del 2008 (fonte http://www.jobintourism.it/)

giovedì 11 dicembre 2008

sabato 6 settembre 2008

scusi, me lo fa rivedere?

06 set 12:11 Cronache MACERATA - Avevano deciso di fare l'amore in piazza, a Macerata, stendendo una coperta per terra. Ma i passanti scandalizzati hanno chiamato il 113. Cosi', due nomadi di origine romena, lui 25 anni e lei 28, sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico. L'episodio e' avvenuto ieri pomeriggio. (www.corriere.it)

mercoledì 9 luglio 2008

la belva stagione

Fino a qualche anno fa c'era il successo dell'estate, il festivalbar. Ora c'è il delitto di Luglio. Sarà l'afa o le paginate da riempire, d'estate gli inviati migrano sul luogo del delitto. Come si sceglie un delitto per l'estate?

Intanto il sesso non guasta mai. Ma "strano": di gruppo, su internet, saffico. Dall'Olgiata a via Poma a Garlasco a Perugia ad una scogliera Ligure ormai c'è una geografia di nobili precicipate, oltre che decadute, o ragazze vittime dei propri e altrui calori. Donne del centronord, quindi benestanti, disinvolte, piacenti, colte. Prototipi che chi boccheggia in cucina in preda all'arrosto e al mutuo può guardare finalmente con rivalsa, dopo un anno di invidia.

Capita che nelle foto dei giornali le vittime sono a spalle scoperte, maliziose. Quest'anno è toccato a Federica, ragazza del nord (nessuno invidia uno del sud) che, lasciano intendere i tg, era andata a spassarsela in quella specie di Sodoma che è la Spagna. Ben gli sta, sotto sotto. Non è molto diverso dal guardare i big di un reality sbranare un granchio in mezzo all'oceano o pizzicati sopra un giornale scandalistico. Mi sbaglierò: il segreto del successo di questi tormentoni rimane lo stesso. Non tengo dinero.

sabato 5 luglio 2008

cocomintern

Come si sconfigge l'intolleranza e la volgarità? Coltivando cultura e argomenti delle proprie ragioni. Questo fine settimana da qualche parte, in Trentino, si svolgono le selezioni di Miss Padania, ma i migliori di noi convergeranno a Villa Lagarina (TN), per un appuntamento che farà riassaporare e ribadirà i motivi ispiratori delle lotte del proletariato: la festa del cocomero! Rotondità rosse: il nostro ideale di donna.

giovedì 15 maggio 2008

MICROcriminalità


TRENTO, 15 MAG - Tornano a farsi vivi in Trentino i ladri di nanetti da giardino. La scorsa notte due studenti di 18 e 20 anni sono stati bloccati dai carabinieri. Nella loro auto, fermata nei pressi di Bosentino, i militari hanno trovato due statue appena rubate dai giardini di due abitazioni vicine. E' probabile che gli studenti, denunciati per furto, abbiano voluto emulare gli autori di altri analoghi colpi effettuati in Trentino alcuni anni fa, rivendicata da un fantomatico ''Fronte di liberazione dei nani e degli gnomi''. (ANSA).

mercoledì 7 maggio 2008

meglio nulla



La teca che Rutelli fece costruire attorno all’Ara pacis fa schifo.
Nun se po’ guardà, per parlare in neolatino. Qualcuno doveva dirlo, ci ha pensato Alemanno. Già lo ruggivano nel traffico i pendolari mentre sbandavano terrorizzati su quel tratto di strada. Ora tutti possono sputare il rospo, e andare a sputarlo su quei muri del pianto.
Il nuovo sindaco ha proposto di spostarli o demolirli. Gli argomenti di coloro che difendono la struttura sono che Alemanno è contro la modernità, che toglierla sarebbe costosa, che comunque quella struttura è il quinto museo più visitato in città.
Alemanno è reazionario, quindi contro la modernità, vero. Ma se quel sarcofago di cemento armato è moderno viva le caverne. Obiettare che sia costoso abbatterlo poi è una mezza ammissione: vorrei ma non posso. Il fatto che sia il quinto museo più visitato della città si spiega: con la penuria di parcheggi della capitale ogni autorimessa in centro registra il tutto esaurito, e pazienza se di autorimessa ha solo la forma.
Forse era bello il plastico. Forse l’autore del progetto, americano, lo immaginava nell’Arizona. Un deserto, non l’ansa di un fiume in cui inciampi nei capitelli corinzi.
Forse era il caso di mostrargli quell’altare dedicato alla pace e spiegargli che serviva uno scrigno di cristallo, non un bunker.
Forse era il caso d’incaricare qualcun altro.
Nel ’93 a contendersi il Campidoglio erano Fini e Rrutelli. Più Renato Nicolini. Quando i giornalisti si ricordavano di lui e gli chiedevano che misure avrebbe adottato da sindaco Nicolini rispondeva pressappoco: nulla, nessuno riuscirebbe a rendere Roma ancora più bella. Forse non tutti sanno che Renato Nicolini è architetto.

(Nella foto 2000 anni in fumo)

venerdì 18 aprile 2008

aria nuova\2


ROMA - Aggressione omofobica, questo pomeriggio a Roma contro il Circolo di Cultura omosessuale "Mario Mieli" di via Efeso. Lo denuncia un comunicato dell'associazione: "Un folto gruppo di ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni - vi si legge - ha fatto irruzione presso la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli in via Efeso 2/a, mettendo a soqquadro l'ingresso, rovesciando scrivania, estintori, divano, quadri e materiale informativo".
"Solo grazie all'intervento dei soci presenti al primo piano dell'Associazione - prosegue la nota -, i vandali si sono allontanati gridando improperi come 'Froci di merda' ed inneggiando al Duce e ai campi di sterminio".
Il documento collega l'aggressione al "clima elettorale" di questi giorni: "Se così fosse ci verrebbe da dire, amareggiati e preoccupati, 'cominciamo bene'".

(17\04\08-www.Repubblica.it)

giovedì 13 marzo 2008

Il ping pong nel futuro del turismo trentino.

Ieri sera si è tenuta al Palazzo della Regione di Trento una interessante conferenza intitolata “Quale turismo per le Alpi?”.

È il secondo anno che l’associazione trentina http://www.tremembe.it/ propone questo incontro pubblico, con lo scopo di riflettere su varie modalità sostenibili di sviluppo turistico nel’arco alpino.

L’arena di dibattito, tuttavia, è andata deserta, nel senso che le 3 relatrici, (Mariangela Franch, professoressa di marketing della Facoltà di Economia di Trento, Marcella Morandini, direttrice di Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige e Alessandra Odorizzi, direttrice APT Terme di Comano - Dolominti di Brenta) rappresentavano unione di idee e di intenti, non certo le posizioni né le esperienze di impiantisti o tradizionali albergatori golosi di fatturato ad ogni costo.
Come in un torneo di ping pong, invece, 3 dirigenti di aziende turistiche di grosse zone sciistiche locali hanno scantonato, rimbalzandosi la palla dell’invito a presenziare come relatori. Hanno ritenuto che non fosse il caso di esporsi manifestando in pubblico le ragioni di chi sostiene e ripropone uno sviluppo tradizionale – spesso tradotto in colate di cemento, tonnellate di neve artificiale e scaltri impianti di risalita, alberghi sulle piste et similia.


L’avvocato del diavolo in vacanza
Se ci rinfranca sapere che un potenziale 30% di mercato turistico è interessato alle offerte “eco-sostenibili” (e dunque essere competitivi significherà, nel medio periodo, soddisfarne le richieste), con malizia leggiamo fra le righe delle future brochure, che relax, silenzio, passeggiate, contemplazione della natura “sfruttano” il malessere diffuso nella nostra società – dallo stress lavorativo al caos e all’inquinamento di vario genere.
Ascoltare la proposta di attraversare le Alpi con vari mezzi eco-compatibili – dagli scarponi alla funivia, dalla bicicletta al treno, avendo ancora negli occhi le immagini di “Biutiful cauntri” ci fa concludere, però, che per tanta parte della penisola una semplice malga in un prato fiorito sotto le pendici alpine possa accattivare come un Eden novelli Adamo fuori provincia.
Quali cambiamenti epocali ci dobbiamo attendere, dunque, ancor non si può dire…

lunedì 4 febbraio 2008

Tallone di bue con patate flambè

Usciti dal sottobosco delle angherie che avviluppa Ana e Nicoleta, le vediamo dirigersi al lavoro, tornare fra mura domestiche estranee. Rivolgiamo lo sguardo al paese: viuzze e pertugi contrattuali, piazzette su gàbole scaltre. Personaggi come i datori di lavoro di Ana e Nicoleta stanno appollaiati sul caldo pagliericcio di piccole o medie imprese locali, nel nido delle famiglie più ricche del paesello. Come altre località turistiche, anche C. pare il gioco del Monopoli: rami della stessa famiglia posseggono bar, hotel, pizzerie, appartamenti per locazioni turistiche, lavanderie, negozi di articoli sportivi e abbigliamento, noleggi di vario genere. Invidie e diatribe fra cugini e fratelli alimentano i pettegolezzi del paese, fratelli e sorelle si stringono nell'impresa escludendo mogli e mariti. Piccoli paesi divisi da una striscia di prato, biotopo o vecchio pasturo, si contendono turisti, riserve di acqua, km di piste e fondi provinciali. Spalle al muro (dell'ignoranza)…… "Caught between a rock and a hard place" cantavano i Rolling Stones per significare un difficile stallo. Così tanti conterranei di Ana e Nicoleta impiegati qui sono schiacciati da poca umanità e oppressi da sfruttamento. Anche nel magico mondo alberghiero. Dietro il sipario, registi dell'economia dell'hotellerie smascheriamo presto ipocrisie, mentalità ottuse e refrattarie alla conoscenza, al confronto e alla professionalità. Purtroppo molte realtà che vantano in brochure patinate gestione e trattamento famigliare, cordialità, ospitalità e coccola al cliente, viste da vicino sono meno affascinanti. Le moine sono riservate all'ospite pagante. Non importa se la chiacchiera si scioglie come cerume nell'orecchio disattento su un cranio che annuisce; se dopo la partenza scivola fuori per sputtanarti con la segretaria. Sfuggente, compiacente, ammaestrato. L'albergatore, sovente, con una mano asciuga lacrime di autocommiserazione e con l'altra attinge ai fondi provinciali.
…. o salto nello strapiombo (dello sfruttamento padronale)? L'alter ego dell'imprenditore alberghiero piagnucolone è spesso altezzoso; il potere economico o politico lo ha abituato a sentirsi superiore: ai compaesani più poverelli, allo straniero villeggiante, spesso considerato un sempliciotto da spennare, e al personale dipendente, (per qualificato che sia). Quando è molto ricco o potente, infatti, con l'impresario edile, l'impiantista e il dottore, gode della compiacenza nel paese, dove nessuno se lo vuole inimicare, che non si sa mai e pertanto spadroneggia impunito. Si narrano bieche vicende di aiuto-cuochi, camerieri e lavapiatti stranieri asfissiati dai ricatti: stipendi di 500€/700€ al mese per 10-12 ore di lavoro al giorno e i documenti trattenuti dal datore di lavoro. Per cena gradisce femore di pollo o tallone di bue? Registriamo l'episodio di alcune famiglie estere che chiedono di cambiare hotel per scarsa pulizia e cibo stantio. Ribatte il proprietario dell'albergo "è meglio se se ne vanno, tanto gli stranieri non li vogliamo. Rompono sempre le palle. L'è mejo averghe sempre 'taliani". E ancora: alla richiesta di un cliente straniero di avere del prosciutto a colazione l'albergatore risponde "Non ti capisco. E comunque sei in Italia, devi parlare italiano". Ho sentito albergatori consigliare ai colleghi di comprare pandori, panettoni e formaggi in scadenza, con cui omaggiare i clienti durante le feste; "tanto vara che i fa tuti così e te risparmi!". Forse il maître che non sapendo l'inglese si tocca l'anca, i polpacci, il petto o la coscia per spiegare il menù della sera agli ospiti stranieri, invece è un fuori-classe. Infatti, quando ho proposto all'albergatore di tradurgli i menù, mi ha risposto con sussiego "grazie, ma ci arrangiamo ben". Vieni a ritrovarti in Trentino? Buone ferie.

martedì 28 agosto 2007

Travaglio in Trentino

O della scomparsa dei turisti fra villeggianti e "(non) residenti" Sabato 25 agosto alle 17.00 Marco Travaglio ha presentato "La Scomparsa dei fatti" al centro congressi di Lavarone, nell'ambito della rassegna LavaronEstate 2007. Da un lato temevo l'angoscia che avrebbe rinfocolato, riesumando le inquietanti vicende della penisola. Dall'altro, da giorni fremevo nell'attesa di questo appuntamento. Purtroppo, forse perché è agosto, o forse è il suo modo di porsi in queste occasioni, non ha affondato le dita nella piaga; direi anzi che - leggiadro - è volato in narrazione scherzosa epurata di tecnicismi, su alcuni degli episodi più drammatici e grotteschi, come fossero amene storielle o barzellette. (E in effetti, se le racconti all'estero, la gente di solito non le prende per vere). Dalla www.montagnaconamore.it* … Questo appuntamento letterario mi dà il la per prendere il largo su un tema che immagino stia a cuore a molti di noi. Mi rifaccio all'introduzione del pomeriggio letterario fatta dal giornalista Sabelli Fioretti, uomo di cultura, che da tempo anima anche l'estate dell'altipiano con appuntamenti letterari (cfr http://altipiani.splinder.com/). Dopo un caloroso benvenuto al pubblico - circa 700 persone gremite in sala, sulle sedie, sulle panche degli alpini, lungo le pareti e fin fuori dalla sala - Sabelli coglie l'occasione per partecipare il suo sogno di esperimento democratico a Lavarone, conferendo il diritto di voto anche ai "non residenti". Dice di aver capitolato su questa - virgolettata - per evitare le definizioni di "turista" e di "villeggiante", che secondo lui non corrispondono alla realtà, non riflettono le persone che da anni frequentano e vivono la località, che non si limitano a una fruizione o frequentazione effimera, ma passeggiano, leggono, conoscono e talvolta si innamorano di uomini e donne del posto…. A pelle, non sono certa di condividere la proposta di Sabelli. Invertendo i ruoli, credo infatti che non potrei più assaporare con lo stesso amore e spensieratezza i luoghi in cui torno più spesso, se dovessi anche seguirne le vicende politiche e amministrative nel corso dell'anno. Credo di preferire la commistione di esperienze diverse dello stesso posto, che possono forse diventare più fertili e sincretiche. …al cuore del turismo Lo spunto è anche linguistico e comunque interessante. Forse non molti sanno che la parola "turismo", e la sua versione oggi più demoniaca di "turista", radicano nella parola "tour", che a sua volta per definizione etimologica proviene dall'ebraico " tora", con significato di conoscenza, studio e ricerca. Mi sembra che, in questa considerazione più profonda di "turista", nessuno dei presenti in sala si sarebbe sentito escluso; al contrario, anche i residenti, e di Folgaria Lavarone e Luserna e del Trentino tutto, avrebbero potuto o voluto sentirsi turisti, ovvero conoscitori del momento e dei fatti narrati. La più recente definizione di turismo data dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization, un dipartimento delle Nazioni Unite, vedi http://www.world-tourism.org/), è più ampia ma, forse, meno storicamente profonda: "Turismo è la pratica, l'azione svolta da coloro che viaggiano e visitano luoghi a scopo di svago, conoscenza e istruzione; secondo la definizione della WTO, un turista è una persona che si allontana almeno 80 chilometri da casa a scopo ricreativo o conoscitivo, per almeno una notte". Fra un mese, ovvero il 27 settembre, si celebra la Giornata mondiale del turismo (WTD), una data che è stata scelta in coincidenza con un'importante pietra miliare per il turismo mondiale, l'anniversario dell'adozione dello statuto dell'Organizzazione Mondiale del Turismo il 27 settembre 1970.
*è il nome dell'ApT di Folgaria Lavarone Luserna Estratto da " http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_mondiale_del_turismo"

venerdì 20 aprile 2007

Turisti in Trentino Alto Adige

1) Il milanese Arriva con al naso un arbre magique all’essenza di policarburi. A colazione sniffa marmellata ai mirtilli ma gli assicurano trattarsi di puro catrame del ’76. Fa tutto di corsa. Dopo la prima escursione ha già visto: il lago di Misurina, i forti austriaci, un unicorno, l’Himalaya e un infermiere che gli diceva di stare calmo e fare attenzione al sole, che qui la nebbia non c’è. Torna sconvolto in albergo dopo che alle richieste “dov’è il centro?” e “dov’è la periferia?” gli hanno risposto in successione “qui” e “pure”. Poi si rinfranca, “in fondo è come a Gallarate”. Così, a modo suo, il milanese si ambienta e fa shopping prendendo a modello un tizio molto trendy che ha incrociato proprio ieri nel bosco. Torna a Milano brucando, con una coda appesa allo specchietto retrovisore e uno all’osso sacro.
2) Lo scroccone Usa la doccia per lavarsi i denti, intasca il buffet e un cargo di depliant. Colla giacca così gonfia chiede di leggere la posta elettronica e già che c’è va su questo sito. Sobbalza, si offende, fa i bagagli e se ne va. Lo fermano all’uscita: il comodino non è compreso nel prezzo.
3) Last minute Arriva chiedendosi se il treno era per Dobbiaco o per Dubai. Perciò alla stazione si aggira con fare indifferente facendo di tanto in tanto dei piccoli buchi nel terreno. Golfista? Gli chiederà una signora di Cortina. Petroliere, correggerà entrando istantaneamente nell’alta società. Non avendo mai visto né l’uno né l’altro ma preferendo essere stato in Alto Oriente piuttosto che in Medio Adige (o viceversa, ora non ricorda bene) racconta sulle cartoline di cammelli dai cappelli piumati e di un odore di greggio che, non ci crederai, ricorda quello della stalla di mia nona, buon anima. A casa, a Borgo Valsugana, dirà probabilmente di soffrire di Jet Lag.
4) Quello che ci prova colla cameriera Tanto frequente da costringerci a catalogare il suo contrario: il turista che non ci prova colla cameriera ha dalle 7 alle 28 zampe, insiste per pagare anticipatamente e lascia la stanza in orario. Rimane deluso del paesaggio, si lamenta del servizio, assicura che non tornerà. Non esiste? Infatti.
5) Quello che “qui non succede mai niente” Davanti allo tsunami s’è addormentato. Al carnevale del Rio s’è lamentato del via vai, al Colosseo ha chiesto dov’era l’uscita, durante la finale dei campionati del mondo ha sbadigliato di gusto. In Trentino svolazzano farfalle, si sciolgono ghiacci, germogliano margherite, luccicano laghi e amoreggiano caprioli. Se fa l’indifferente ditegli che il noioso è lui.
6) Lo schivo Il primo giorno fa ingresso in albergo, prende le chiavi, entra in camera e chiede scusa del disturbo al signore nello specchio. Il secondo scende a pranzo coi bagagli, che distribuisce sulle sedie del tavolo. A chi si avvicina intima: mi dispiace, ho un amico che sale alla prossima. Se lo speck nel piatto lo fissa arrossisce al punto che i due vengono serviti insieme, per cena, a tutti gli ospiti. Per evitare di chiedere la chiave alla reception si dà all’arrampicata; verso la finestra della sua camera. Quando lo hanno invitato in un rifugio ha detto di preferire i bunker. Un orso gli ha chiesto di fare due chiacchiere. Lui lo ha pregato di non prendersi confidenze. L’orso ha chinato la testa: va bene, papà.
7) Il tu-rista lei-rista Si capisce dal nome, è uno che mantiene le distanze: sorseggia il consommè con la cannuccia, chiama il cameriere con un fax, accende la tv e la moglie col telecomando. Se va di sopra prende la seggiovia, per allacciarsi le scarpe usa le prolunghe, a volte per fare prima applica direttamente la seggiovia alle stringhe che governa comodamente dall’alto delle cime del Brenta mentre indica ai compagni di strada i suoi splendidi scarponcini laggiù, al Grand Hotel, stanza 36.
8) Il turista souvenir Non mette nello zaino solo le tre cime di Lavaredo, ma anche il cielo tra l’una e l’altra. Riprende tutto: tranne suo figlio, che con i suoi pianti provoca sommosse e slavine. Fotografa l’odore di muschio e l’alito di un vignaiolo, registra le cascate, la propria soddisfazione di aver raggiunto la cima e quella di aver trovato parcheggio.
9) Il turista sciovinista A disagio con tutto ciò che funziona, dopo il primo giorno ha già fondato un movimento insurrezionalista al grido di “pasta la victoria!”, si nutre di strudel al peperoncino e mozzarella di scoiattolo, si aggrega ad una compagnia di schützen chiedendosi dove andranno tutte quelle controfigure di Padre Pio, se c’è una celebrazione di Mahler afferma di ammirarlo ma di non ricordare in che squadra giocava.
10) Quello che una volta qui era meglio Trovano difetti ad ogni angolo di città. I ristoranti sono più cari, i musei mostrano sempre le stesse cose ma peggio, i vigili danno indicazioni meno precise di un tempo. Hanno saliva in surplus. Perciò amano sputare nel piatto in cui vengono a mangiare.