
domenica 12 aprile 2009
Pasqua e buoi dei paesi tuoi

giovedì 11 dicembre 2008
sabato 6 settembre 2008
scusi, me lo fa rivedere?

mercoledì 9 luglio 2008
la belva stagione




Fino a qualche anno fa c'era il successo dell'estate, il festivalbar.
Ora c'è il delitto di Luglio. Sarà l'afa o le paginate da riempire, d'estate gli inviati migrano sul luogo del delitto. Come si sceglie un delitto per l'estate?
Intanto il sesso non guasta mai. Ma "strano": di gruppo, su internet, saffico. Dall'Olgiata a via Poma a Garlasco a Perugia ad una scogliera Ligure ormai c'è una geografia di nobili precicipate, oltre che decadute, o ragazze vittime dei propri e altrui calori. Donne del centronord, quindi benestanti, disinvolte, piacenti, colte. Prototipi che chi boccheggia in cucina in preda all'arrosto e al mutuo può guardare finalmente con rivalsa, dopo un anno di invidia.
Capita che nelle foto dei giornali le vittime sono a spalle scoperte, maliziose. Quest'anno è toccato a Federica, ragazza del nord (nessuno invidia uno del sud) che, lasciano intendere i tg, era andata a spassarsela in quella specie di Sodoma che è la Spagna. Ben gli sta, sotto sotto. Non è molto diverso dal guardare i big di un reality sbranare un granchio in mezzo all'oceano o pizzicati sopra un giornale scandalistico. Mi sbaglierò: il segreto del successo di questi tormentoni rimane lo stesso. Non tengo dinero.
sabato 5 luglio 2008
cocomintern

giovedì 15 maggio 2008
MICROcriminalità

TRENTO, 15 MAG - Tornano a farsi vivi in Trentino i ladri di nanetti da giardino. La scorsa notte due studenti di 18 e 20 anni sono stati bloccati dai carabinieri. Nella loro auto, fermata nei pressi di Bosentino, i militari hanno trovato due statue appena rubate dai giardini di due abitazioni vicine. E' probabile che gli studenti, denunciati per furto, abbiano voluto emulare gli autori di altri analoghi colpi effettuati in Trentino alcuni anni fa, rivendicata da un fantomatico ''Fronte di liberazione dei nani e degli gnomi''. (ANSA).
mercoledì 7 maggio 2008
meglio nulla


La teca che Rutelli fece costruire attorno all’Ara pacis fa schifo.
Nun se po’ guardà, per parlare in neolatino. Qualcuno doveva dirlo, ci ha pensato Alemanno. Già lo ruggivano nel traffico i pendolari mentre sbandavano terrorizzati su quel tratto di strada. Ora tutti possono sputare il rospo, e andare a sputarlo su quei muri del pianto.
Il nuovo sindaco ha proposto di spostarli o demolirli. Gli argomenti di coloro che difendono la struttura sono che Alemanno è contro la modernità, che toglierla sarebbe costosa, che comunque quella struttura è il quinto museo più visitato in città.
Alemanno è reazionario, quindi contro la modernità, vero. Ma se quel sarcofago di cemento armato è moderno viva le caverne. Obiettare che sia costoso abbatterlo poi è una mezza ammissione: vorrei ma non posso. Il fatto che sia il quinto museo più visitato della città si spiega: con la penuria di parcheggi della capitale ogni autorimessa in centro registra il tutto esaurito, e pazienza se di autorimessa ha solo la forma.
Forse era bello il plastico. Forse l’autore del progetto, americano, lo immaginava nell’Arizona. Un deserto, non l’ansa di un fiume in cui inciampi nei capitelli corinzi.
Forse era il caso di mostrargli quell’altare dedicato alla pace e spiegargli che serviva uno scrigno di cristallo, non un bunker.
Forse era il caso d’incaricare qualcun altro.
Nel ’93 a contendersi il Campidoglio erano Fini e Rrutelli. Più Renato Nicolini. Quando i giornalisti si ricordavano di lui e gli chiedevano che misure avrebbe adottato da sindaco Nicolini rispondeva pressappoco: nulla, nessuno riuscirebbe a rendere Roma ancora più bella. Forse non tutti sanno che Renato Nicolini è architetto.
(Nella foto 2000 anni in fumo)
mercoledì 30 aprile 2008
venerdì 18 aprile 2008
aria nuova\2

ROMA - Aggressione omofobica, questo pomeriggio a Roma contro il Circolo di Cultura omosessuale "Mario Mieli" di via Efeso. Lo denuncia un comunicato dell'associazione: "Un folto gruppo di ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni - vi si legge - ha fatto irruzione presso la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli in via Efeso 2/a, mettendo a soqquadro l'ingresso, rovesciando scrivania, estintori, divano, quadri e materiale informativo".
"Solo grazie all'intervento dei soci presenti al primo piano dell'Associazione - prosegue la nota -, i vandali si sono allontanati gridando improperi come 'Froci di merda' ed inneggiando al Duce e ai campi di sterminio".
Il documento collega l'aggressione al "clima elettorale" di questi giorni: "Se così fosse ci verrebbe da dire, amareggiati e preoccupati, 'cominciamo bene'".
(17\04\08-www.Repubblica.it)
giovedì 13 marzo 2008
Il ping pong nel futuro del turismo trentino.

Come in un torneo di ping pong, invece, 3 dirigenti di aziende turistiche di grosse zone sciistiche locali hanno scantonato, rimbalzandosi la palla dell’invito a presenziare come relatori. Hanno ritenuto che non fosse il caso di esporsi manifestando in pubblico le ragioni di chi sostiene e ripropone uno sviluppo tradizionale – spesso tradotto in colate di cemento, tonnellate di neve artificiale e scaltri impianti di risalita, alberghi sulle piste et similia.
Se ci rinfranca sapere che un potenziale 30% di mercato turistico è interessato alle offerte “eco-sostenibili” (e dunque essere competitivi significherà, nel medio periodo, soddisfarne le richieste), con malizia leggiamo fra le righe delle future brochure, che relax, silenzio, passeggiate, contemplazione della natura “sfruttano” il malessere diffuso nella nostra società – dallo stress lavorativo al caos e all’inquinamento di vario genere.
Ascoltare la proposta di attraversare le Alpi con vari mezzi eco-compatibili – dagli scarponi alla funivia, dalla bicicletta al treno, avendo ancora negli occhi le immagini di “Biutiful cauntri” ci fa concludere, però, che per tanta parte della penisola una semplice malga in un prato fiorito sotto le pendici alpine possa accattivare come un Eden novelli Adamo fuori provincia.
lunedì 4 febbraio 2008
Tallone di bue con patate flambè
martedì 28 agosto 2007
Travaglio in Trentino
venerdì 20 aprile 2007
Turisti in Trentino Alto Adige
1) Il milanese Arriva con al naso un arbre magique all’essenza di policarburi. A colazione sniffa marmellata ai mirtilli ma gli assicurano trattarsi di puro catrame del ’76. Fa tutto di corsa. Dopo la prima escursione ha già visto: il lago di Misurina, i forti austriaci, un unicorno, l’Himalaya e un infermiere che gli diceva di stare calmo e fare attenzione al sole, che qui la nebbia non c’è. Torna sconvolto in albergo dopo che alle richieste “dov’è il centro?” e “dov’è la periferia?” gli hanno risposto in successione “qui” e “pure”. Poi si rinfranca, “in fondo è come a Gallarate”. Così, a modo suo, il milanese si ambienta e fa shopping prendendo a modello un tizio molto trendy che ha incrociato proprio ieri nel bosco. Torna a Milano brucando, con una coda appesa allo specchietto retrovisore e uno all’osso sacro.
2) Lo scroccone Usa la doccia per lavarsi i denti, intasca il buffet e un cargo di depliant. Colla giacca così gonfia chiede di leggere la posta elettronica e già che c’è va su questo sito. Sobbalza, si offende, fa i bagagli e se ne va. Lo fermano all’uscita: il comodino non è compreso nel prezzo.
4) Quello che ci prova colla cameriera Tanto frequente da costringerci a catalogare il suo contrario: il turista che non ci prova colla cameriera ha dalle 7 alle 28 zampe, insiste per pagare anticipatamente e lascia la stanza in orario. Rimane deluso del paesaggio, si lamenta del servizio, assicura che non tornerà. Non esiste? Infatti.
5) Quello che “qui non succede mai niente” Davanti allo tsunami s’è addormentato. Al carnevale del Rio s’è lamentato del via vai, al Colosseo ha chiesto dov’era l’uscita, durante la finale dei campionati del mondo ha sbadigliato di gusto. In Trentino svolazzano farfalle, si sciolgono ghiacci, germogliano margherite, luccicano laghi e amoreggiano caprioli. Se fa l’indifferente ditegli che il noioso è lui.
6) Lo schivo Il primo giorno fa ingresso in albergo, prende le chiavi, entra in camera e chiede scusa del disturbo al signore nello specchio. Il secondo scende a pranzo coi bagagli, che distribuisce sulle sedie del tavolo. A chi si avvicina intima: mi dispiace, ho un amico che sale alla prossima. Se lo speck nel piatto lo fissa arrossisce al punto che i due vengono serviti insieme, per cena, a tutti gli ospiti. Per evitare di chiedere la chiave alla reception si dà all’arrampicata; verso la finestra della sua camera. Quando lo hanno invitato in un rifugio ha detto di preferire i bunker. Un orso gli ha chiesto di fare due chiacchiere. Lui lo ha pregato di non prendersi confidenze. L’orso ha chinato la testa: va bene, papà.
7) Il tu-rista lei-rista Si capisce dal nome, è uno che mantiene le distanze: sorseggia il consommè con la cannuccia, chiama il cameriere con un fax, accende la tv e la moglie col telecomando. Se va di sopra prende la seggiovia, per allacciarsi le scarpe usa le prolunghe, a volte per fare prima applica direttamente la seggiovia alle stringhe che governa comodamente dall’alto delle cime del Brenta mentre indica ai compagni di strada i suoi splendidi scarponcini laggiù, al Grand Hotel, stanza 36.
8) Il turista souvenir Non mette nello zaino solo le tre cime di Lavaredo, ma anche il cielo tra l’una e l’altra. Riprende tutto: tranne suo figlio, che con i suoi pianti provoca sommosse e slavine. Fotografa l’odore di muschio e l’alito di un vignaiolo, registra le cascate, la propria soddisfazione di aver raggiunto la cima e quella di aver trovato parcheggio.
9) Il turista sciovinista A disagio con tutto ciò che funziona, dopo il primo giorno ha già fondato un movimento insurrezionalista al grido di “pasta la victoria!”, si nutre di strudel al peperoncino e mozzarella di scoiattolo, si aggrega ad una compagnia di schützen chiedendosi dove andranno tutte quelle controfigure di Padre Pio, se c’è una celebrazione di Mahler afferma di ammirarlo ma di non ricordare in che squadra giocava.
10) Quello che una volta qui era meglio Trovano difetti ad ogni angolo di città. I ristoranti sono più cari, i musei mostrano sempre le stesse cose ma peggio, i vigili danno indicazioni meno precise di un tempo. Hanno saliva in surplus. Perciò amano sputare nel piatto in cui vengono a mangiare.