L’assunto che l’informazione sia manipolata e filtrata a monte; che certi crimini siano sempre esistiti, ma che i mass media globalizzati e una popolazione più alfabetizzata ne amplifichino l’eco sono gli ingredienti del soufflé di pensieri che vi servo quest’oggi.
Sglurrt spurtlun urdag Homo
C’era una volta un homo di Neanderthal, che voleva rubare al suo vicino cavernicolo un bel pezzo di carne succulenta. Si acquattò dietro un cespuglio e quando il vicino passò, il Neanderthal gli diede una randellata in testa e gli fregò la carne.
Qualche tempo dopo, il Neanderthal fu attaccato da un branco di lupi, e si avvide che, suo-sgrunlt-malgrado splurt gurgl scheissgrrrrr urrrrghhh, da solo non ce la faceva a smazzularli tutti. Sicchè l’indomani, col culo a brandelli, corse dal cavernicolo che aveva randellato e gli promise - urgl oppr mano sul frfrfrfrung-cuore - che non lo avrebbe piùpiùpiùpiù randellato, se al prossimo attacco di lupi lo aiutava a smazzularli.
È un po’ così che - immagino – è nata l’esigenza di dotarsi di norme sociali, consuetudini e leggi; a tutela del singolo e poi del gruppo, fino al diritto internazionale. Al punto che oggi guardiamo ai Paesi con maggiore ordine sociale e minor tasso di criminalità (tipo Austria, Tirolo, Scandinavia) come fulgidi esempi di civilità.
C’era una volta un homo di Neanderthal, che voleva rubare al suo vicino cavernicolo un bel pezzo di carne succulenta. Si acquattò dietro un cespuglio e quando il vicino passò, il Neanderthal gli diede una randellata in testa e gli fregò la carne.
Qualche tempo dopo, il Neanderthal fu attaccato da un branco di lupi, e si avvide che, suo-sgrunlt-malgrado splurt gurgl scheissgrrrrr urrrrghhh, da solo non ce la faceva a smazzularli tutti. Sicchè l’indomani, col culo a brandelli, corse dal cavernicolo che aveva randellato e gli promise - urgl oppr mano sul frfrfrfrung-cuore - che non lo avrebbe piùpiùpiùpiù randellato, se al prossimo attacco di lupi lo aiutava a smazzularli.
È un po’ così che - immagino – è nata l’esigenza di dotarsi di norme sociali, consuetudini e leggi; a tutela del singolo e poi del gruppo, fino al diritto internazionale. Al punto che oggi guardiamo ai Paesi con maggiore ordine sociale e minor tasso di criminalità (tipo Austria, Tirolo, Scandinavia) come fulgidi esempi di civilità.
Rifiuto, ovviamente, posizioni “buoniste” del tipo che l’essere umano nasce buono, siamo tutti uguali, ci vogliamo tanto bene…. E credo invece che potenzialmente saremmo tutti guerrafondai, omicidi, ladri, sfruttatori, rivali o bugiardi. La differenza sta fra potenzialità e messa in atto.
Sangue e arena
La convenienza a comportarci bene (“se fai il bravo puoi andare a giocare in cortile…”), il timore della sanzione o punizione, o addirittura l’assuefazione all’obbedienza - placida e non ragionata - nel tempo possono anestetizzare lo stimolo a comportamenti rabbiosi, irrazionali, riottosi, violenti, vendicativi.
Che la cronaca nera nel nostro Paese, seppur abilmente spettacolarizzata, abbia un seguito così nutrito, mi induce a interrogarmi sui pensieri nascosti del lettore/spettatore medio.
Sospetto che in tanta curiosità si crogioli un che di morboso, uno sguardo lubrico in tralice, una scheggia di desiderio proibito: di poter mollare i freni, disobbedire, mandare affanculo, lasciar montare la rabbia come un’onda anomala, fino a menare la moglie, sgozzare la suocera e bastonareilvicinochetifregasempreilparcheggioehaancheun’auto piùbellamanonfauncazzodallamattinaallasera(mentretutifaiilmazzoancheaNtaleeSantoStefano); mandare affanculo il capo che ti schianta i maroni dalla mattina alle 8 fino alla sera alle 5 …..
Insomma, BOOM! Finalmente mollare tutto, cedere al raptus - liberatorio e barbarico - ché del doman, comunque, non v’è mai certezza.
In questo comportamento – che solitamente attribuiamo ai popoli “più involuti”, (dal terrone nostrano al negro dell’Africa), possiamo leggere la vera natura umana in tutta la sua passione.
Nel rituale sanguinolento e quasi magico, ciò che rende un uomo (o una donna) verace, spontaneo, passionale e SINCERO.
La convenienza a comportarci bene (“se fai il bravo puoi andare a giocare in cortile…”), il timore della sanzione o punizione, o addirittura l’assuefazione all’obbedienza - placida e non ragionata - nel tempo possono anestetizzare lo stimolo a comportamenti rabbiosi, irrazionali, riottosi, violenti, vendicativi.
Che la cronaca nera nel nostro Paese, seppur abilmente spettacolarizzata, abbia un seguito così nutrito, mi induce a interrogarmi sui pensieri nascosti del lettore/spettatore medio.
Sospetto che in tanta curiosità si crogioli un che di morboso, uno sguardo lubrico in tralice, una scheggia di desiderio proibito: di poter mollare i freni, disobbedire, mandare affanculo, lasciar montare la rabbia come un’onda anomala, fino a menare la moglie, sgozzare la suocera e bastonareilvicinochetifregasempreilparcheggioehaancheun’auto piùbellamanonfauncazzodallamattinaallasera(mentretutifaiilmazzoancheaNtaleeSantoStefano); mandare affanculo il capo che ti schianta i maroni dalla mattina alle 8 fino alla sera alle 5 …..
Insomma, BOOM! Finalmente mollare tutto, cedere al raptus - liberatorio e barbarico - ché del doman, comunque, non v’è mai certezza.
In questo comportamento – che solitamente attribuiamo ai popoli “più involuti”, (dal terrone nostrano al negro dell’Africa), possiamo leggere la vera natura umana in tutta la sua passione.
Nel rituale sanguinolento e quasi magico, ciò che rende un uomo (o una donna) verace, spontaneo, passionale e SINCERO.
Da qui, forse, una parte del fascino morboso che suscita certa cronaca, un varco dove dar briglia sciolta a atroci fantasie.
Nessun commento:
Posta un commento