Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Ricordo una classe di parecchi anni fa e ricordo la mia mano che si alzava e cercava la discussione. In pochi minuti commentavamo a modo nostro stralci di Ossi di seppia. L’intento era quello di far perdere volutamente del tempo all’insegnante disquisendo sulla presunta omosessualità di Montale, Ungaretti ed altri poeti e scrittori. Rosa stette al gioco rispondendo prontamente ad ogni nostra domanda. Alla fine dell’ora ci disse che aveva capito che non eravamo affatto pronti per l’interrogazione e che per quel giorno la cosa sarebbe passata inosservata solo perché l’ora non era stata totalmente buttata via.
Credo che se esistessero ancora insegnanti così intelligentemente ben forniti avremmo al Ministero gente consapevole almeno della necessità di stilare la traccia di un compito, solo dopo essersi cautamente documentati.
Certo il “disguido” della traccia malamente esposta alla maturità poteva sembrare un geniale intento di fuorviare i ragazzi, un modo strampalato per metterli ulteriormente alla prova, un metodo anomalo per scovare un diamante sotto strati di fango. Eppure le istituzioni lo hanno cautamente definito come ciò che nella casistica si identifica in uno sfortunato “evento”.
E perché non si dica che in Italia ci si dedica troppo poco alla poesia, soffermiamoci un secondo sul testo in questione.
Ripenso il tuo sorriso
(a K.)
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...
Nella traccia consegnata ai poveri esaminandi si indicava quanto segue:
«Il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall'altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile» - e ancora - «Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta libera, la sua anima.»
La neoministra Gelmini ha augurato un cordiale in bocca al lupo agli studenti e mai augurio ci è sembrato più opportuno.
Si sa, la poesia è cosa assai “strana”, scombina la realtà, inventa le contraddizioni, stravolge la logica. Meglio allora sarebbe stato forse dire che quella dedica «a K.» era rivolta a tale Boris Kniaseff, danzatore russo conosciuto dal caro Eugenio in casa di Francesco Messina, amico di entrambi.
Un inno all’amicizia quindi, se letto superando le depistanti e eteroimposte interpretazioni. Singolare, forse, nel percorso letterario di Montale, ma nel senso letterale di stranezza che alla poesia compete.
Forse lo straparlare di educazione ed etica, il continuare a scrivere di «fannulloni» da mandare via di casa ha incancrenito la mano di chi ha voluto sottolineare il tutto con ostinata reiterazione.
In Ossi di seppia lo stesso Eugenio (e oggi ho deciso di chiamarlo così, come si fa con un caro “amico”) si allontanava dall'atmosfera astratta e rarefatta dei poeti laureati popolata di nomi altisonanti per scegliere di chiamare le cose con il loro nome. Chissà come avrebbe definito lui stesso la situazione scolastica che l’Italia oggi si porta appresso. Chissà quale oggetto avrebbe sfruttato per trasformare in metafora questo strano pasticcio ministeriale.
Una lapide forse.
Una lapide che permette di non dimenticare.
Una lapide che segnala.
Una lapide che nasconde le spoglie di un sistema scolastico defunto e, forse, persino malamente assassinato.
Credo che se esistessero ancora insegnanti così intelligentemente ben forniti avremmo al Ministero gente consapevole almeno della necessità di stilare la traccia di un compito, solo dopo essersi cautamente documentati.
Certo il “disguido” della traccia malamente esposta alla maturità poteva sembrare un geniale intento di fuorviare i ragazzi, un modo strampalato per metterli ulteriormente alla prova, un metodo anomalo per scovare un diamante sotto strati di fango. Eppure le istituzioni lo hanno cautamente definito come ciò che nella casistica si identifica in uno sfortunato “evento”.
E perché non si dica che in Italia ci si dedica troppo poco alla poesia, soffermiamoci un secondo sul testo in questione.
Ripenso il tuo sorriso
(a K.)
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...
Nella traccia consegnata ai poveri esaminandi si indicava quanto segue:
«Il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall'altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile» - e ancora - «Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta libera, la sua anima.»
La neoministra Gelmini ha augurato un cordiale in bocca al lupo agli studenti e mai augurio ci è sembrato più opportuno.
Si sa, la poesia è cosa assai “strana”, scombina la realtà, inventa le contraddizioni, stravolge la logica. Meglio allora sarebbe stato forse dire che quella dedica «a K.» era rivolta a tale Boris Kniaseff, danzatore russo conosciuto dal caro Eugenio in casa di Francesco Messina, amico di entrambi.
Un inno all’amicizia quindi, se letto superando le depistanti e eteroimposte interpretazioni. Singolare, forse, nel percorso letterario di Montale, ma nel senso letterale di stranezza che alla poesia compete.
Forse lo straparlare di educazione ed etica, il continuare a scrivere di «fannulloni» da mandare via di casa ha incancrenito la mano di chi ha voluto sottolineare il tutto con ostinata reiterazione.
In Ossi di seppia lo stesso Eugenio (e oggi ho deciso di chiamarlo così, come si fa con un caro “amico”) si allontanava dall'atmosfera astratta e rarefatta dei poeti laureati popolata di nomi altisonanti per scegliere di chiamare le cose con il loro nome. Chissà come avrebbe definito lui stesso la situazione scolastica che l’Italia oggi si porta appresso. Chissà quale oggetto avrebbe sfruttato per trasformare in metafora questo strano pasticcio ministeriale.
Una lapide forse.
Una lapide che permette di non dimenticare.
Una lapide che segnala.
Una lapide che nasconde le spoglie di un sistema scolastico defunto e, forse, persino malamente assassinato.
by LIBERA
8 commenti:
cosa sospendono quei puntini?
Poldino
Povero Montale, trattato così da incompetenti della poesia!
Ciao donna cannone!
Ciò dimostra chiaramente quanto la nostra istruzione sia davvero in buone mani...
A presto
Ciao Donna!
Non c'è servizio di tg in questi giorni che non citi il "pasticcio" degli esami di maturità di quest'anno.
Io non lo sbatterei così in prima pagina.
Io andrei nell'angolo, dietro la lavagna, con il cappello da asino sul capo cosparso di cenere e in ginocchio sui ceci.
Che vergogna...ma soprattutto: CHE TRISTEZZA!
Per carità, lo scrivo dal basso della mia ignoranza, ma che per fortuna non raggiunge certi livelli.
Ma a pensarci bene, in un paese in cui meritano così tanta attenzione le nozze di Briatore (manco fossero quelle di un reale) una cosa del genere ci può anche stare.
Buon fine settimana!!
Un abbraccio e tanti baci,
Vale
PS: Ho letto della notte bianca a Trento....che meravigia! Mi piacerebbe davvero poterci essere fisicamente, ma dovrò accontentarmi di esserci col pensiero!
Tra l'altro, avevo scordato che oggi è il 21, solstizio d'estate e giorno in cui nella seconda metà del 1300, nella Rocca di Montebello a Torriana (Rimini) scompariva nel nulla Guendalina Malatesta (detta Azzurrina) la figlia di Ugolinuccio Malatesta, e giorno in cui il fantasma della piccola si fa sentire tra le mura del castello.
Mi sa che stanotte, col pensiero sarò anche là :P
e sai cosa...? la maggior parte degli sudenti ha scritto pagine e pagine sulla figura femminile nella poesia di montale.. che culo eh?
Ciao a tutt*!Credo che queste figure dimerda galattiche siano davvero impareggiabili e spero che finiscano nei libri di storia.
Mi raccontava ieri sera un amico che ci sono stati altri errori clamorosi alla maturità, in anni recenti, fra cui un testo di matematica con i calcoli errati e l'attribuzione errata di opere d'arte.
Siamo ancora campioni del mondo? E allora che ce frega????
@Fifì: fantastico svolazzo fra le mura del castello di Rimini!
Ti immagino proprio! Sarà una seratina impegnativa. Se riesco faccio un salto alla notte bianca, semmai ti saprò dire!
Buona estate a tutti!
Secondo me le tracce farlocche sono un regalo dell'ex governo Prodi. Ha detto "Oh, li freghiamo tutti. Mettiamo delle tracce che fanno pena, zeppedi errori e vediamo se se ne accorgono".
Non se ne è accorto nessuno, perchè la gente non legge.
Musa capricciosa ha detto una boiata di proporzioni fedian-berlusconiane, tanto che la Gelmini per scusarsi ha rimosso la (pseudo) responsabile del pasticciaccio!
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