E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio
Inauguriamo una nuova rubrica scomoda: un filo diretto con i "piani della diversità" per muoverci insieme oltre le barriere fisiche e mentali.
E' con noi "Buscialacroce" http://www.buscialacroce.com/: 25 anni, appassionato di lettura, soprattutto gialli e fantascienza, di musica rock, classica e anni '80; aspirante scrittore, cinico, sarcastico... Come racconta nel suo blog, Buscialacroce è affetto da distrofia di Duchenne "una femme fatale che ti porta via quasi tutto, ma lentamente come una tortura, sei consapevole che prima o poi si prenderà anche quel poco che ti resta, ma non puoi vivere senza di lei ..."
Donna Cannone: Come convivi con la malattia e con l'etichetta "politicamente corretta" di "disabile"?
BusciaLaCroce: Dell'etichetta di disabile e delle etichette in generale non me ne importa nulla, è solo un metodo odioso per catalogare le persone. La mia malattia, dopo anni e anni, ormai l'ho accettata e ora la vivo come una convivenza forzata. Io comunque non mi arrendo, sono disposto anche a fare dei trial clinici e come Highlander alla fine ne rimarrà soltanto uno, spero di essere io quell'uno e non darla vinta alla mia malattia.
DC: Quanto ti senti diverso/anormale e quanto lo sei per gli altri?
BLC: Sinceramente non mi sento diverso, ho solo molti problemi in più degli altri. Quanto sono diverso per le altre persone non me ne frega assolutamente nulla! Chi può definire la normalità? Dire cosa è buono o cattivo? Giusto o sbagliato? Bianco o nero? Mi sento diverso da tanti unicamente per il mio modo di pensare e soprattutto per quello che scrivo.
DC: Nei tuoi articoli parli apertamente della difficoltà di conoscere delle donne, di avere una storia d'amore. E' uno degli aspetti più dolorosi per i disabili?
BLC: Come tutti i ragazzi/e, anche i disabili vorrebbero essere amati, anche se hanno una marea di problemi in più. Secondo me questo è uno dei problemi più insopportabili del fatto di essere disabile, molti come me si sentono come lo zio matto, Ciccio Ingrassia, in Amarcord di Fellini che, arrampicatosi su un albero urla: "Voglio una donna„ soltanto che tanti si vergognano di ammetterlo. A me il fatto di non avere mai avuto una ragazza ha creato diversi problemi a livello psicologico, portandomi ad essere sempre più cinico e sarcastico, anche se scrivo poesie, insomma mi divido in due come Dr. Jekill e Mr. Hyde. Ho notato che molti disabili, alla fine, si arrendono e preferiscono non cercare più l'amore perché in passato hanno rimediato solo fregature e riprendersi ogni volta è logorante. In questi ultimi anni con internet riesco a conoscere qualche ragazza in più, ma di andare oltre la semplice amicizia non se ne parla proprio. Siccome non ne parla quasi nessuno con un amico abbiamo messo su un sito www.disabilisenzasesso.org dove trattiamo con ironia l'argomento.
DC: Frequenti altre persone affette dalla tua stessa malattia? Come vivono i rapporti sociali?
BLC: Prima, sbagliando, non frequentavo ragazzi con patologie simili o uguali alla mia, ma ultimamente ne ho conosciuti molti. I loro rapporti sociali con gli amici sono buoni, ma con l'altro sesso hanno un pessimo rapporto e solo pochissimi hanno una ragazza. Secondo le statistiche oltre l'80% dei disabili è single.
DC: Quali sono i luoghi comuni sui disabili e quali sono i più difficili da smantellare?
BLC: Tutti i pregiudizi sono difficili da eliminare, finché la gente continuerà a vivere nell'ignoranza. Come diceva A. Einstein: "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio„ . I luoghi comuni sono tanti: noi disabili veniamo considerati degli scemotti alla Forrest Gump, ma vi ricordo che Steven Hawking, uno degli uomini più intelligenti al mondo (Q.I di 230), è disabile e non riesce più a parlare; veniamo trattati come degli eterni bambini e come tali non possiamo avere "certe„ pulsioni, non a caso tanti ci chiamano angeli; tanti credono che rubiamo i soldi allo stato, poi 246 euro di pensione sono un'elemosina, se vogliono scambio i miei 246 con la loro mobilità; pensano che tutte le disabilità siano uguali; pensano che siamo un branco di scansafatiche. Una ragazza per questo mi ha dato del vile; dopo aver ricevuto da parte sua una marea d'insulti, le ho augurato di finire sotto un camion e rimanere paralizzata per il resto dei suoi giorni così da capire. Vorrei proporre a quelli che ci trattano male di mettersi su una sedia a rotelle e andare in giro per un paio di giorni, così da capire cosa significa essere disabili.
DC: Esiste, secondo te, nella nostra società, una "classifica" degli emarginati – dai più scomodi e difficili e meno tollerati?
BLC: Non voglio e non posso fare una classifica delle disabilità. Tanti italiani, come dimostrano gli ultimi fatti accaduti, hanno paura del diverso, di disabili, omosessuali, stranieri, tossicodipendenti; tutti gli emarginati sono visti come un peso per la società.
DC: È più diffuso un senso di "pietismo" o di rapporto schietto?
BLC: Credo ci sia un senso di pietismo, che personalmente detesto. Lo noto soprattutto quando alcuni mi vedono e li sento bisbigliare "poverino„ che, come diceva anche Pierangelo Bertoli, è una parola truce che ti trapassa da parte a parte. Anche quando mi indicano i bambini e sono curiosi, ma non lo fanno per giudicarmi, senti i genitori "Non lo indicare che è malato!„ come per dire 'quello è meglio che l'ignori'. A volte tanti hanno paura di ferirmi, anche facendomi delle semplici domande, ma io come tanti disabili preferirei un rapporto più schietto e sincero. E' sbagliato credere che tutti i disabili siano fragili emotivamente, anzi la vita spesso ci porta ad essere duri come delle rocce perché autocommiserarsi non serve a nulla. Il pietismo esce fuori quando ci usano in certi programmacci televisivi per far alzare l'audience. La frase che mi fa più arrabbiare, usata in tutti i telegiornali quando un genitore uccide il figlio disabile, è "lo ha fatto solo per amore„ Amore un corno, poi se sei come Welby e Nuvoli e vuoi morire decentemente non ti è concesso. Ricordo che Nuvoli si è lasciato morire di fame e di sete e ha fatto vedere a tutti come si muore da uomini; se questa è la pietà cristiana andiamo bene!
DC: Lancia un messaggio per contribuire a smantellare luoghi comuni, ignoranza e barriere mentali
BLC: Credo che sia un'utopia! Comunque credo che la gente dovrebbe prendere esempio dai bambini: loro sono curiosi, ma privi di malizie; non fanno differenze per il colore della pelle, classe sociale, disabilità. Spesso i genitori, la televisione e la società trasformano le diversità in paure, e i bambini, come spugne, assorbono tutto: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I disabili andrebbero trattati come persone, non come dei malati e non vanno considerati come una "categoria speciale„!
Mentre scrivevo è spuntato l'arcobaleno.
Quale miglior auspicio per levare queste voci?
13 commenti:
Duri a morire, i pregiudizi. Ma non illudiamoci che lo sguardo dei bimbi risulti più pietoso: ho visto bambini ridere o guardare con orrore i diversi da loro e pronunciare frasi da vergognarsi per l'eternità. Questa testimonianza è invece un esempio di come lo stigma si superi a partire dai diretti interessati.
I pregiudizi sono il freno dell'umanità.
Già i pregiudizi, nessuno di noi ne è del tutto libero. Ma non è questo il punto. Il fatto secondo me è che quando i normali guardano, osservano qualcuno che non è come loro, per carenze fisiche e/o mentali, hanno paura. Hanno paura del dolore e della menomazione. Gli riempiono la mente, la percezione, e non riescono a vedere oltre. Possiamo chiamarlo diverso, handicappato ma in realtà è solo una persona. Di questo abbiamo paura, con un handicappato-disabile-ecc.: non abbiamo più gli schemi usuali di difesa, dobbiamo parlare alla persona e questo ci mette in crisi, mette in crisi i nostri stereotipi, ci si trova in un qualche modo dinanzi a qualcuno che ci disarma delle nostre certezze e ci chiede implicitamente di confrontarci: da persona a persona. Possiamo anche essere o considerarci degli intellettuali, ma in determinate situazioni esce la nostra parte primordiale e ci rendiamo conto che siamo poco più che degli animali e che la fisicità è importante. E' umiliante la cosa ma è così': per il nostro inconscio conta più il fisico del resto. Siamo primitivi.
un saluto, silvano.
Probabilmente BusciaLaCroce ha ragione, é un'utopia sperare di spazzare via certi pregiudizi ma il piccolo servigio che anche un pezzo come questo può fare é un passettino verso la realizzazione di questa utopia....
Ritorno solo per aggiungere che trovo splendida questa nuova rubrica, l'idea che la sostiene, e l'impegno civico e sociale che implica.
grazie DC.
silvano.
Bella questa nuova idea DC. Riesci sempre a sconvolgermi.
Bella idea e splendida intervista
questa volta fare i complimenti è davvero poco,bellissima intervista e grandissima persona,questo un'altro superman Luca Coscioni e a queto link LUCA COSCIONI,IL MARATONETA "da caso pietoso a caso pericoloso,storia di una battaglia di libertà" il suo libro scaricabile gratuitamente.
Un saluto e bun w.e.
I pregiudizi sono utili solo al potere. Uscire dall'ignoranza e iniziare a conoscere le persone come tali, diventa fondamentale per cambiare lo stato attuale delle cose. E poi nella la società in cui viviamo, essere normali è sbagliato.
Salve a tutt*
Ovviamente sono lieta che il nostro sforzo comunicativo sia apprezzato, tuttavia, credo che i nostri lettori e amici blogger siano già un passo oltre tnte barriere fisiche e mentali.
Lo scopo sarebbe di arrivare quanto più oltre possibile, raggiungere chi tiene la testa avvolta nei turbanti della superbia e dell'ignoranza.
Vi chiedo dunque di dirottare quante più persone possibile su queste pagine virtuali, al fine di portare ancor più gocce in questo mare di resistenza.
PS: @SAAMAYA: neppure io condivido la visione "angelicata" dei bambini. Ce ne sono di perdifi e stronzi tanto quanto fra gli adulti....
Il pregiudizio alimentato dall'ignoranza condito con l'indifferenze e l'egoismo sono peggiori di qualsiasi malattia perchè le ripercussioni sulle vite degli altri sono infinitamente devastanti e catastrofiche e come catene si sviluppano a mo di virus contaggioso su tutta la terra!
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Che siano i mali più antichi e duri a morire?
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Comunque penso che anche per coloro come me che si definiscono liberi dai pregiudizi alle volte trovano difficile rapportarsi a situazioni che non conoscendo sentono più grandi di loro, per cui trovo veramente oltre che coraggioso utile a tutti questa intervista così come anche il blog per parlare dell'assenza della sessualità nella vita già complicata di chi convice con un handicap.
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Ma per i media parlare in termini realistici e utili per tutti non fa odiens per cui o si trovano altri spazi o i soliti mali continueranno a spargersi come delle scie chimiche che però tutti conoscono!
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Internet è un buon terreno e ha una velocità divulgativa enorme, fino a che non censurenno anche questo!
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Penso che oggi parlare di uguaglianze sia quanto meno stupito credo che le diversità siano in misura differente presenti in tutti e come tale vadano rispettate ma anche tutelate, a livello di adeguamento di strutture pubbliche e/o lavorative, un altro tasto dolente.
E parlo così perchè per il mio carattere sono sempre stata considerata una diversa, spesso isolata, e questo mi ha rafforzata come ben dici, desideravo tanto la normalità fino a che ho apprezzato la mia natura diversa, ma nel caso di un handicap è differente chiunque vorrebbe poter un bel giorno poter dare un bel calcio alla propria malattia!
E' molto bello è intelligente il messaggio di apprendere dai bambini e condivido a pieno.
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PS: sono arrivata a questo blog grazie ad una segnalazione e sono felice di averti letto.
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Buona giornata
La mia non è una versione "angelicata" dei bambini!
Possono essere perfidi ma non hanno pregiudizi, io alle elementari mi picchiavo allegramente con gli amichetti e la meno forza la combattevo con l'astuzia.
Se i figli diventano dei grandissimi stronzi è anche colpa dei genitori!
Ciao Amica Donna! :)
Grazie per essere passata a trovarmi, è sempre un piacere.
Sono un po' di fretta in questi giorni, perciò anch'io per ora ti saluto al volo, ma tornerò!
Un bacione e un abbraccio,
Valentina
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