Ecco la 2a parte dell'intervista a Pier
Quando chiedo a Pier cosa gli ha lasciato il viaggio dei folli in Martinica l’apparente semplicità della risposta è poetica “Ho rivisto il mare e mi sono sentito piccolo. È stato bellissimo. Certo, ci sono stati anche momenti di ansia, di tristezza, ma soprattutto una grande voglia di cambiare la mia vita. Abbiamo anche sbattuto contro una balena, imbarcato acqua e ci siamo ritrovati ognuno con cose che ancora devono essere chiarite. Una gran voglia di trovare un equilibrio e la domanda ‘ce la farò?’. DC: E il viaggio successivo, quello fatto in treno, 200 persone, fino in Cina, passando per Mosca, con la Transiberiana com’è andato? Pier: Nel viaggio del 2007 in Cina eravamo 200 - un gruppo di utenti di centri di igiene mentale da tutta Italia; abbiamo viaggiato un mese. Ho suonato all’ambasciata italiana di Mosca e di Pechino, musica italiana della tradizione popolare. DC: Eri emozionato? Pier: Più che altro, dopo tanti anni le dita si muovono in maniera meccanica, più della musica, ricordo che per un giorno, vedendo tanta gente ballare, mi sono sentito parte della società. Sono emozioni….” DC: Quindi di solito non ti senti parte della società? Pier: Mi ci sentirò quando avrò il lavoro adatto a me. Nella mia vita sono stato dalla parte dei perdenti. La gente che vince senza impegno mi dà fastidio. Le mie note me le sono sudate. Si prendono colpi mica da ridere, ma è anche vero che ci sono persone, come i dottori e gli assistenti sociali, che vivono continuamente dalla nostra parte della barricata. Gente che opera e si impegna in silenzio. Che combatte contro lo stigmatismo.
DC: Chi sono gli utenti di un centro di igiene mentale? Pier: Sono persone che hanno perso il treno però hanno ritrovato una possibilità di ricostruirsi una vita e piano piano ce la possono fare. Senza fretta”. Cerco di capire come si sentono – stigmatizzati? Come sono visti dai ‘normali’? Ma la mia domanda inciampa sulle parole di Pier “quando vai in blocco capisci che ci sono cose più importanti dei soldi, (anche se servono, certo). Non guardo mai la televisione: il Grande Fratello è lo specchio dell’eliminazione: nelle sfere alte diventi qualcuno, nelle sfere basse diventi un barbone”.
La barca dei folli verso Tenerife
Più tardi, commentando queste parole con Poldino, ipotizziamo come sarebbe lo scambio di vite – diciamo di un Lapo Elkann, (il pazzo del quartiere) e di Pier a casa Agnelli: avrebbe potuto diventare un famoso musicista….. Con apparente semplicità Pier squarcia le tele dell’ipocrisia e guarda negli occhi la tragicità umana. Eppure mi sembra sereno, (forse un po’ preso dall’etica calvinista del Nord-est, con la sua insistenza sul lavoro). “Fin da piccolo avevo domande più grandi di me. - mi racconta - Ho iniziato a leggere Socrate e Platone a 12 anni. Forse ero un po’ ‘anticonformista’, ma alcuni insegnanti mi volevano bene…” e poi mi dice che si è cresimato “anche perché forse è il pensiero più semplice del mondo, quello di Gesù Cristo. In tutte le sue forme. È la speranza che il bene esiste. Che i momenti negativi si possono superare”. Manco un’anticlericale come me trova da ribattere a questa affermazione.
Il filo rosso della morte fa capolino, a tratti. La morte di Gesù, dell’allievo di Pier che si è portato via la sua voglia di suonare. La morte dello zio da cui Pier, bambino, ha ricevuto la prima chitarra. La morte di Pastorius a 37 anni… Ma la nostra conversazione non ha nulla di pietistico. Al contrario, a un certo punto Pier mi dice “sono molto innamorato. Non so di cosa, né di chi. Forse della vita. Molte volte mi è andata male, ma non me ne faccio un cruccio, so che ci sono problemi più gravi”. Gli ho sorriso, dicendogli che è uno stato di grazia; che non è necessario sapere di chi o di cosa.
Poi controlliamo i miei appunti; Pier deve scappare, andare a far la spesa. La conversazione prende una piega prosaica... Fuori dal bar mi chiede se mi piacciono i suoi capelli. Gli rispondo che non mi piacciono gli uomini con i capelli lunghi, ma gli danno l’aria da musicista.
Alcuni link: articoli su pazzia ed elettrochoc:
- http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/elettrochoc/elettrochoc/elettrochoc.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_elettroconvulsivante
- http://www.nopazzia.it/elettrochoc_2008.html
- http://no-guide.info/_Elettroshock/Articoli%20su%20il%20Manifesto.php
- http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/elettrochoc/elettrochoc/elettrochoc.html
- http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200804articoli/31805girata.asp
- http://notizie.alice.it/cronaca/taser.html
Doccia collettiva sulla barca dei folli
10 commenti:
Tutto quello che avevo da dire l'ho già detto, ma una cosa molto importante da sottolineare che la lotta allo stigma è fondamentale, solo eliminando il pregiudizio timore figlio dell'ignoranza ci potrà essere una possibilità in più non solo per Pier ma anche per altri!
Ciao
Per fortuna che esistono persone così, sarebbe molto triste se non ci fossero queste meravigliose fiammelle che tengono accesa la luce della speranza che l'uomo possa un giorno essere migliore.
Grazie a lui e grazie a voi per avergli dato spazio.
un abbraccio sincero :-))))
Fino a quando non decideranno nuove leggi razziali di stampo nazi forse avremo l possibilità di ricevere qualche sooriso in più
Il mio parere l'ho già espresso...credo che è una vera fortuna parlare con una persona come Pier.
Sono d' accordo con Pier quando dice che non sopporta la gente che vince senza impegno..in Italia siamo pieni.
Bella persona, bella intervista!
sono molto innamorato. Non so di cosa, né di chi
E' stupenda, é una delle più belle dichiarazioni d'amore nei confronti della vita che io abbia mai letto.
@Russo: condivido in pieno.
E so che ci sono momenti in cui potrei pronunciare questa frase...ma NON sempre. Forse nemmeno Pier, ma raccontandocelo ci ha fatto uno splendido dono
Bellissima intervista, piena di umanità, che tanto ci manca.
Con Pier ci hai fatto fare davvero un volo emozionale che ha puntato dritto alla sostanza delle cose, così semplice e persino ovvia che noi (che ci riteniamo "normali") troppo spesso non riusciamo a riconoscere.
Grazie!
Grazie cari novios.
La 'specialità' - è di Pier. A me, il piacere di averlo incontrato e potuto dare spazio qui alle sue parole perchè le leggessero anche i nostri amici blogger.
Salutoni cannonici
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