giovedì 20 marzo 2008

Thanatos libera tutti

S T R A G E

6 febbraio, 7 marzo 07, 12 aprile 2007.
11 marzo, 18 marzo 2008.
Madri. Padri. Figlie. Mariti. Amici.
Fuori di testa, ignoranti o un po’ coglioni?
Piccole. Grandi. Magre o grasse?
Forse bionde?
Ignoti al mondo o politicizzati?

….. Sto rovistando fra le pietre tombali che hanno segnato la mia vita dal 2007.
Sto cercando un tratto comune. Che mi dica, che mi spieghi.
O rassicuri.

Come ogni giorno, la risacca della morte ha attraversato la città. Ieri si è portata U.
Guido nel sole, risalendo strade che si ritingono di verde, e non riesco a credere che non vedrà più il cielo, l’erba, le montagne, il traffico di questa città atrofizzata.

Blind date per venerdì?
Accoccolata in posizione fetale, ieri notte ho stretto al petto le ginocchia sotto le coperte.

In attesa. Del mio ultimo respiro.
Come faccio a sapere se domani tocca a me? E venerdì? O forse sabato?
Come faccio a programmare?
Come faccio a sopravvivere?
Ogni tanto mi ricordo di guardarla in faccia.
E questa sera, glorificando una vita goduta pienamente, l’ho smascherata:
La paura della morte è persino banale. Deriva dal non saperne NULLA.
Cosa ci succede. Quando. Perché. Come. Dove.
Se c’è qualcosa dopo, o niente.

La paura paralizza, dunque per quella che sembrerebbe una folle genialità - diabolica o divina – ma comunque involontaria, la mente umana dimentica. Tutti i giorni.
Taglia le domande come unghie la mattina. (Vivere è incoscienza).
Le stordisce con la birra e una scopata la sera. (Dimenticarsi di morire).


Eterno blog dona loro, signore
Un giorno morirò. Intorno a me, che cosa cambierà? Chi continuerà il mio blog? Che ci si fa con i blog dei morti? Rimangono sospesi nel web? Chi glielo dice a Google di spegnerli?

Un po’ li invidio Riccardo, Gemma, Pierpaolo, Andrea.
Loro lo sanno, adesso, e non scalpitano più.

Hanno finito di sudare e tremare da soli sotto le coperte.

Quando morì, chiesi alla mia nonna di venirmi a dire se c’era qualcosa dopo la morte. Non è mai arrivata. Qualche volta mi sono detta che forse aveva altra gente da avvisare. Però lo so che mi voleva bene, quindi a quest’ora sarebbe dovuta arrivare pure da me. Quindi forse non è colpa sua, magari l’hanno trattenuta. Lei lo sa che ci tenevo.

Che fare, dunque? Abituiamoci all’idea, guardiamola in faccia e facciamo i patti:

se muoio prima io, se c’è qualcosa, te lo vengo a dire.

Se muori prima tu, fai uguale.
Sempre meglio che continuare, dopo migliaia di anni, a raccontarci fregnacce e strumentalizzare le paure.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con un filo di stupore, leggo nelle notizie di oggi le vicende di Chantal Sebire (F) e di Hugo Claus (B), che riaprono la questione dell'eutanasia.
Mi colpisce con rinnovata attualità la conferma che in Europa l'eutanasia è legalizzata in soli 3 Paesi: Olanda, Lussemburgo e Belgio (dove è riconosciuto il diritto a morire con dignità per chi, colpito da malattia incurabile, "è vittima di sofferenze psichiche o fisiche insopportabili".

Di primo acchito, leggo fra le righe un'ulteriore, enorme testimonianza dell'incapacità di guardare in faccia la morte e "gestirla" come esperienza che completa la vita.

Anonimo ha detto...

Funerale laico (si chiama commemorazione?).
Al mio funerale voglio The Clash & i Rolling Stones, pregasi prendere nota.....

Ho gironzolato fra le lapidi, c'erano due opeari che sistemavano una tomba - mi sarei voluta fermare a chiedergli tante cose.

Ho visto lapidi abbandonate, lapidi con l'indicazione "insegnante; pilota; marito...".
Non ci avevo mai fatto caso.