Mi volto e un piccolo ragno penzola dal soffitto con aria curiosa. «Sì! Proprio tu! Ma ti sei guardato in giro? Non vedi che qui ci siamo solo noi? Non vedi che le assenze incombono?» Osservo il parcheggio ed effettivamente è quasi vuoto. La mia moto poche auto si osservano incerte. Mi giro e il ragno è scomparso. Allora esco, attraverso il lungo corridoio di linoleum, uno strano ticchettio mi porta altrove. Tic. Tic. Tic. Una penna, una mano, due dita che scattano su e giù. Tic. Tic. Tic. «Mmmhh… scusa Alfio… scusa… ma ho una riunione con Mirto oggi, sai se arriverà?» «Ah! Malattia! Ovvio! Mirto è in malattia! Niente riunione, oggi. Niente. Salta tutto. Salta.» Tic. Tic. Tic. «Ah. Sì. Certo. Australiana. L’ho avuta anch’io. Fastidiosa, decisamente fastidiosa.» «Nnnnooo! Cosa dici? Malattia italiana. Malattia italiana.» «Prego?» «Vescica. Mirto ha un brutto problema di vescica.» «Oh! Eppure è ancora giovane… voglio dire l’incontinenza… è un problema da anziani… certo ci sono varie casistiche che affrontano anche altri tipi di patologie…» «Nnnnooo! Cosa dici? Vescica sull’alluce del piede. Non poteva proprio venire in ufficio in quelle condizioni. Credimi. Fastidiosa, decisamente fastidiosa. Tre giorni si è preso. Tre giorni.» «Ah…» «Se potessi avere mille lire al mese…» – canticchiava la cara nonna. Ho ancora quella strana sensazione addosso. La voce di quella donna lontana. Le sue canzoni. Torno nel mio ufficio. Il ragno è scomparso. Forso l’ho solo immaginato. «Vescica. Sì, vescica.» Il bisogno è primario. Devo fare pipì. Devo solo fare pipì.
Dr. House
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