martedì 9 giugno 2009

Scelte e non scelte

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Oltre a una notevole azione giornalistica l’articolo di GIUSEPPE D'AVANZO e CONCHITA SANNINO, uscito tempo fa sulla Repubblica mi ha fatto pensare che il giornalismo, le inchieste, la voglia di tirare fuori qualcosa di nuovo in questo paese, in questo momento, non sia ancora del tutto svanita.
I due giornalisti sono andati a cercare una persona che potesse raccontarci con semplicità e naturalezza la vera storia di una ragazza, carina si, ma anche molto normale. Non ha avuto paura Gino Flaminio, di raccontare di Noemi, la ragazza con cui ha condiviso una storia serena che poi si è complicata troppo. Quando si è sentito “il macellaio che voleva stare con Britney Spears” ha rinunciato. Si è sentito troppo “poco”, davanti ad una vita che lui non avrebbe mai potuto offrirle, davanti ad una vita di cui non conosceva misteri e segreti. Ha dovuto affrontare cambiamenti di Noemi che non riusciva più a spiegarsi e di cui non poteva chiedere spiegazioni.
E allora io mi chiedo come si sia sentita Noemi, come abbia deciso di rinunciare a Gino per tuffarsi in un mondo così grande, forse più grande di lei. Un mondo che non l’ha accolta così com’era, ma le ha fatto cambiare il volto, le abitudini e chissà quanto altro ancora. Mi chiedo se sia stata una decisione serena. Mi domando se ha potuto meditarci su, se si sia mai confrontata con qualche amica, con qualche amico. Parlo per esperienza e mi rendo conto che tra i 16 e i 18 anni la vita comincia a porti molte domande e soprattutto a metterti davanti a molte scelte. E scegliere a volte è proprio molto difficile. Non sono molto più vecchia di Noemi, ci separano meno di 5 anni. Ma quando guardo le sue fotografie, così esuberanti e provocanti mi sento piccola. Poi leggo dei suoi silenzi, delle sue presenze ancora misteriose, ma ormai provate da foto e confessioni e mi sento più consapevole, più integra. Non per una questione morale, ma perché penso che Noemi fosse ancora una bambina. Una bambina ancora poco consapevole del suo posto nel mondo. Una bambina che non ha meditato abbastanza sulle conseguenze di un cambiamento così drastico. Una bambina ancora troppo sognatrice, che vorrebbe diventare “velina” o “parlamentare” (uno o l’altro, come se non sapesse quanta differenza ci sia fra queste due professioni), ma anche troppo poco sicura di se per rifiutare un modello di donna costruito sull’apparenza, sull’inganno e sullo show business. Mi sembra così lontana la vita di Noemi, vorrei proprio capire. Vorrei sedermi con lei a prendere un caffè, a prendere un aperitivo. Guardarla negli occhi, capire come si muove, come si veste, cosa pensa, come ride. Vorrei capire se lei è davvero così fragile, se si è fatta corrompere o se invece la sua è stata una scelta consapevole, razionale, ponderata. Vorrei capire come hanno influito parenti e amici nella decisione di entrare a far parte della vita di Silvio Berlusconi. Vorrei chiederle se sa cosa vuol dire andare a fare una vacanza con altre 30 ragazza nella sua villa. Vorrei chiederle come si sentiva su quell’aereo, cosa guardava, cosa si chiedeva e cosa le chiedevano. Vorrei chiederle se non le è mai venuto in mente che, forse, era una situazione compromettente. Vorrei sapere se si rende e se si rendeva conto.
Ecco perché anche se mi sembra più grande in quelle foto, anche se la sua bellezza ormai ritoccata mi sembra la stessa delle quarantenni di Hollywood, non mi sento più impacciata, ma anzi fortunata e consapevole di saper scegliere. Quel modello di ragazza, di donna non è reale, non è libero. È una donna oggetto che si nasconde dietro un pregiudizio maschile e diventa una mera e triste immagine di impotenza, di silenzio e impassibilità davanti alla vita. Invece io, così come molte altre donne italiane non ci nascondiamo dietro a nessun modello, nessun ago e nessuna foto. Scegliamo giorno per giorno e ci affacciamo alla vita con i nostri dubbi, con le scelte e con la consapevolezza di essere prima di tutto una persona. di Rebecca Treves

1 commento:

Anonimo ha detto...

Già!
Ma quante di voi/noi vorrebbe avere avuto la sua stessa possibilità?
Sarà anche una donna irreale e non libera…. Ma quante lo vorrebbero?
Quante casalinghe si “prostituiscono” per una borsa o un paio di scarpe firmate?
Quante persone la danno via per avere successo o per molto meno?
Tutto ha, se non un prezzo, tutto è un compromesso.
Spero, ciò non sia vero per la maggior parte e/o per la maggioranza…. Vi fa onore non essere così!
Ma come cantava Mina…..
Parole, parole, parole!
I fatti sono altri!

Se ognuno di noi potesse essere “amico” di Berloskao … ci sputereste veramente sopra!
W la sincerità!