sabato 28 novembre 2009

Una finestrata di smog


Roma - FotoDC
«Solo al 27 lo stipendio vanno a prendere di corsa. Schifosi maledetti. Uno schifo unico han ridotto sta città. Siamo il quarto mondo. Più di mezz'ora a aspettare l'autobus. Sti schifosi, Schifosi maledetti. Luridi. Schifosi luridi. Che possano morire stanotte. L'hanno ridotta una merda schifosi luride bestie. Una capitale europea. Gli possa pigliare un colpo, al presidente dell'atac. Siamo una capitale europea. Un paese di merda. Basta che Berlusconi fa due sorrisi e tutti sono contenti. Schifosi luridi. Je possa pija un colpo stanotte. Più di mezz'ora a aspettare un autobus».
Ogni volta è un'emozione diversa. Roma.

Mi dà una strana orticaria, la capitale. Ma appena arrivo, di solito mi diverte il brulichio. Esco dalla stazione e mi guardo attorno come una bambina alle giostre, Facce saporite. Fisionomie assurde. Voci colorate.


Mentre attendo sotto la pensilina gustandomi la signora che inveisce, mercoledì alle dieci uno stormo di uccelli gira veloce, frenetico, stressato. Non so cosa si dicono. Forse giocano. Forse manifestano: l'aria è solo fintamente leggera. Interrotta dallo spostamento delle fermate per nuovi scavi della metro. Non si riesce a dormire....


Dall'autobus che mi allontana spio nelle pieghe dei plaid e nelle schiene curve, sfrucuglio morbosa nelle borse di nylon gonfie di stracci preziosi. Uno struggimento – l'animo è sul marciapiede. Mi fermerei a parlare. A chiedere storie. Che cosa. Come. Perché.


Ma è quasi domani e me ne torno tra i monti. Il meteo dice grigio, pioggia, forse 10 gradi meno di qui. Mi consola pensare che una boccata d'aria non sarà una finestrata di smog.

Lo scarto forse è lieve. E il rollio del treno placherà l'orticaria.
Tollero ancora, più facilmente, i profili secchi di certe donnette provinciali e il perbenismo quieto nei baffi degli impiegati delle banche.


La ripetuta esposizione quotidiana a sudate masse e selvatiche e sporchiccie, a ruzzanti massaie che sull'autobus sbadigliano e sternutiscono senza coprirsi con la mano, auto dirigenziali che tagliano il passo su strisce plebee pedonali mi inquieta.


Non ci son cazzi. Come anonima passante sfilare accanto a parti umane basse e anime purulente sovverte il mio disequilibrio e accelera la mia sociopatia.




Roma - FotoDC



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Piccola HeiDCi va in città: mesi fa ne aveva raccontato qui:



4 commenti:

Donna Cannone ha detto...

Comunicazione di servizio: mi scuso con tutt* ma ho attivato il kit della paroletta per i commenti perché da settimane abbiamo commenti spam e non trovo il modo di bloccarli.
(Se ci mollano poi lo tolgo)

dioniso ha detto...

Bellissimo post! Io con Roma ho un rapporto di molto amore (accresciuto dopo 10 anni di esilio) e poco odio.

Il fenomeno dei commenti spam lo sto subendo anch'io. Sono commenti tipo questi? "La ringrazio per Blog intiresny", "leggere l'intero blog, pretty good", "molto intiresno, grazie".

Ne ho scritto qui.

Io ho risolto attivando la moderazione sui commenti vecchi.

Saluti

Donna Cannone ha detto...

Ciao - Grazie per aver condiviso i fondamenti del tuo rapporto con la città di Roma. E con i commenti spam.
Sì, sono quelli. Poi passo a vedere come ne esci

Saluti, DC
PS: Davvero qui piove

DossTrento ha detto...

Articoli sempre degni di nota.
Grande DC!

Lo pubblico Mercoledì!

Ciao!