§ 2. Scaglio la seconda pietra
Piccoli intellettuali crescono. A Bosentino?
Bambini siedono sulle sedioline blu di piazza XXIV Maggio a Bosentino (TN). Aspettiamo che inizi lo spettacolo.
Definito spettacolo per bambini.
Atteso come altre belle iniziative funamboliche.
La piazzetta è semivuota di alcune facce note.
Fa freddino.
Piccole e grandi vittime di pubblicità ingannevole, ascoltiamo una Mara Pieri sempre troppo uguale in questa ambiziosa intrapresa; apparentemente discepola di quella diffusa scuola teatrale italiana che vuole l'emozione e il pathos espressi da un innalzamento del tono della voce sulle ultime sillabe della frase, frammisto a nota di simpatico stupore e sbuffo di fiato. Trascorsi 20 minuti, è insostenibile.
(foto dal sito dell'associazione Il Funambolo)
Non dubitiamo sia nato da un afflato d'amore, per Melville e per il pacato Bartleby, il tentativo di resa artistica di "Avrei preferenza di no" da parte dei Funamboli, che, come diceva la mail di invito, «ne hanno fatto un progetto ibrido, fra lettura e teatro, performance e videoarte, fortemente caratterizzato dallo spazio in cui è posto in scena. Avrei preferenza di no non è una proposta di spettacolo frontale, ma una rilettura di reciproca influenza di spazi e testo.»
Valutando se andarci o meno, soppesavo se la dicitura "progetto ibrido" fosse un trucco, maschera linguistica intellettual-schizzinosa per l'incapacità di una resa teatrale che per tale avesse il coraggio di proporsi e, se del caso, farsi criticare.
Su un palco vuoto, a parte un telo per proiezione e un manichino - prima steso e poi diritto - in papier-mâché (che sarebbe il modo chic per dire 'cartapesta'), nonostante ogni tanto si sposti, si sieda e si rialzi, Mara Pieri non riesce a imprimere vivacità al testo.
Manca l'artificio – e pecca di presunzione – se ritenevano, i Funamboli di tenermi inchiodata sulla sedia in una riproduzione - che ormai temo totale - del romanzo di Melville.
E oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò
Colgo a caso parole dalla lettura della Pieri. Mi danno slancio per prendere il volo: esaspera – tedioso. Sì. Tedioso, esasperatamante, mi è ormai questo atto unico.
Non volo, no, ma come Donna Cannone certo mi affretto a lasciare il pubblico di piccoli intellettualini bosentinesi e la mia sedia davanti a questa tenda.
Senza l'applauso del pubblico – (non) pagante - e tutta sola verso un cielo nero nero, mi incammino.
Tornando alla macchina passo davanti al piccolo cimitero di Bosentino.
Più affollato della piazza che ho lasciato.
E più piacevolmente silenzioso.
DC